100 matite per Pinocchio

Al WOW Spazio Fumetto una mostra racconta la storia del burattino più famoso del mondo attraverso un percorso affascinante per sorprendere e incuriosire lettori di tutte le età.

Sono passati oltre centotrenta anni da quando, nel luglio 1881, sul primo numero del Giornale per i bambini inizia la pubblicazione a puntate della Storia di un burattino. Da allora Le avventure di Pinocchio – questo il titolo con cui successivamente esce il libro nel 1883 – si sono guadagnate fama mondiale, risultando uno dei classici per l’infanzia più amati e conosciuti. Nell’incredibile concatenazione di pasticci in cui il burattino riesce a cacciarsi, da quando è ancora un ciocco di legno duro al risveglio nei panni di bambino vero, ritroviamo ammonimenti morali e battute, tanto divertenti quanto disarmanti, che possono tranquillamente essere trasposte ai giorni nostri; il tutto è reso più pittoresco dal fascino della lingua toscana e da espressioni ormai desuete.
Ciascuno di noi, ripensando alle proprie marachelle, si ritrova in una o più delle situazioni vissute da Pinocchio, ricordandosi di quante volte abbia esclamato, sollevato ,“Anche per questa volta l’ho scampata bella!” (capitolo XXIV). Ogni capitolo è un’unità narrativa a sé stante, che si apre e si conclude con colpi di scena che lasciano col fiato sospeso: immaginate dunque il clima di attesa che accoglieva in edicola, ogni settimana, il nuovo numero del Giornale per i bambini, sperando che contenesse una nuova puntata della storia. La pubblicazione, infatti, è stata a tratti sospesa – pare per motivi imputabili ai ritardi di Collodi nel consegnare i testi –  come accadde al termine del capitolo XV, lasciando i lettori nel dubbio che la storia fosse conclusa con la morte di Pinocchio per impiccagione.
L’allestimento prodotto per la mostra in corso al WOW Spazio Fumetto è un chiaro invito alla lettura: a riscoprire un classico della nostra infanzia o ad approcciarsi ad una storia di cui si conoscono solo le riduzioni cinematografiche. Su grandi pannelli, che corrono lungo tutto il perimetro della sala espositiva al primo piano, sono trascritti i trentasei capitoli delle avventure. Ad ogni tappa, al testo sono abbinate meravigliose illustrazioni ispirate ai fatti narrati ed agli strambi personaggi incontrati dal burattino: il grillo parlante, il gatto e la volpe, il tonante Mangiafoco dal cuore d’oro, la fatina dai capelli turchini, bambini svogliati trasformati in asinelli e feroci assassini. La forza evocativa delle poche parole con cui Collodi tratteggia l’aspetto e il carattere dei suoi personaggi è tale da farli vivere a lungo nelle fantasie dei lettori e nei modi di dire quotidiani.
Avanzando nella sala, di capitolo in capitolo, è un crescendo di meravigliose opere realizzate appositamente  per l’evento alternate alle più  significative riduzioni a fumetti della storia, presentate attraverso giornali d’epoca e tavole originali firmate, tra i tanti, da Benito Jacovitti o Luciano Bottaro. In fondo, lo stile narrativo adottato da Collodi, infarcito di dialoghi che ne rendono veloce la lettura, si presta molto bene alla trasposizione a fumetti, fornendo agli sceneggiatori materiale di base praticamente già pronto per l’uso. Con Le avventure di Pinocchio si sono cimentati autori straordinari, citiamo per esempio Gianni Rodari che per Il Pioniere – il settimanale per bambini diretto a partire dal 1950, su incarico del PCI – nel 1954 scrive una versione in versi in rima baciata, illustrata da Raoul Verdini. Molto più irriverente la rivisitazione di Staino su testi del giornalista Michele Serra in cui ai personaggi originari sono sostituite le personalità del XX secolo, da Einstein a Berlusconi, da Papa Giovanni Paolo II a Fidel Castro. Nel corso di oltre un secolo la Storia di un burattino si è prestata alle letture più disparate, offrendosi a interpretazioni simboliche piuttosto che a divertenti parodie: in mostra possiamo ammirare quella pubblicata su Sorry nel 1972 in cui Pinocchio, per mano del disegnatore francese Gotlib, si trasforma in Frankestein e quella, firmata Max Bunker e Dario Perrucca, del 1979, dove il nasuto Bob Rock del gruppo TNT si cala nei panni del burattino. Nel 1948 la storia è pure strumentalizzata, con fini politici, dalla Democrazia Cristiana per screditare il Fronte Democratico Popolare calando Stalin nei panni di Mangiafoco mentre Togliatti e Nenni diventano il gatto e la volpe.
Completano l’allestimento teche che contengono solo alcuni esemplari delle tante edizioni pubblicate in tutto il mondo, nelle lingue più disparate, incluse le edizioni nei dialetti italiani, dal siciliano al bergamasco. A queste si alternano giocattoli e gadget riproducenti le fattezze del celebre burattino mentre un televisore trasmette stralci di alcune versioni a cartoni animati o con attori in carne ed ossa realizzate per il piccolo e il grande schermo, dal film Disney del 1940 (la prima versione italiana è datata 1947) allo sceneggiato di Comencini. Per i nostalgici ci sono le figurine allegate alle confezioni di prodotti Liebig, Wuhrer, Lavazza, Ferrero, Mio Giuseppe Grasso e Saponerie Riunite, giusto per avere un’idea della trasversalità dei prodotti che hanno associato il proprio marchio a Pinocchio.
“Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo. La tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo.” (capitolo XVII) Facciamo dunque tesoro del monito della bella bambina con i capelli turchini ed affermiamo, senza timore che il nostro naso si allunghi, che questa è decisamente una mostra riuscita e piacevole da visitare.

Silvana Costa

La mostra continua:
WOW Spazio Fumetto
viale Campania 12 – Milano
orari martedì – venerdì – 15.00 – 19.00; sabato e domenica 15.00 – 20.00
fino a domenica 23 marzo 2014
www.museowow.it

100 matite per Pinocchio
130 anni di immaginario, illustrazione e fumetto
a cura di Luca Bertuzzi, Alberto Brambilla
con la collaborazione di Riccardo Mazzoni
grafica Laura Ritorto

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