Testimonianze Ricerca Azioni 2018 | venerdì 9 novembre

A Teatro Akropolis serata densa di significati con la presentazione del libro Trame nascoste. Studi su Giorgio Colli, e la prima nazionale di Pragma. Studio sul mito di Demetra per la regia di Clemente Tafuri e David Beronio.

La seconda giornata del Festival si svolge presso il Teatro Akropolis. A un anno dal Convegno, tenutosi a Palazzo Ducale, esce il volume – edito da AkropolisLibri – che approfondisce e divulga il lavoro di Giorgio Colli, una figura complessa di studioso – storico, filosofo ma anche critico – che, questa sera, appare come fonte di ispirazione per il lavoro di Clemente Tafuri e David Beronio (Pragma, che andrà in scena al termine della presentazione) soprattutto grazie alla sua valorizzazione del pensiero nietzschiano intorno al teatro pretragico (a quel dionisiaco irriducibilmente contrapposto all’apollineo) e che porterà poi alla nascita della tragedia e dei fondamenti del teatro occidentale. Un volume che restituisce, come precisa la studiosa Federica Montevecchi, una personalità di intellettuale a tutto tondo del Colli – e, come tale, può finalmente contribuire a una rinascita di interesse (peraltro dovuta) intorno alla sua figura.

A seguire, l’atteso debutto dell’ultimo lavoro firmato da Clemente Tafuri e David Beronio, Pragma. Studio sul mito di Demetra. Continua (dopo Morte di Zarathustra) la ricerca di questa Compagnia sul teatro pre logos. Un teatro decisamente complesso, stratificato, dove il mito sembra quasi un pretesto (o un fil rouge teso allo spettatore) per una ricerca sulla corporeità e le forme espressive con le quali può manifestarsi – puntando sui concetti, aldilà delle parole.
Luci soffuse illuminano il percorso (lineare), dopo quel buio che permetterà – in maniera sinestesica – di apprezzare ancor di più le musiche che, in momenti climax, sottolineeranno la performance. E il percorso lineare non può che partire dalla figura femminile, una bambina, costretta a diventare donna, prematuramente – come accade tuttora. Il rimando che sorge spontaneo è a quei ragazzi e ragazze, o bambini, privati della loro infanzia da un universo adulto, violento, fagocitante, distopico. Proserpina è il bambino-soldato di Boko Haram, le bambine Rohingya – profughe dal Myanmar – vendute come prostitute in Bengala. La violenza è atavica, primordiale, dicotomica.
Dall’altro lato, la madre, Demetra, l’archetipo della Grande Madre, alla quale siamo legati dall’inconscio collettivo di junghiana memoria. Il suo essere in scena ha un valore catartico perché, come sostiene lo studioso statunitense Stephen Larsen, il racconto mitico ci mette in diretto contatto con gli dei, ossia con i simboli delle nostre energie/le nostre pulsioni. Da questa intima condivisione/comunione, usciamo cambiati, in un certo senso guariti, pronti a fare scelte che determineranno il nostro destino. Puri e riconciliati. E del resto, dal femminino discende l’umano, ma quella concezione lineare della vita tipicamente biblica – espressa in scena dalla retta – dovrà per forza divergere, perché l’ira della madre per la figlia rapita porta alla luce le Erinni, la furia, il lato oscuro della luna.
Il concetto amore/odio, eros/thanatos, si esprime in corpi e volti che la penombra accentua nella loro tragicità. Mentre l’irruzione, nella parte centrale della performance, della danza – i cui movimenti rimandano alle tradizioni della pizzica – grazie anche alla qualità insieme leggera e armoniosa di esprimerla di Domenico Carnovale, dona la sensazione di offrire un corpo, finalmente liberato, alla salomonica sentenza – di Zeus, a livello mitologico; ma soprattutto, di restituirlo alla nostra comune matrice umana.
L’ultimo movimento di questo canto primordiale mostra la madre che si accolla il peso – simbolico e reale – della figlia, della generazione futura. Un passaggio, questo, che in un’epoca in cui ai giovani è spesso negata la possibilità di crescere, intraprendendo un proprio percorso – umano e sociale; oppure è vietato rimanere nella propria terra d’origine per le medesime scelte di politica economica globale – l’altra faccia del modello capitalistico imperante; conduce a un rapporto genitori/figli che finisce per spezzarsi: la bilancia non trova più il proprio equilibrio e le ultime immagini ci consegnano un’umanità che lotta, stentando a trovare una nuova direzione.
Prova attorale di grande generosità da parte di tutti i componenti della Compagnia. Luci e suoni incisivi, un’interessante colonna sonora per un’opera stratificata, di non facile fruizione – ma a noi piace la complessità – ricca di suggestioni e contenuti. Un tassello importante nel percorso di ricerca di Teatro Akropolis.

Luciano Uggè

 

 

Evento e performance hanno avuto luogo nell’ambito di
Testimonianze Ricerca Azioni:
da giovedì 8 a domenica 18 novembre

Genova, varie location
www.teatroakropolis.com

venerdì 9 novembre, ore 20.30
Teatro Akropolis
via Mario Boeddu, 10
Trame nascoste. Studi su Giorgio Colli
presentazione con Federica Montevecchi, Clemente Tafuri e David Beronio

ore 21.45
Teatro Akropolis presenta:
Pragma. Studio sul mito di Demetra
regia di Clemente Tafuri e David Beronio

con Domenico Carnovale, Luca Donatiello, Aurora Persico e Alessandro Romi

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