Amore e Psiche: la favola dell’anima

Non esiste spazio espositivo più adatto per accogliere una mostra dedicata al mito di Apuleio che la Sala di Amore e Psiche a Palazzo Te, un evento che accosta opere d’arte che appartengono a periodi differenti, dal classico al contemporaneo.Mantova formalizza la propria candidatura a Capitale europea della cultura 2019 – anno in cui il titolo passerà a una città italiana – gettando sul tavolo il patrimonio artistico, gli eventi culturali di respiro internazionale che ospita ogni anno, insieme a un forte legame col territorio in cui è inserita. Lungo il complesso percorso di selezione, ogni candidata si mette in luce arricchendo la propria offerta culturale e moltiplicando il numero di iniziative programmate. A Mantova ancora risuonano le eco dei racconti dei personaggi illustri che nei secoli hanno percorso l’asse gonzaghesco, su e giù lungo gli acciottolati di epoca medievale, per raggiungere le rive dei laghi o la corte, siano essi in forma di favole in musica, poemi cavallereschi, affreschi o di quegli edifici straordinari che hanno permesso di iscrivere Mantova, nel 2008, alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
La mostra in corso nella doppia sede di Palazzo Te e del Museo di Palazzo San Sebastiano analizza la favola di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nel II secolo d.C. nelle Metamorfosi, presentando i vari passaggi, dalla passione alla serenità raggiunta attraverso la speranza, e illustrandone le gesta ricorrendo a opere d’arte antica e contemporanea. Il temine “opere d’arte” non include solamente dipinti o sculture, bensì spazia dalle composizioni musicali che si diffondono negli ambienti a composizioni letterarie, dalle statuette in terracotta del VI secolo a.C. provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria sino a un’installazione site specific realizzata in occasione di questo evento, passando attraverso statue della Roma Imperiale (da originale ellenistico) alla Spoon River Anthology, da Giacomo Manzù a Salvador  Dalì, da Auguste Rodin a Lucio Fontana, da Tintoretto a Tamara de Lempicka. Evento eccezionale, il percorso di mostra a Palazzo Te non è relegato nell’arioso open space delle Fruttiere ma si snoda nel blocco delle sale decorate da Giulio Romano sino al 1530, dedicate alle tematiche dell’ozio, dell’amore e del piacere.
La narrazione parte dalla Camera delle Metamorfosi di Ovidio con l’Inno alla bellezza di Baudelaire e una meravigliosa Venere di età Imperiale: qui si narra come la vicenda abbia preso avvio, scaturendo dall’ira di Afrodite all’udir celebrare la bellezza di Psiche, una giovane mortale. Nella sede di Palazzo San Sebastiano, una tela di Carlo Maratta, Giudizio di Paride (1708), ci ricorda quanto la dea abbia manovrato pur di rivendicare la superiorità delle proprie doti estetiche. Camera dopo camera, apprendiamo come Afrodite abbia invocato l’aiuto di Amore per sbarazzarsi dell’incomoda rivale e di come costui si sia innamorato della ragazza. Le vicende amorose di Psiche divengono qui l’allegoria del percorso di innamoramento e, in quanto tali, sono analizzate attingendo al lessico proprio della psicologia: la ragazza inizialmente assapora il piacere con l’amante misterioso, poi decide, come un eroe che cerchi di ripristinare l’ordine cosmico, di affrontare la realtà, prendendo consapevolezza dell’altro e, con esso, dei propri sentimenti nei suoi confronti. L’emancipazione di Psiche dall’ignoranza in cui è confinata da Amore è un percorso tortuoso e sofferto, che la precipita in un mondo di disperazione e solitudine da cui riesce a risollevarsi grazie all’aiuto di Pan – metafora del ritorno a una vita semplice e pura a contatto con la natura – riconquistando il proprio innamorato.
Le dicotomie passione e consapevolezza ma anche bellezza e invidia poste all’origine di questa favola sono state sviluppate nel corso dei millenni dagli autori in molteplici varianti, consegnandoci sublimi testi ma anche indegni libelli. In mostra, a ogni passaggio della favola di Apuleio i curatori hanno affiancato una lettura simbolica e psicologica, integrandola con rimandi a racconti e poesie, sculture e dipinti. Purtroppo, per quanto leggere, le quinte dell’allestimento sulle quali si sviluppa il racconto coprono  parte degli affreschi parietali, come risulta evidente nella maestosa Sala dei cavalli. Il percorso si conclude nella Camera delle aquile – dove è collocato il gesso della scultura del Canova (1810 ca.), oggi custodita al Louvre, in mostra lo scorso Natale a Milano (leggi la recensione).
L’apice del percorso di visita è rappresentato dalla visita alla Sala affrescata con il matrimonio di Amore e Psiche tra gli dei dell’Olimpo. Qui, l’allestimento della mostra lascia spazio alla discutibile installazione dell’artista contemporaneo Alfredo Pirri, intitolata Passi. Non ce ne vogliano i curatori, ma l’idea di ricoprire il pavimento di specchi al fine di conferire al visitatore un senso di vertigine, moltiplicando le scene di festa, potrebbe di per sé essere interessante. Peccato che, come pronosticato dall’artista, sotto il peso del pubblico, le lastre si siano infrante senza che nessuno si preoccupasse di rivestire la superficie di una pellicola al fine di evitare il distacco delle schegge di vetro e, al contempo, la rendesse antisdrucciolo: il tutto, beninteso, nel segno del rispetto per la sicurezza dei visitatori.
La mostra continua nel Museo di Palazzo San Sebastiano dove, tra i pezzi della collezione permanente, fanno capolino opere antiche e moderne che approfondiscono, a distanza, alcune delle sezioni di Palazzo Te. Ci sembra più che altro un pretesto per attrarre il pubblico in questo polo espositivo, ma ben venga se permette di approfondire risvolti interessanti della storia di Mantova.

Silvana Costa

La mostra continua:
Palazzo Te
viale Te, 13 – Mantova
Museo di Palazzo San Sebastiano
largo 24 Maggio, 12 – Mantova
fino a domenica 15 dicembre
orari: lunedì 13 – 18; martedì, mercoledì, giovedì 9 – 18; venerdì, sabato 9 – 20; domenica, 9 – 18
la biglietteria chiude mezz’ora prima

Amore e Psiche: la favola dell’anima
progetto di Fondazione DNArt
in collaborazione con Comune di Mantova
con il patrocinio di Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie
curatela progetto scientifico Elena Fontanella, Università degli Studi di Milano

Catalogo:
Amore e Psiche
a cura di Elena Fontanella
con testi di Pietro Citati, Donatella Puliga, Elena Fontanella, Loredana Mancini, Paolo Moreno, Ave Appiano, Sonia Cavicchioli, Giancarlo Malacarne, Mario Guderzo, Massimo Rizzardini, Maria Fratelli e Nicoletta Serio, Miriam Mirolla, Claudio Moreschini, Stefano Salzani, Elisabetta de Troja, Alessia Gennaro, Giorgio Barberi Squarotti, Gian Paolo Caprettini, Laura Mosso, Giovanni Reale, Giuseppe Girgenti, Giancarlo Lacchin, Diego Fusaro, Gianfranco Ravasi, Giuseppina Antinucci, Paolo Berruti, Gian Mario Benzing
il volume è corredato anche dal testo della favola di Apuleio
edizioni Bompiani
360 pagine
prezzo 35,00 Euro

Questa voce è stata pubblicata in Mantova, Museo di Palazzo San Sebastiano, Palazzo Te, pittura&scultura e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.