Aterballetto incanta Milano

L'eco dell'acqua - Aterballetto2La pluripremiata compagnia di danza contemporanea porta in scena, al Piccolo Teatro Strehler, due strepitosi mix di coreografie storiche e nuove produzioni.

Aterballetto torna, per il quinto anno consecutivo, al Piccolo Teatro Strehler, conferendo indubbio prestigio al cartellone di danza del palcoscenico milanese. Due sono gli appuntamenti in programma nel mese di giugno, dal 14 al 17 e dal 24 al 26, ciascuno con una diversa selezione di coreografie scelte tra il prestigioso repertorio e le più recenti creazioni, alcune firmate da giovani talentuosi, formatisi nel vivaio di Aterballetto, altre da professionisti di fama internazionale. In scena si succedono diversi percorsi creativi, che confluiscoo l’uno nell’altro, per offrire uno spaccato della più importante compagnia di danza italiana al di fuori degli enti lirici. Fondata nel 1979, Aterballetto è uscita pressoché indenne dalla perdita, anni fa, di Mauro Bigonzetti Direttore Artistico e coreografo principale, ora direttore del corpo di ballo della Scala; adesso, con un repertorio fresco e coinvolgente, Aterballetto è ripartita alla conquista dei palcoscenici internazionali.
Lasciamo da parte il ricordo di quanto visto gli scorsi anni  perché la prima selezione di lavori vista l’altra sera a Milano ci ha conquistato – occhi, cuore e mente – per la gran varietà di stili così distanti tra loro.

La serata si apre facendo largo al giovane ma indiscusso talento di Philippe Kratz, danzatore cosmopolita, poco più che trentenne, dal 2008 parte del vivaio di Aterballetto, dove ha modo di nutrirsi delle suggestioni e della cultura che saturano la Fonderia39 – pregevole manufatto industriale, sito nel centro storico di Reggio Emilia, riadattato a sede della compagnia. Kratz firma la metà delle coreografie in programma: L’eco dell’acqua e #hybrid, occupandosi di ogni dettaglio dello spettacolo, dimostrando di possedere maturità nel mestiere, cultura, sensibilità e curiosità verso il mondo che lo circonda.
Dal letame nascono i fior” cantava De Andrè in Via del Campo ed infatti Philippe Kratz trova ispirazione per il sorprendente L’eco dell’acqua da un drammatico episodio di cronaca: l’abbattimento dell’aereo di Malaysia Airlines sui cieli ucraini il 17 luglio 2014. Kratz associa il pensiero dei passeggeri sbalzati fuori dal velivolo e precipitati al suolo all’incipit del Canto degli spiriti sull’acqua (1779) di Goethe, “L’anima umana / somiglia all’acqua: / dal cielo viene, / al cielo sale, / e giù di nuovo / deve tornare, / vicenda eterna”. Facendo propria l’idea del poeta tedesco di accostare l’anima dell’uomo all’acqua e il destino al vento, il coreografo realizza in scena quadri dall’elevato coefficiente poetico in cui l’intero corpo di ballo di Aterballetto fluttua tra le onde alzate dal vento. Sul fondale un grande drappo blu avvolge i corpi dei danzatori, li solleva leggeri sino a farli volare, li inghiotte minaccioso per poi restituirli a nuove ed emozionati avventure. Il vento, così come il destino che muove le vite degli uomini, può essere ora una lieve brezza che accarezza dolcemente il pelo dell’acqua, ora una violenta tempesta che alza onde distruttrici che, nel caso dei passeggeri del volo di Malaysia Airlines, li ha portati a morire in terra straniera, vittime di una guerra che non gli appartiene.
I costumi – disegnati da Costanza Maramotti e Philippe Kratz – sono una componente scenografica essenziale per la riuscita dello spettacolo: realizzati in diverse sfumature di blu, dall’azzurro argenteo alle tonalità più cupe, in tessuti dalle diverse consistenze materiche, mischiandosi tra loro nei movimenti di gruppo, aiutano a creare la suggestione di trovarsi davanti al mare screziato dai bagliori chiari della schiuma delle onde. La scelta musicale è caduta su pezzi del repertorio contemporaneo, a ricordare al pubblico quanto il pensiero di Goethe fosse dirompente, promuovendo concetti e teorie scientifiche altamente innovativi per l’epoca.

Le raffinate creazioni musicali di Romare, realizzate mixando, con estetica da dj, pezzi jazz e blues, fanno da base a un divertente pas de deux giocato sul tema della contaminazione degli stili. Elementi, per antonomasia opposti tra loro, quali il quadrato e il cerchio, la donna e l’uomo, il balletto e la street dance, in #hybrid si incontrano, si studiano e si piacciono, dando vita ad un insieme che è esteticamente superiore alla somma delle singole parti.

Ad intercalare le due coreografie di Kratz è inserito in programma Lost Shadows, una struggente creazione di Eugenio Scigliano che sembra ispirarsi a Brigadoon (1947), il film di Vincente Minnelli con Gene Kelly che narra di un villaggio scozzese dove, per colpa di un sortilegio, gli abitanti si svegliano ogni cento anni. La coppia protagonista del pas de deux si desta da un lungo sonno realizzando, dopo la spaesamento iniziale, che il proprio amore è più vivo che mai. Qui, forse più che in altre creazioni presentate nell’arco della serata, la fantasia del pubblico può correre libera, contestualizzando a piacere la storia che sta dietro questo strano, fuggitivo, incontro tra innamorati.

La straordinaria sequenza di numeri di danza si chiude con BLISS, la coreografia di Johan Inger su musica di Keith Jarrett, insignita del prestigioso Benois de la Danse 2016. Aterballetto ha in repertorio anche un altro lavoro di Johan Inger ma BLISS è diverso: è stato creato appositamente per questa peculiare compagnia, lavorando quotidianamente con i danzatori per sviluppare le idee di base. La composizione, nata per otto persone, ha un finale esplosivo che esalta la gioia di vivere e di stare insieme in un turbinio di colori, emozioni e ballerini. BLISS è una complessa successione di quadri che si incastrano tra loro raccontando di storie d’amore e di rapporti d’amicizia ma anche del piacere di stare soli a contemplare la bellezza del mondo che ci circonda. Un vortice dal ritmo incalzante che lascia il pubblico estasiato, piacevolmente contagiato dal senso di beatitudine che dal palcoscenico si spande tra le poltrone della platea e poi su, fino alle ultime file della galleria.
Ora l’attesa è alta per la seconda compilation di coreografie, in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 24 al 26 giugno. Leggendo il programma, spicca Lego, una creazione firmata da Giuseppe Spota, giovane talento cresciuto come danzatore all’interno di Aterballetto ed ora coreografo di fama internazionale.
Silvana Costa

#hybrid - AterballettoL'eco dell'acqua - Aterballetto

Lo spettacolo continua:
Piccolo Teatro Strehler
largo Antonio Greppi, 1 – Milano
fino a venerdì 17 giugno 2016
www.piccoloteatro.org
 
L’eco dell’acqua
coreografia e ideazione scene Philippe Kratz

musiche Federico Albanese, Jonny Greenwood, Howling, Arvo Pärt, Sufjan Stevens, The Haxan Clock
sound design OOOPStudio
costumi Costanza Maramotti e Philippe Kratz
luci Carlo Cerri
durata 40 minuti

Lost Shadows
coreografia Eugenio Scigliano

musiche Franz Schubert
sound design OOOPStudio
costumi Kristopher Millar & Lois Swandale
luci Carlo Cerri
durata 12 minuti

#hybrid
coreografia e ideazione costumi Philippe Kratz

musiche Romare
luci Carlo Cerri
durata 7 minuti

BLISS
coreografia Johan Inger

musica Keith Jarrett
scene e costumi Johan Inger
luci Peter Lundin
assistente alla coreografia Yvan Dubreuil
durata 30 minuti
www.aterballetto.it

dal 24 al 26 giugno 2016
LEGO
coreografia, allestimento e costumi Giuseppe Spota

musiche E. Bosso, A Filetta, J. Jóhannsson, O. Arnalds/N. Frahm
luci Carlo Cerri
video e sound design OOOPStudio
realizzazione costumi Francesca Messori – Sartoria Aterballetto
durata 42 minuti

14’20”
estratto/duo dall’opera 27’52”

coreografia Jiří Kylián
musica Dirk Haubrich (nuova composizione, basata su 2 temi di Gustav Mahler)
scene Jiří Kylián
costumi Joke Visser
luci Kees Tjebbes
durata 14 minuti e 20 secondi

Upper East Side
coreografia Michele Di Stefano

musica Lorenzo Bianchi Hoesch
luci Carlo Cerri
durata 23 minuti

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