Baracche e baracchette

Dopo le Montagne, la Galleria Jannone espone una nuova serie di sculture realizzate da Michele De Lucchi in legno di noce.

Nel dizionario Treccani leggiamo la seguente definizione del termine baracca: «costruzione a carattere provvisorio, generalmente di legno con copertura di lamiera metallica o di eternit, per ricovero di persone o merci». Probabilmente ciò non è molto distante dall’immagine che ciascuno di noi associa alla parola, conferendole spesso un significato talmente negativo che, a tratti, diviene metafora di povertà e degrado. Tuttavia, prima di entrare alla Galleria Jannone di Milano per ammirare l’esposizione in corso, ripulite la mente da ogni preconcetto. Le Baracche e baracchette create da Michele De Lucchi – noto architetto e designer – non sono sculture riproducenti edifici fatiscenti ma miniature di maestosi palazzi.
L’allestimento semplice della sala espositiva aiuta ad aprire l’orizzonte dei nostri sogni. Cullati dall’avvolgente aroma del legno che si sprigiona dalle venti sculture, sembra di trovarsi al cospetto di un progetto urbano per il monte Olimpo dove i piedistalli cerulei sono utilizzati per ricreare gli speroni di roccia circondata da nuvole su cui si ergono le residenze delle divinità. Non esiste una costante compositiva: alcune baracche hanno un tetto a falda, altre sono piegate su un lato; alcune hanno la facciata crivellata da tante piccole finestre, altre hanno sinuosi marcapiani a scandirne l’andamento verticale.
Le pareti tutt’attorno sono tappezzate da schizzi in cui possiamo scorgere consonanze con le versioni tridimensionali di Baracche e baracchette, sebbene non si tratti dei loro disegni preparatori. Sia la versione bidimensionale sia quella lignea di queste bizzarre costruzioni possono essere interpretate come eleganti esercizi di stile in libertà. Nulla però sembra lasciato al caso e l’estro creativo dell’architetto, anche quando lasciato a briglia sciolta, sembra non riuscire a ignorare i principi regolano l’armonica proporzione tra le parti enunciati dall’Alberti nel De re aedificatoria.
Baracche e baracchette sono oggetti che catalizzano la nostra attenzione e ci coinvolgono sensorialmente, invogliandoci – ci perdoni la signora Jannone per le malsane idee che stiamo instillando in chi andrà alla sua Galleria – ad avvicinarci alle sculture per riempire le narici dell’aroma del legno, toccarle per percepire il calore della materia o restare ipnotizzati dal mosaico di sfumature e venature creato dai tanti tasselli utilizzati. Dietro ogni creazione c’è infatti tanto lavoro manuale e, Michele De Lucchi, come ha fatto anche all’inaugurazione della mostra, ci tiene a ricordarlo: «Le mie baracche e baracchette sono fatte di legno. Tanti pezzetti di legno incollati insieme con pazienza. È la colla la pazienza. Senza, le baracche non diventano baracche».

Silvana Costa


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La mostra continua:
Antonia Jannone – disegni di architettura
c.so Garibaldi 125 – Milano

fino a sabato 4 aprile 2015
orari: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
la mattina su appuntamento
ingresso libero
www.antoniajannone.it
 
Michele De Lucchi
Baracche e baracchette
www.amdl.it

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