Beckett in siciliano

20_teatro 1Al Teatro Romano di Fiesole, l’11 luglio è andato in scena Nunzio, una commedia in un atto unico e opera prima della Compagnia Scimone-Sframeli – scritta e messa in scena nel 1994. Una commedia ispirata al teatro nosense di Beckett e Pinter, incentrata su di un’amicizia sincera tra due amici lunga una vita – non idilliaca e in una città sconosciuta.

Una cucina modesta, un uomo divorato dalla tosse che cammina e si rivolge all’immagine di Gesù sul frigorifero, invocando una manna dal cielo per guarire. La preghiera si interrompe con il suono del campanello della porta: entra il secondo coinquilino, Pino. Così il duo è al completo. Nunzio, operaio, uomo buono e forse ingenuo, sembra la parte debole della coppia. Pino, il viaggiatore, mostra un carattere più duro e aggressivo.
Non c’è una trama vera e propria e non c’è nessun accadimento particolare. È semplicemente il racconto di una delle tante giornate di due siciliani emigrati che vivono insieme, mentre attendono il momento in cui Pino ripartirà per uno dei suoi soliti viaggi, questa volta in Brasile. Li lega quella condivisione della casa, quell’essere soli in chissà quale città, di non avere nessuno su cui contare se non loro stessi. Una vita dettata dai ritmi lavorativi, seppur diversi, dalla voglia di sognare, e dalla ricerca di donne là dov’è più facile.
In questa atmosfera, Nunzio e Pino si prendono cura l’uno dell’altro, ognuno a suo modo, ognuno con le proprie priorità e con il proprio carattere – pur non conoscendo bene, almeno in apparenza, l’esistenza dell’altro.
Un breve spaccato di vita che lascia trasparire molti particolari sui due protagonisti. Nunzio, che lavora in una fabbrica dove si fa uso di sostanze cancerogene; e Pino che, forse, fa un “lavoro” tutt’altro che normale – dato che gira tutto il mondo e sa sparare bene. Questa volta deve andare in Brasile. E così i due passano la giornata in attesa della partenza, un’attesa che per Nunzio è un’opportunità per far vedere all’amico di sapere più di quanto Pino pensi.
Un pomeriggio beckettiano o pinteriano, dove si attende (Pino) e si sogna (Nunzio); dove ci si prepara non a vivere, ma solo a sopravvivere sapendo di poter contare l’uno sull’altro.
Una commedia di circa un’ora che avvolge lo spettatore in un’atmosfera e in un umorismo, a volte, amari – beckettiani, appunto. Un testo semplice, senza particolari fini apparenti, che sembra riprendere un po’ le fila del teatrononsense inglese ma con interpreti siciliani e la prossemica tipica del siciliano moderno – messinese in questo caso. Il tutto sullo sfondo di un paesaggio notturno tipicamente toscano, ovvero una sezione del Teatro Romano di Fiesole dove la magia della suggestione è stata tristemente interrotta da una gestione dell’affluenza degli spettatori inefficiente, che ha comportato il fatto che che alcuni siano rimasti in piedi e, quindi, si siano dovuti sedere sul prato – cosa da evitare, in manifestazioni del genere.

Caris Ienco

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Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Romano di Fiesole 
via Portigiani, 3 – Fiesole (FI)
lunedì 11 luglio, ore 21.30
www.estatefiesolana.it
 
Compagnia Scimone – Sframeli presenta:
Nunzio
di Spiro Scimone
con Francesco Sframeli e Spiro Scimone
regia di Carlo Cecchi

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