Calder Sculpting Time

Al MASI di Lugano una rassegna di oltre trenta opere ricostruisce il percorso creativo compiuto da Alexander Calder nel rivoluzionare la scultura.

Il Museo d’Arte della Svizzera Italiana, presso la sede espositiva del LAC, fino a domenica 6 ottobre, propone al pubblico la mostra Calder. Sculpting Time a cura di Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge intesa a celebrare la dirompente carica rivoluzionaria conferita dallo scultore alle proprie opere.
Nato a Lawnton in Pennsylvania il 22 luglio 1898 e con una laurea in ingegneria in tasca Alexander Calder nel 1926 si trasferisce a Parigi per perfezionare la propria formazione artistica. È nella Ville Lumière, dal confronto con colleghi giunti da ogni dove in quella che all’epoca è la capitale mondiale dell’arte, che evolve la propria tecnica scultorea, passando dai ritratti di persone e animali realizzati in filo metallico e, quindi, totalmente privi di massa a opere astratte. Calder, ormai membro dei movimenti di avanguardia, non si limita tuttavia a creare sculture dalle forme astratte ma si ingegna nel dare loro movimento. Nel vero senso della parola: una piccola spinta, una leggera brezza o un più banale ventilatore mettono infatti in moto elementi appesi a fili o sistemi costituiti da pesi, contrappesi e leve a disegnare nell’aria imprevedibili arabeschi per stupire l’osservatore.
Creazioni dalla forte carica innovativa cui la definizione convenzionale di scultura va stretta, inducendo Marcel Duchamp a coniare il neologismo “mobile” per definirle.
Calder. Sculpting Time mostra al pubblico del MASI oltre trenta opere astratte realizzate tra il 1931 e il 1960, attraversando i diversi filoni creativi sviluppati dall’artista nel corso della propria carriera, ottenute in prestito da importanti collezioni pubbliche e private tra cui la Calder Foundation di New York. Il percorso di visita si sviluppa con andamento grossomodo cronologico, a iniziare dalla stabile Croisière (1931), afferente alla serie delle Sphérique, una delle sue prime astrazioni che nei fili metallici, utilizzati a disegnare nello spazio le orbite delle due sfere colorate, trova un legame con la produzione precedente. Nella stessa sala sono esposti lo standing mobile Little Ball with Countegweight (1931 circa), il cui movimento si basa su un sistema di pesi e contrappesi, e un esemplare senza titolo del 1937 di scultura da muro accompagnata da un dipinto astratto.
L’ampia sala successiva consente di immergersi in un mondo fantastico, un bosco artificiale in cui si passeggia tra le sculture cinetiche di Calder che pendono dal soffitto, fioriscono dalle pareti laterali oppure, posate a terra, protendono lunghi rami verso il visitatore. I monumentali hanging mobile Eucalyptus (1940) e, poco oltre, Arc of Petals (1941) catturano l’attenzione non appena si varca la soglia: a onor del vero va detto che, in assenza di una qualsiasi forza esterna che le attivi, le sculture perdono parte del loro fascino ma la combinazione di forme che le compongono e di ombre bizzarre proiettate sul pavimento resta sorprendente.
Le eleganti Yucca e Aluminum Leaves, Red Post (entrambe risalenti al 1941) sono realizzate con lastre di metallo vivacemente colorate che, come il tronco di un albero, costituiscono la solida base su cui si innestano rami dalle foglie luccicanti.
Negli anni successivi, quando il perdurare della Seconda Guerra Mondiale trascina con sé una forte penuria di materie prima, Calder idea Costellazioni, una nuova serie di sculture astratte, assemblate con fili metallici e legno, da appendere alla parete: in mostra al MASI ne sono presenti alcuni esemplari.
Risalgono invece al periodo post bellico i due ulteriori hanging mobile Triple Gong (1948 circa) e Quatre systèmes rouges (1960), lievi e variopinti, contrapposti all’imponente Red Lily Pads (1956) dall’uniforme colore rosso esposta insieme alla stabile Funghi Neri (1957) nell’ultima sala, caratterizzata dalla parete interamente vetrata affacciata sul lago.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale in cui testi critici ricostruiscono il percorso artistico compiuto da Alexander Calder e il contesto storico in cui si colloca la sua ricerca stilistica a enfatizzarne la dirompente carica innovativa.

Silvana Costa

La mostra continua a:
MASI – Museo d’arte della Svizzera italiana
c/o LAC – Lugano Arte e Cultura
piazza Bernardino Luini 6 – Lugano
fino a domenica 6 ottobre 2024
orari: martedì, mercoledì e giovedì 11.00 – 18.00
giovedì 11.00 – 20.00
sabato, domenica e festivi 10.00 – 18.00
lunedì chiuso
www.masilugano.ch
 
Calder
Sculpting Time
a cura di Carmen Giménez, Ana Mingot Comenge

Catalogo:
Calder
Sculpting Time
a cura di Carmen Giménez, Ana Mingot Comenge
Silvana Editoriale, 2024
21,5 x 31 cm, 168 pagine, 106 illustrazioni, cartonato con sovraccoperta
prezzo: 45,00 Euro
www.silvanaeditoriale.it

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