Cirano di Bergerac

CIRANO DI BERGERAC 31La purezza dell’amore e, più in generale, l’assolutezza di sentimenti quali amicizia, solidarietà e lealtà sono la sempre attuale chiave di lettura per un testo che, da svariati lustri, è un cavallo di battaglia di Corrado d’Elia.

Vent’anni e non dimostrarli. Tanto infatti è il tempo trascorso dal debutto del Cirano di Bergerac adattato, diretto e interpretato da Corrado d’Elia eppure, assistendo allo spettacolo, restiamo sorpresi dalla sua travolgente contemporaneità. La freschezza del testo di Rostand (datato 1897) come riproposto da d’Elia è tale da non denunciare minimamente la propria età e, ancora oggi, grazie all’ininterrotto passaparola, porta al Teatro Litta di Milano un pubblico sempre più numeroso ed eterogeneo: dagli studenti che scoprono il piacere per i classici agli irriducibili appassionati di teatro.
Cirano, oltre ad essere uno dei primi grandi successi di d’Elia, rappresenta la pietra di paragone per pubblico e critica nel giudicare ogni nuova produzione messa in scena dall’artista. Un successo rimasto inalterato nel tempo, nonostante i tanti cambiamenti avvenuti nel cast, a testimonianza del valore dell’impianto di base. Un cast che vede restar saldo, nel ruolo del romantico protagonista, Corrado d’Elia, artista a tutto tondo che ha saputo coltivare e far crescere attorno a sé una fucina in perenne fermento. In fermento come il suo Cirano di Bergerac, con la musica a scandire i tempi dell’azione e dell’amore e gli attori ad agire con la precisione millimetrica dei funamboli, sospesi in una scenografia in continua trasformazione. Gli apparati tecnici sono tra l’altro uno dei tanti punti di forza di questo allestimento che, sotto tanti aspetti, fa da manifesto per una cifra stilistica ricorrente nelle produzioni di d’Elia: la scenografia ma anche il gioco di luci che illumina a giorno le sbruffonate dei cadetti guasconi e accarezza, lieve come un raggio di luna, i volti degli innamorati; la musica ma anche i costumi che giocano sul raffinato contrasto bianco/nero, riservando candide vesti esclusivamente alla dolce Rossana, simbolo della purezza dell’amore che supera le apparenze e le convenzioni.
Un atto unico di due ore e mezza che vola via leggero, come Cirano quando attraversa le linee nemiche per spedire lettere d’amore alla bella Rossana e poco gli importa se le ha firmate col nome di Cristiano: sapere l’amata felice – “grazie a lui” sebbene non “con lui” – è un balsamo che gli cura qualsiasi ferita. Un testo sornione che, come il personaggio del focoso guascone cui dà voce e corpo Corrado d’Elia, alterna vivaci duelli alle frasi d’amore scritte da Edmond Rostand universalmente note, violente battaglie a momenti di dolore strazianti. Il tutto realizzato “alla vecchia maniera”, con una gran ricchezza di attori sul palco che, sebbene si calino a turno nei panni dei personaggi che ruotano intorno a Cirano, svolgono superbamente il ruolo del coro greco per ricordarci che tutti noi siamo Cirano ogni volta che ci dimostriamo generosi negli affetti, anteponendo la felicità altrui alla nostra. Compiere il bene senza attendersi una ricompensa è un atteggiamento nobile e puro che affonda le radici nelle matrici cristiane della cultura europea, così distante dall’amore folle di Orlando per Angelica descritto dall’Ariosto. Quando Cirano vagheggia di raggiungere la luna – è questa la scena in cui la poesia tocca l’acme – è un mero sollazzo, una speculazione teorica,  non è certamente il bisogno di andare a recuperare il senno perduto a sciogliere la sua fantasia.
Venti anni e non sentirli ma non per questo dimenticarli. Ecco che il foyer del Teatro si trasforma in galleria per distrarre il pubblico in attesa dello spettacolo, mostrando i precedenti allestimenti per mezzo delle fotografie di Angelo Redaelli.
Cirano di Bergerac resterà in scena al Teatro Litta sino a fine mese e il suggerimento è di non perdere l’opportunità di (ri)vederlo e, comunque, di non mancare i prossimi appuntamenti con le produzioni della Compagnia Corrado d’Elia.

Silvana Costa

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Lo spettacolo continua:
Teatro Litta
corso Magenta 24 – Milano
fino a domenica 30 ottobre 2016
orari da martedì a sabato 20.30; domenica 16.30; lunedì riposo
www.teatrolitta.it
www.mtmteatro.it

Cirano di Bergerac
di Edmond Rostand

traduzione Franco Cuomo
regia e adattamento Corrado d’Elia
assistenti alla regia Marco Brambilla, Marco Rodio
con Michel Altieri, Marco Brambilla, Alessandro Castellucci, Giovanni Carretti, Francesco Cordella, Corrado d’Elia,  Claudia Negrin, Stefano Pirovano, Marco Rodio, Giovanna Rossi, Stefano Rovelli, Chiara Salvucci
durata  2 ore e 30 min 
http://corradodelia.it

 

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