Comparse a vita

IvanaMuller_Edges_photo_FranckBoisselierEdges, di Ivana Müller, al Fabbricone di Prato, taglia i nastri di Contemporanea Festival 2016. Concept interessante ma realizzazione che solleva dubbi.

Ivana Müller continua il suo percorso di ricerca sulle comparse – nella vita e sulla scena. Quei volti e quei corpi relegati ai margini, privati della propria espressività individuale e manovrati quasi come marionette da registi e direttori d’orchestra.
La successione di quadri, agiti come in una pantomima da 6 performer, mette in scena la ripetitività delle azioni fino al parossismo, e la mancanza di voce (reale e metaforica) di diversi gruppi di comparse. Quelle sul set di un film, probabilmente catastrofico, degli anni ’60 a Los Angeles; quelle sul palco di un teatro d’opera; o, ancora, in posa per un pittore del Cinquecento. Ma anche, metaforicamente parlando, le comparse che sono generalmente gli essere umani in quanto visitatori di un luogo – come una galleria museale, dove passano volti e corpi altri, di fronte agli occhi un po’ assopiti del custode; o i volti sorridenti di due estranei, in una vecchia fotografia ritrovata in un cassetto o acquistata in un mercatino delle pulci, di fronte alla nostra mente che potrebbe immaginarsi un’intera esistenza, senza conoscerne alcun dettaglio, con il gusto perverso e infantile del voyeur.
Fin qui il concept, insieme intrigante e stimolante, di Müller. Altro discorso per la realizzazione.
I testi, recitati in un inglese scolastico, con piccoli sovratitoli a fondo palco, non coinvolgono. In parte a causa della dizione stentata (sarebbe stato meglio che gli interpreti recitassero nella loro lingua originale, dato che non è detto che gli spettatori sappiano l’inglese e, quindi, si dovrebbe partire dall’idea che tutti leggano il testo tradotto) e, in parte, a causa della diversità dei testi stessi – dalle risposte della comparsa a una fantomatica intervistatrice che le chiede perché faccia quel mestiere; al monologo/flusso di coscienza del pittore che si preoccupa che i suoi modelli non muoiano per il freddo prima che finisca il quadro; a discorsi più profondi sulla morte vista come la fine della vita, una fine universalmente temuta in un’esistenza dove tutti noi non agogniamo altro che conoscere la fine quando si tratti di libro o film.
A questi testi così diversi per contenuto e struttura corrispondono pantomime sempre uguali a se stesse che, pur evidenziando la noia e la ripetitività dell’universo della comparsa, non rimandano che lontanamente al testo. Per fare un esempio, le dichiarazioni di un personaggio che partecipa alle rievocazioni storiche e ai giochi di ruolo dal vivo delle battaglie campali europee, è reso visivamente da una performer che sventola una bandiera rossa per l’intera durata del quadro, mentre gli altri entrano in scena per gettarsi a terra come soldati feriti a morte. Una due tre volte… O ancora, il dialogo sulla morte (e sulla liceità di inventarsi la vita di persone sconosciute) si srotola mentre due performer si mettono in posa per un fotografo non presente in scena ma che ne dirige i movimenti, ricalcando tutte le posizioni dell’immaginario filmico da innamorati al picnic. Una due tre innumerevoli volte.
Nessuna corrispondenza, quindi, o varietà nella pantomima per rendere immagine ed enunciato più aderenti – o per rafforzare la prima col secondo e viceversa.
La monotonia impera nell’ora e mezza. E se l’obiettivo che vuole raggiungere Müller è proprio quello di far compartecipare lo spettatore a questo senso di vacuità nel quale sembrano sopravvivere, sospesi come in un limbo, le comparse; non si capisce il perché di certe affermazioni, in senso contrario, delle comparse stesse che, a tratti, rivendicano l’appartenenza a una massa, a un tutto in movimento verso una stessa meta.

Luciano Uggè e Simona M. Frigerio

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Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di
Contemporanea Festival 2016:
Prato, varie location

da venerdì 23 settembre a domenica 2 ottobre 
www.contemporaneafestival.it

venerdì 23 settembre, ore 21.30 
Fabbricone 
via Ferdinando Targetti, 10/12 – Prato

Ivana Müller presenta:
Edges
concept e coreografia Ivana Müller
performer Duncan Evennou, Hélène Iratchet, Julien Lacroix, Anne Lenglet, Bahar Temiz e Jean-Baptiste Veyret-Logerias
testo Ivana Müller
in collaborazione con Antoine Cegarra, Hélène Iratchet, Julien Lacroix, Anne Lenglet, Emmilou Rössling, Bahar Temiz, Jean-Baptiste Veyret-Logerias
consigli artistici Jonas Rutgeerts
disegno luci Martin Kaffarnik
disegno del suono Nils De Coster
produzione I’M’COMPANY
coproduzione Musée de la danse – Centre chorégraphique national de Rennes et de Bretagne (FR) / La Villette – Résidences d’artistes 2015, Paris (FR) / Ménagerie de Verre, Paris (FR)/ HAU Hebbel am Ufer, Berlin (DE) / BUDA Centre culturel, Courtrai (BE)/ fabrik Potsdam, Potsdam (DE) / Pôle Sud, Centre de développement chorégraphique, Strasbourg (FR) / SZENE Salzburg supported by apapadvanced performing arts project and the European Union

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