La nuova produzione di NoGravity porta in scena un inedito progetto di Federico Fellini, sospendendo i danzatori nelle oniriche atmosfere dei suoi film per raccontare l’accettazione del distacco dalla vita terrena e l’accesso all’aldilà.
Fellini Dream è il titolo della nuova creazione della compagnia NoGravity in scena al Teatro Menotti di Milano fino all’1 dicembre. La compagnia di arti performative fondata e diretta da Emiliano Pellisari è da svariate Stagioni una presenza immancabile nella programmazione del Menotti e il pubblico l’accoglie con grande entusiasmo, lasciandosi cullare ogni volta dal senso di meraviglia nell’ammirare i danzatori librarsi nell’aria. La meraviglia nasce dall’idea e dalla sapienza artigianale di Pellisari di attingere alla meccanica del teatro rinascimentale e barocco per realizzare soluzioni che illudono di possedere il segreto per sconfiggere la forza di gravità in scena.
Fellini Dream è chiaramente un omaggio al genio e all’arte di Federico Fellini. La coreografia elaborata da Emiliano Pellisari e Mariana/P non è un banale collage di citazioni cinematografiche ma la messa in scena di un’idea del regista e sceneggiatore premio Oscar mai concretizzatasi prima per banale superstizione. Il soggetto non è – come potrebbe lasciar intendere il titolo – un sogno ma la descrizione di quanto accade in quel breve lasso di tempo in cui, consapevoli di essere in punto di morte, tradizione vuole, si ripercorrono i momenti salienti della propria vita.
Mariana/P, storica co-coreografa di NoGravity al fianco di Emiliano Pellisari, è la protagonista dello spettacolo, una leggiadra incarnazione femminile di Fellini che, accompagnata dal proprio psicopompo, ora sperduta, ora sconcertata, ora emozionata, si muove tra i ricordi che via via prendono corpo. Ricordi che – e qui ci si connette al titolo – hanno dimensione onirica a rievocare l’inconfondibile stile narrativo di Fellini e sono punteggiati da elementi ricorrenti nei suoi film: le suore, il circo, il mare, i marinai e le grandi navi come il transatlantico Rex di Amarcord. Le musiche analogamente sono mutuate dalle straordinarie e indimenticabili colonne sonore composte per Fellini dall’amico Nino Rota.
La musica enfatizza la poesia delle singole scene popolate da danzatori che guizzano tra le onde del mare con la sinuosità dei pesci o da fanciulle che, grazie a vezzosi ombrellini, catturano il vento per librarsi in aria come gli uomini in bombetta di Magritte. Bianco e nero, insieme al rosso ciliegia del rossetto, sono i soli colori utilizzati per i costumi e le scenografie a uniformare tra loro storie ambientate in contesti distanti tra loro, dall’intimità della casa al mare aperto solcato da navi, conferendo al contempo un’allure di eleganza che ben si sposa con abito e copricapo della protagonista ispirato alle vesti dei prelati che affollano la città eterna.
Bianco – ovviamente non da angelo ma da clown, in perfetta linea con la narrazione – è il costume dello psicopompo che segue passo a passo la protagonista e pallidi sono i corpi dei danzatori che si stagliano contro il nero del pavimento del palcoscenico poi proiettato sulla quinta di fondo.
Le scenografie, utili a contestualizzare l’azione, consistono in disegni tracciati su teli che i danzatori srotolano in scena a guisa di tappeti e, accostati tra loro, formano semplici immagini bidimensionali con una grafica che strizza l’occhio all’Art Decò.
I danzatori – tutti artisti con una preparazione di fondo classica e un approfondimento nell’acrobatica – si muovono su quelle scenografie. Letteralmente. I movimenti fluidi e sinuosi eseguiti a terra, grazie a un sistema ideato da Emiliano Pellisari, vengono proiettati in verticale sul fondale del palcoscenico e il pubblico ha così l’impressione che si librino nel cielo o nel mare.
Ogni quadro è diverso del precedente per ambientazione, a ricreare il volo pindarico che la mente compie nel ripercorrere per sommi capi le esperienze chiave di una intera vita, associando momenti lieti ad altri più tristi. Un volo cui la protagonista non partecipa, continuando ad aggirarsi con una certa inquietudine in una sorta di limbo tra vita terrena e l’eterna, non rassegnandosi alla morte: è infatti compito dello psicopompo insegarle a guardare al passato con leggerezza, aiutandola a cogliere gli elementi di involontaria comicità anche nella quotidianità. La leggerezza dello spirito è la meta del percorso imposto alla protagonista affinché possa raggiungere la pace con sé stessa, accettare la morte ed elevarsi anche lei nel cielo a iniziare una nuova forma di esistenza.
Fellini Dream indubbiamente non è il solito spettacolo di danza: la compagnia NoGravity propone infatti un approccio alla disciplina originale e inconsueto che merita attenzione. Il connubio con lo stile unico e riconoscibile di Federico Fellini, in cui si intrecciano, in un’atmosfera sospesa nel tempo e nello spazio, temi tragici e comici è poi particolarmente accattivante.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Menotti
via Ciro Menotti 11 – Milano
fino a domenica 1 dicembre 2024
orario: martedì – sabato 20.00
domenica 16.30
lunedì riposo
www.teatromenotti.orgFellini Dream
coreografia Emiliano Pellisari, Mariana/P
ideazione scene, costumi e disegno luci Emiliano Pellisari
music producer Mariana/P
Compagnia NoGravity
danzatori Mariana/P (principal dancer), Francesco Saverio Cifaldi, Giada Inserra, Leila Ghiabbi, Marianna Caratelli, Baolo Tiber
produzione Compagnia Danza Emiliano Pellisari Studio Ass.cult
prima milanese