Gran varietà

La tradizione del variété napoletano rivive in questo spettacolo basato sui grandi successi popolari firmati da Pisano-Cioffi, Gill e Ripp. Gennaro Cannavacciuolo strega il pubblico con il suono della sua voce e lo trascina, per quasi due ore, in un divertente gioco di allusioni e doppi sensi.

A dicembre Gennaro Cannavacciuolo ha ammaliato il pubblico del Teatro Sala Fontana con un emozionante omaggio a Domenico Modugno nel ventesimo anniversario della sua morte. L’artista torna ora, alla vigilia dell’estate, con uno spettacolo completamente diverso che rispolvera, con il giusto mix di glamour ed ironia, il varietà di inizio XX secolo. Questi due soli titoli, tra i tanti che l’artista ha proposto nel corso degli anni, bastano a dimostrare l’estrema versatilità di un artista di prim’ordine, che spazia con nonchalance dal genere comico alla tragedia, dal recitato al cantato, senza perdere credibilità. Cannavacciuolo in fondo ha avuto maestri eccelsi poiché si è fatto le ossa al fianco di Eduardo De Filippo e Pupella Maggio, guadagnandosi sul campo onori ed il titolo di erede della tradizione della scuola napoletana.
Gran varietà. Il peccato erotico-umoristico nella canzone d’epoca come spiega dettagliatamente il titolo è un travolgente spettacolo musicale che affonda le mani nella tradizione del variété partenopeo, genere teatrale che unisce taglienti battute a ironiche canzoni in un clima di artefatta raffinatezza che sbertuccia il Cafè Chantant francese cui si ispira. Le canzoni selezionate da Cannavacciuolo per l’occasione sono tutte a sfondo erotico: sebbene in queste serate milanesi anche le signore più compite si lascino trascinare dal ritmo coinvolgente della musica, applaudendo divertite, non ci risulta difficile immaginare quanti rossori abbia provocato, un secolo fa, udir cantare del Fiore dell’amore o degli sfacciati piani matrimoniali di Marimba.
Gennaro Cannavacciuolo, come un signore d’altri tempi, si porge compito a dialogare con il pubblico in sala, coinvolgendolo, con gran sapienza, in scambi di battute dal finale boccaccesco, dimostrandosi padrone nella sottile arte dei doppi sensi, senza mai scivolare nella volgarità. Lo spettacolo, suddiviso in due tempi, offre una indovinata sequenza di brani della tradizione partenopea; sebbene il programma si apra con un’irriverente In riva al Po, non manca, di lì a poco, una struggente versione di Malafemmena. Dai tendaggi luccicanti della scenografia spuntano, sulla sinistra del palcoscenico, Marco Bucci, Andrea Tardioli e Claudia Della Gatta che, oltre ad accompagnare con i loro strumenti le canzoni di Cannavacciuolo, rappresentano una frizzante spalla comica per l’artista.
Tra amplessi mimati, smorfie smorfiose e numerosi cambi d’abito, il tempo vola senza accorgersene e anche le sciure più compite applaudono entusiaste, felici di essere rimaste sedute al loro posto nonostante fossero state avvisate che «Quasi tutte le canzoni di questo recital sono a carattere pornografico, chi si sente in qualche modo offeso dal contenuto può lasciare immediatamente la platea».

Silvana Costa

 

Lo spettacolo continua:
Teatro Sala Fontana
via Boltraffio 21- Milano
fino a domenica 14 giugno 2015
orari giovedì-sabato 20.30, domenica 17.00
www.teatrosalafontana.it
 
Gran varietà
Il peccato erotico – umoristico nella canzone d’epoca
di e con Gennaro Cannavacciuolo
musiche eseguite dal vivo da Marco Bucci – pianoforte, Claudia Della Gatta – violoncello, Andrea Tardioli – clarinetto e sax contralto
www.gennarocannavacciuolo.com

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