Hat-ology. Anna Piaggi e i suoi cappelli

I cappelli di Anna Piaggi guidano il visitatore attraverso la magica vita della famosa giornalista di moda in una mostra molto personale, progettata per trasmettere l’atmosfera di quello che era il suo appartamento milanese.Anna Piaggi, giornalista e scrittrice di moda, icona indiscussa di stile e musa severa per generazioni di couturier, ha reso il copricapo un accessorio immancabile del suo stile, un vero e proprio tratto distintivo dellasua figura insieme ai capelli cortissimi ed al rossetto color lacca. Ad un anno dalla sua scomparsa – avvenuta il 7 agosto 2012 – a Milano sono posti in mostra alcuni eccezionali esemplari della sterminata collezione di cappelli accumulata con passione nel corso della vita. La sede prescelta per l’evento è  Palazzo Morando, sito al centro del quadrilatero della moda, vetrina delle Civiche Raccolte Storiche oltre che di una interessante selezione di abiti, accessori ed uniformi di proprietà delle Raccolte d’Arti Applicate del Castello Sforzesco. La formalità dell’antico si accompagna, sino a fine novembre, all’irriverenza del moderno, interpretato da Anna Piaggi con sapiente autoironia al fine di trasformare quello che comunemente viene considerato un semplice accessorio nel “protagonista” di ciascuna delle sue originalissime mise. Racconta a tal proposito Stephen Jones, curatore della mostra: “La maggior parte delle mie clienti siedono pazientemente mentre sistemo un cappello sulle loro teste. Anna invece l’avrebbe preso in mano, provato al contrario, capovolto, vi avrebbe appuntato un gioiello, aggiunto una veletta… e l’avrebbe fatto suo. Poi si sarebbe voltata verso di me e, atteggiando la bocca in una sua tipica espressione, avrebbe detto: ‘vedi’…”
Nella moda, come nel design, si può distinguere tra i capi prodotti in grande serie, in edizione limitata e i pezzi unici sconfinando, in questo ultimo caso, nel campo della produzione artigianale se non, addirittura, artistica. I cappelli in mostra sono un felice esempio di ciò: dai più piccoli, graziosi e semplici a quelli imponenti, da gran cerimonia; decorati con zip, borchie, spille da balia, piume, ricami preziosi eseguiti a mano, reti, nastri e lustrini celebrando la maestria di stilisti ma anche di modellisti e ricamatori.
L’allestimento ha voluto ricreare la suggestione dell’appartamento milanese della Piaggi, in cui, muovendosi per i vari ambienti per ammirare la collezione sparsa in ogni dove, si sente in sottofondo il rassicurante battere sui tasti della macchina da scrivere della padrona di casa. In ogni stanza i cappelli sono organizzati con una precisa logica: nel soggiorno preziosi modelli vintage sono sistemati in cima a pile di riviste di moda, mentre le sedute in paglia viennese diventano raffinati piedistalli per creazioni esclusive dalle complesse architetture e decine di copricapi provenienti da ogni parte del mondo; sul tavolo, tra una cappelliera e l’altra spiccano la lampada liberty e l’inseparabile Valentina, la macchina da scrivere su cui Anna Piaggi compone tanti celebri articoli. Nella zona del bagno e della cucina, rigorosamente riposti in teche, ordinati per colore – rosa, argentati o blu, come i suoi capelli – si ammirano esemplari in materiali preziosi come seta e pelle, accostati a divertenti fascinator decorati con stelline in gommapiuma. La press room, in omaggio al bianco e nero delle pagine stampate di Arianna e Vogue, le principali testate per cui la Piaggi scrive nel corso della sua lunga carriera, raccoglie decine di preziose creazioni di alta moda, alcune “sobrie” come il basco con il monogramma della griffe di turno, altre più esclusive, decorate con gli “orologi molli” di Dalì, ballerine, colombe o scarpe ricoperte di porporina. Nella stanza da letto, riposti tra valige e beauty case, trovano spazio i cappelli nati dalla fantasia dei grandi nomi della moda: Anna infatti riusciva ad indossare con elegante nonchalance, per le vie della città, anche i modelli più estrosi, quelli concepiti solo per il momento dello show della sfilata. Rimbalzando da Milano a Londra, transitando per Parigi – le città evocate dalle graziose illustrazioni di Ivo Bisignano – si succedono oniriche visioni firmate da Galliano, Dior, Schiapparelli, Dolce e Gabbana, Westwood che, attraversando gli anni e gli stili, hanno cinto la testa della severa decana delle giornaliste di moda italiane.
Non poteva mancare un riferimento al grande amore di Anna: il marito Alfa Castaldi. A lui, la scorsa primavera è stata dedicata una bella monografica alla Galleria Carla Sozzani (leggi la recensione) ed alcune di quelle immagini le ritroviamo a Palazzo Morando. Si tratta di ritratti ad Anna Piaggi mentre posa ammantata di abiti spettacolari, arricchiti dall’immancabile cappellino, tra questi anche il total-look (incluso anche l’orsacchiotto) realizzato da Karl Lagerfeld con un tessuto stampato con un divertente ritratto della giornalista.

Silvana Costa

La mostra continua a:
Palazzo Morando. Costume, Moda, Immagine
via Sant’Andrea, 6 – Milano
ingresso da via Bagutta, 24 – piano terra
sino a sabato 30 novembre 2013
orario: martedì – domenica 9.00-13.00 e 14.00-17.30; lunedì chiuso
ingresso libero
www.civicheraccoltestoriche.mi.it

Hat-ology
Anna Piaggi e i suoi cappelli
a cura di Stephen Jones
promossa da  Associazione Culturale Anna Piaggi
in collaborazione con Comune di Milano e Camera Nazionale della Moda Italiana

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