I cento anni di Magistretti

Una mostra in Triennale celebra Vico Magistretti, perfetto esempio di architetto milanese sospeso tra il rigore della tradizione e la capacità di dettare nuove tendenze, ammantandole di un’eleganza intramontabile.

Ci sono appuntamenti importanti che nemmeno una pandemia può annullare: i festeggiamenti per i cento anni dalla nascita di Vico Magistretti, caduti lo scorso 6 ottobre 2020, rientrano in questa casistica. Triennale ha optato per posticipare l’inaugurazione della mostra Vico Magistretti. Architetto milanese a maggio 2021, quando la riduzione dell’indice di contagio ha permesso la riapertura di musei e gallerie. L’esposizione a cura di Gabriele Neri, realizzata in collaborazione con Fondazione Vico Magistretti, così come Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli, resterà aperta sino al 12 settembre al fine di accogliere il pubblico in città per il Supersalone, l’evento che dal 5 al 10 settembre 2021 sostituirà il tradizionale Salone del Mobile.
Vico Magistretti – “il Vico” come si dice a Milano – è il perfetto emblema dell’approccio olistico al progetto peculiare dei Maestri del Novecento: “dal cucchiaio alla città”, non disdegnando all’occorrenza la scrittura. Nella sala espositiva al primo piano del Palazzo dell’Arte, appena oltre il ponte di legno disegnato da Michele De Lucchi, sono esposti i progetti per le abitazioni destinate alle famiglie con basso reddito: il concorso nazionale INA-Casa del 1947, il quartiere Pirelli a Cinisello Balsamo (1958/60), le case MBM al quartiere Gallaratese (1963/71) o, sempre a Milano, l’edifico in corso di Porta Romana (1962/67). Sono progetti dalle soluzioni innovative con cui Magistretti supera i concetti di casa popolare e di standard abitativi stabiliti per legge per offrire agli inquilini spazio e decoro: egli infatti sfrutta le potenzialità della prefabbricazione per abbattere i costi di costruzione ma non la qualità dell’edificio finito e il confort degli interni.
Edifici interessanti sia nelle forme sia nelle distribuzioni delle singole unità abitative che attirano l’attenzione della stampa specializzata tuttavia Magistretti resta uno dei progettisti più richiesti dalla ricca borghesia meneghina e non solo: in mostra, sotto i fasci di luce irradiati dall’infilata di Sonora (1974), sono visibili i plastici di alcune ville suburbane, di lampante matrice razionalista, tra cui spicca casa Arosio ad Arenzano (1956/59) presentata nel 1959 al Congresso CIAM di Otterlo. Poco oltre è possibile ammirare i dettagli che impreziosiscono la Torre al Parco Sempione (1953/56) e il Golf Club di Carimate (1958/61) o edifici pubblici quali il Municipio di Cusano Milanino (1966/69), la Chiesa di Santa Maria Nascente al QT8 (1947/55) e la Facoltà di Biologia dell’Università di Milano (1978/81).
Parallelamente Magistretti conquista pari se non superiore notorietà con gli interventi di interior design e, ancor più, con la concezione di oggetti destinati alla produzione di serie. Elementi di arredo o di uso quotidiano grazie ai quali entra nelle case di milioni di italiani e nei più importanti musei del design di tutto il pianeta. Se agli esordi professionali, nel luglio 1946, Magistretti è tra i giovani architetti invitati a esporre mobili pensati per diverse tipologie di fruitori nell’ambito della mostra organizzata a Palazzo dell’Arte da R.I.M.A. – Riunione Italiana Mostre per l’Arredamento – oggi i suoi pezzi sono tra gli indiscussi protagonisti del Museo del Design Italiano di Triennale.
Il divertente progetto di allestimento ideato da Lorenzo Bini, fondatore dello studio Binocle, per Vico Magistretti. Architetto milanese utilizza al massimo il ridotto spazio messo a disposizione per la mostra, condensandovi non tanto uno sterminato catalogo di idee quanto illustrando la filosofia progettuale che le accomuna. Con le sue calze di un intenso color mattone ribattezzato “rosso Vico” – che Gabriele Neri accosta a quelle dei soldati di un dipinto settecentesco del pittore milanese noto come il Pitocchetto -, Magistretti è una figura iconica del design italiano, un osservatore dell’evoluzione di tecnica e costumi, cogliendo le potenzialità dei nuovi materiali e sviluppando insieme a industriali illuminati prodotti in grado di anticipare le esigenze delle famiglie nell’epoca del boom economico. E non solo: le sue sedie in plastica compaiono nella serie britannica di fantascienza Spazio: 1999.
Sono prodotti essenziali nelle linee affinché si inseriscano con naturalezza in contesti preesistenti, conferendo all’insieme un tocco glamour: pensiamo alla libreria Nuvola Rossa (1977), alla sedia Carimate (1959), alla lampada Atollo (1977) o alla più piccola Eclisse (1967) entrambe insignite del premio Compasso d’Oro. In mostra sono impilati tavolini e sedie di plastica; di fronte all’ingresso svetta solitaria Piccy (1946), la poltroncina pieghevole con la  struttura di faggio e la seduta in tela che accompagna le prime vacanze al mare del dopoguerra e, sotto le teche in vetro, tra schizzi e fotografie, emerge il catalogo con gli oggetti per la vita all’aria aperta di Cassina del 1995 con in copertina le caricature degli arredi di Magistretti eseguite da Steven Guarnaccia.
La miriade di schizzi selezionati da Neri testimonia una creatività senza limiti: le mazze da golf con relativa sacca per Spalding (1981); volante, maniglia e interni per FIAT Auto (1984/91); un orologio da polso prodotto da MDM Geneve (1989/90); televisori e radio portatili per Minerva (1968/70), senza ovviamente scordare i sistemi per ufficio.
La libreria a tutta altezza, anch’essa “rosso Vico”, che copre quasi interamente le pareti accoglie fotografie d’epoca in cui Magistretti appare al fianco di colleghi del calibro di Zanuso, Castiglioni e Sottsass. Qualche ripiano più in là sono esposti i riconoscimenti ricevuti in Giappone e nel Regno Unito mentre sul lato opposto della sala si ricorda il tributo alla scuola nordica e come i suoi pezzi siano parte imprescindibile della collezione permanente di design del MoMA di New York.
La sala espositiva è piccola ma le informazioni che rimbalzano tra tavoli e pareti sono così tante che si finisce per tornare sui propri passi più e più volte, sospesi tra curiosità professionale e ricordi personali. “Il Vico” in fondo è uno di famiglia come ben esprime Jasper Morrison: “Sono cresciuto con Vico a casa nostra, sotto forma di una coppia di sedie Carimate. Da adolescente le disegnavo perché mi piaceva il loro aspetto e, senza saperlo all’epoca, perché rendevano più interessante il nostro soggiorno”.

Per approfondire le tematiche di ricerca accennate da Gabriele Neri in questa mostra-tributo suggeriamo innanzitutto il catalogo edito da Electa ma, ancor più, una visita alla Fondazione studio museo Vico Magistretti in via Conservatorio 20 a Milano. In quello che un tempo era lo studio di Magistretti la Fondazione tiene viva non solo la memoria dell’architetto ma pure lo spirito creativo che pervade il luogo organizzando visite guidate, proiettando interviste, organizzando mostre, incontri e conversazioni.

Silvana Costa

La mostra continua:
Triennale di Milano

viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 12 settembre 2021
per le modalità di ingresso si veda il sito web
www.triennale.org

Vico Magistretti
Architetto milanese
a cura di Gabriele Neri
in collaborazione con Fondazione Vico Magistretti
progetto di allestimento Lorenzo Bini – BINOCLE
progetto grafico NORM, Zurigo
direzione artistica Lorenza Baroncelli

Catalogo:
Vico Magistretti
Architetto milanese
a cura di Gabriele Neri
Electa, 2021
256 pagine, 20×30 cm,  brossura con sovraccoperta
bilingue italiano/inglese
prezzo: 34,00 Euro
www.electa.it

Questa voce è stata pubblicata in architettura&urbanistica, design&grafica, Milano, Triennale e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.