Sergio Rubini e Daniele Russo sono i protagonisti di un nuovo adattamento teatrale di Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, uno spettacolo capace di trasportare il pubblico in sala nell’atmosfera cupa del romanzo di Stevenson e poi farlo sprofondare negli abissi della psiche umana.
Ha fatto tappa al Teatro Carcano di Milano il tour di Il caso Jekyll, la trasposizione teatrale del celeberrimo romanzo di Robert Louis Stevenson, pubblicato per la prima volta nel 1886. Sergio Rubini è il motore dietro tale operazione in quanto si occupa dell’adattamento di Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde insieme a Carla Cavalluzzi, riproponendo la stessa sequenza dei fatti dell’originale, e della regia, oltre a ritagliare per sé in scena il ruolo del narratore.
L’opera, alla pari del pressoché coevo Il ritratto di Dorian Gray (1890) di Oscar Wilde, si focalizza sulle diverse pulsioni che muovono l’animo umano e sulle convenzioni sociali che impongono di sopire quelle più violente. L’eterna convivenza di bene e male all’interno di ciascun individuo e i meccanismi che portano ora l’uno, ora l’altro a prevalere sono tra l’altro al centro degli studi di una branca della scienza che di lì a breve avrebbe affascinato il mondo intero: la psicanalisi.
Il dottor Henry Jekyll, per meglio studiare e imparare a gestire ciascuna delle due componenti, mette a punto una pozione per scinderle al fine di studiarle separatamente “in purezza” e la sperimenta su di sé. Deciso a non compromettere la propria immagine, il dottore decide di adottare il nome di Edward Hyde ogniqualvolta si trovi sotto l’effetto della pozione e, quindi, ostaggio delle sue pulsioni malvage; a ulteriore tutela predispone per il signor Hyde un conto corrente dedicato e un alloggio in uno dei quartieri più malfamati di Londra. Precauzioni inutili quando Hyde incrocia casualmente Richard Enfield, un amico di vecchia data di Jekyll.
La storia prende l’avvio da questo incontro fortuito e si sviluppa come un poliziesco, descrivendo come Enfield e il cugino Utterson riescano a ricomporre gli indizi e a correre in soccorso del dottore, credendolo in ostaggio della feroce creatura, nemmeno lontanamente immaginando si tratti della stessa persona.
La scenografia ideata da Gregorio Botta è immersa nella penombra a creare il contesto ideale per ascoltare un racconto gotico e permettere alle mostruose creature che lo popolano di trovare riparo negli angoli più bui. Il palcoscenico del Carcano è ora una via londinese, ora un interno illuminato dalla fioca luce di una lampada a olio in cui si muovono i personaggi. Durante l’intero arco della rappresentazione Sergio Rubini si colloca a un lato del palco, con davanti a sé un leggio sia a sottolineare il proprio ruolo di narratore, sia a mantenere un netto distacco dall’azione in corso. Distacco enfatizzato dai suoi abiti neri, che quasi lo fanno stemperare nella scenografia, e di foggia contemporanea, in netto contrasto con i costumi tardo ottocenteschi di Chiara Aversano.
La figura del narratore nel romanzo di Stevenson coincide con quella di John Utterson che, in quanto avvocato del dottore, può offrire al lettore un quadro completo delle vicende, includendovi molti elementi ignoti a qualsiasi altro spettatore dei tragici fatti. La soluzione concepita per la messa in scena di Il caso Jekyll sdoppia la figura di Utterson, proponendo in questo modo al pubblico in sala, da un lato, il percorso di progressivo disvelamento dei fatti, caratterizzato dalla ricca gamma di sentimenti che attraversa, dalla sorpresa alla paura, e, dall’altro, giustificare un procedere per salti narrativi, regressioni e approfondimenti psicologici tutti ricuciti elegantemente tra loro.
Protagonista in scena è invece Daniele Russo nel duplice ruolo del dottore e del suo alter ego malvagio: indubbiamente convincente in entrambe le versioni è particolarmente coinvolgente nella scena finale in cui le due personalità ingaggiano la lotta per prendere il definitivo possesso del corpo. Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri e Alessia Santalucia – cui sono affidate tutte le figure femminili, dall’amata signora Jeckyll all’affittacamere del signor Hyde – affiancano Rubini e Russo in scena a formare un gruppo affiatato e trascinante.
La maggior parte del pubblico probabilmente conosce come si sviluppa la storia alla base dello spettacolo ma ciononostante Il caso Jekyll è avvincente e non manca di strappare agli animi più sensibili qualche grido di spavento e di orrore. Si prenda per esempio il gioco di trasparenze della facciata del palazzo del dottor Jekyll: è un efficace espediente per creare suspense e terrore. Colpi e urla indistinte fanno da sottofondo a corpi che appena si intravedono muoversi concitatamente dietro le finestre, lasciando il pubblico con il fiato sospeso mentre immagina la violenta colluttazione in corso, senza riuscire a dedure cosa accada realmente e chi stia avendo la meglio. L’immaginazione prevarica i sensi e la ragione mentre gli spettatori fremono all’unisono: questa è la magia del teatro.
Grazie al cast di Il caso Jekyll per riuscire a regalarcela con questo spettacolo.
Silvana Costa
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Carcano
corso di Porta Romana 63 – Milano
dal 12 al 17 novembre 2024
www.teatrocarcano.comIl caso Jekyll
tratto da Robert Louis Stevenson
adattamento Carla Cavalluzzi, Sergio Rubini
regia Sergio Rubini
con Sergio Rubini, Daniele Russo
e con Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, Alessia Santalucia
scene Gregorio Botta
scenografa assistente Lucia Imperato
costumi Chiara Aversano
disegno luci Salvatore Palladino
progetto sonoro Alessio Foglia
produzione Fondazione Teatro Di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro, Teatro Stabile di Bolzano
In tour
9 – 12 gennaio 2025
Bolzano – Teatro Comunale
17 – 19 gennaio 2025
Trento – Teatro Sociale