Il clan delle divorziate

il Clan delle divorziate 31Un distillato di cinismo e allegria per dimostrare come si possa risorgere dalle ceneri di un matrimonio finito grazie alla fiducia in sé stesse e al supporto delle amiche.

Lo scorso novembre ISTAT ha pubblicato i dati inerenti matrimoni, separazioni e divorzi in Italia. Nel 2015, grazie anche all’introduzione del “divorzio breve”, il numero dei divorzi è cresciuto del 57% rispetto all’anno precedente, toccando quota 82.469, contro 194.377 matrimoni celebrati nello stesso arco di tempo. Troviamo perciò interessante la scelta del Teatro Leonardo di Milano di proporre in cartellone prima Il più bel giorno della mia vita, il nuovo lavoro di Valeria Cavalli, e, dopo poche settimane, Il clan delle divorziate di Alil Vardar.
Dobbiamo dunque essere realisti ed evitare di illuderci che dopo il matrimonio, come nelle fiabe, “vissero felici e contenti”? Per alcuni fortunatamente lo scorrere del tempo non intacca la felicità coniugale; altre volte purtroppo il rapporto si logora e, come accade a Michela, il marito se ne va di casa senza fare più ritorno. Altre ancora è la moglie ad andarsene: per esempio Beatrice, aristocratica milanese, per amore si trasferisce dalla metropoli ai silenzi della Toscana dove lo sposo gestisce una cantina. Quando però Beatrice scopre che le viti non sono l’unica entità di sesso femminile cui il marito dedichi attenzioni, con dolore, sceglie di non comportarsi come tante sciure meneghine che, piuttosto di presentarsi sole agli eventi mondani, accettano il peso di un imponente palco di corna: lei attinge all’orgoglio che ha sorretto la casata nei secoli e torna sola a vivere in città. L’appartamento di Beatrice in centro a Milano diventa il simbolo della rinascita: è la risorsa da cui trarre profitto per una nuova vita senza l’obbligo di lavorare; è un luogo arredato a specchio del propiro animo; è il crocevia dove si incontrano e scontrano le vicende delle tre coraggiose protagoniste de Il clan delle divorziate.
Se è vero, come recita il mantra di Mary, “sono divorziata e l’ho scampata” è tuttavia necessario indirizzare la propria vita verso nuovi obiettivi. La formale Beatrice (Rossana Carretto), la spumeggiante Mary (Jessica Polsky) e l’imponete Michela (Stefano Chiodaroli) non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra per ceto, indole e trascorsi ma il dolore del divorzio le unisce e le stimola a lavorare in sinergia per riconquistare la felicità. Felicità che le tre donne credono risiedere nella presenza di un uomo – meglio se ricco – al loro fianco ma le esperienze che vivranno e il sarcasmo di Mary dimostreranno loro come questo non sia altro che un luogo comune da sfatare. L’amore, se è destino, arriverà: è inutile cercarlo forsennatamente e chiudere gli occhi per illudersi di aver incontrato il principe azzurro anche quando non è così. Le delusioni insegneranno alle tre donne quanto sia importante lavorare su sé stesse: solo amandosi potranno essere amate.
Un’inarrestabile raffica di battute – alcune rasentanti lo spietato cinismo eppure così realistiche – fa scuotere le poltrone della platea per le risate del pubblico che ogni sera, immancabilmente, riempie il Teatro Leonardo. Divorziate, zitelle e maritate, uomini e donne si divertono all’unisono, come poche altre volte ci è capitato di vedere, grazie a un’indovinata scelta del cast diretto con brio e leggerezza da Vittorio Borsari. Un testo accattivante accompagnato da scelte musicali appropriate, da celeberrime citazioni cinematografiche e – come si fa tra amiche – dal coraggio di dar voce con candore a ogni pensiero che attraversi le mente. Riteniamo indispensabile tributare un elogio anche ad Alessandra Scotti per l’adattamento in italiano del testo che, ancora oggi dopo tredici anni di repliche e oltre tre milioni di spettatori, anima la scena culturale parigina.

Silvana Costa

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Lo spettacolo continua:
Teatro Leonardo
via Ampère, 1 – Milano
fino a domenica 12 marzo 2017
orari: da martedì a sabato 20.30
domenica 16.30, lunedì riposo
www.mtmteatro.it

Il clan delle divorziate
di Alil Vardar
adattamento italiano Alessandra Scotti
regia di Vittorio Borsari
cast Jessica Polsky, Stefano Chiodaroli, Rossana Carretto
scene e costumi Cristina Abate, Anna Antonietti

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