Il deposito di Zio Paperone

WOW Spazio Fumetto dedica una mostra al cittadino più illustre e ricco di Paperopoli, trasformando i propri spazi in un laboratorio che sviluppi le tavole di progetto per realizzare il deposito di Zio Paperone – l’edificio simbolo della cittadina – nel mondo reale.

Il deposito di Zio Paperone straripa di monete perciò il capostipite della famiglia dei paperi disneyani ha deciso di espandersi al WOW Spazio Fumetto. A Milano, oltre a servirsi dei locali del museo per esporre tavole originali, gadget da collezione, ricordi e trofei delle mille avventure vissute, il noto arcimultimiliardario si è avvalso della consulenza del Politecnico per la verifica strutturale del suo amato deposito.
WOW, dopo tante mostre dedicate ai personaggi di casa Disney, in occasione di Zio Paperone e i segreti del deposito. Storia e statica del simbolo di Paperopoli ospita per la prima volta gli eroi piumati. Le prima sezione del percorso espositivo, accostando tavole e illustrazioni originali di Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano, Corrado Mastantuono, Marco Rota o Andrea Freccero, vuole presentare al pubblico un articolato ed esaustivo ritratto dell’arcigno abitante del deposito. Nato nel 1947 dalla fervida matita di  Carl Barks – l’uomo dei paperi, Zio Paperone vive mille avventure, esplorando in lungo ed in largo il mondo, accumulando, moneta dopo moneta, un’immensa fortuna. Al suo fianco, accolgono i visitatori Nonna Papera, gli amati nipotini e i nemici di sempre: dalla Banda Bassotti alla strega Amelia, dal pivello Rockerduck a Cuordipietra Famedoro.
Al suo debutto in Il Natale di Paperino sul monte Orso, Zio Paperone è proposto come antagonista dello sfortunato e maldestro Paperino ma, storia dopo storia, diviene uno dei beniamini del pubblico. La sua intraprendenza, il porsi obiettivi folli senza lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli che gli si parano innanzi, la grande prontezza di ingegno nel trovare soluzioni tanto fantasiose quanto efficaci – che lo arricchiscono non solo nel capitale ma anche nell’esperienza – ed il grande amore per la famiglia gli consentono infatti di trasmettere grande positività ai lettori, accattivandosi il loro affetto.
La seconda sezione ha un taglio più tecnico: come accade quando si affronta un progetto architettonico, i curatori partono dall’analisi del contesto urbano. Per esplorare Paperopoli propongono l’uso della guida turistica della città disegnata da Blasco Pisapia – guardacaso laureato in architettura – e presentata lo scorso anno sul settimanale Topolino: mostrano il monumento al suo fondatore, il pioniere Cornelius Coot; ci conducono alle casette basse in cui abitano Paperino e i nipotini e ci sorprendono con gli spettacolari grattacieli del distretto finanziario. In cima alla Collina Ammazzamotori, in posizione strategica da cui si domina l’intera città – e da cui l’intera città può udire le strazianti urla di Zio Paperone quando un affare va storto – si erge il deposito. Scendendo di scala ci vengono elencate le peculiarità dell’edificio: una semplice forma parallelepipoidale quasi interamente occupata dalla vasca delle monete e delle banconote, un ampio terrazzo in copertura su cui disporre alcuni dei sofisticati sistemi di difesa progettati da Archimede Pitagorico ed una cupola che, all’occorrenza, si trasforma in osservatorio da cui sognare straordinarie avventure nello spazio.
La terza sezione della mostra affronta strutturalmente il deposito, proponendo i lavori elaborati dall’ingegnere Luca Sgambi – professore a contratto della Scuola di Architettura Civile del Politecnico di Milano – e dagli studenti del suo corso: alcune tavole possono risultare di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, ma testimoniano la serietà dell’approccio progettuale. Con dovizia di calcoli, gli aspiranti architetti hanno dimensionato pareti e solai; hanno studiato sperimentalmente le azioni fisiche cui tre ettari cubici di denaro sottopongono l’edificio (poiché la letteratura scientifica non affronta l’argomento) e hanno compiuto verifiche sismiche in accordo con la normativa americana del Calisota (alta California). Lo studio si è bloccato solamente all’altezza delle fondazioni, a causa della complessità dell’argomento: le storie a fumetti raccontano infatti che il deposito sia stato eretto sopra una grotta che racchiude un forte. Volendo, potrebbe essere il tema per il corso del prossimo anno!
Tra tante versioni del deposito apparse sulle strisce a fumetti, Luca Sgambi ha proposto agli studenti di basarsi su quella di Don Rosa, uno dei disegnatori storici della saga dei paperi, pubblicata nel 2001. Le planimetrie di Rosa hanno evidenziato la pressoché totale assenza di finestre, di strutture e di impianti, il sovraffollamento negli uffici e un percorso dello scivolo scaccianemici che non garantisce l’incolumità dell’ospite non gradito. Con professionalità degna di uno studio affermato, gli studenti propongono un progetto coerente per risolvere quelle imprecisioni da fumetto e trasformare uno degli edifici, simbolo del fantastico mondo disneyano, in realtà. Servirà poi trovare 32 miliardi di monete – tante ne hanno stimate al Politecnico – per riempirlo.
La mostra è conclusa, noi usciamo e lasciamo Zio Paperone solo, a “tuffarsi nel denaro, come un pesce baleno, e scavarci gallerie, come una talpa, e gettarlo in aria e farlo ricadere sulla testa!”

Silvana Costa
 

La mostra continua:
WOW Spazio Fumetto
viale Campania 12 – Milano
fino a domenica 27 settembre 2015
orari martedì – venerdì – 15.00 – 19.00; sabato e domenica 15.00 – 20.00
chiusura estiva dal 3 al 31 agosto
www.museowow.it
 
Zio Paperone e i segreti del deposito
Storia e statica del simbolo di Paperopoli
nata da un’idea di Ferdinando Zanzottera
realizzata da WOW Spazio Fumetto, Andrea Tardito, Luca Sgambi e Ferdinando Zanzottera
con il patrocinio della Scuola di Architettura Civile (corso di studi in Architettura delle Costruzioni) del Politecnico di Milano
in collaborazione con il settimanale Topolino

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