Il segreto dei segreti

In mostra alla Pinacoteca di Brera il più antico mazzo completo di tarocchi italiano: un capolavoro di scuola squarcionesca che ha da poco svelato alcuni importanti segreti sulle sue origini.La Pinacoteca di Brera espone, orgogliosa, una delle ultime meraviglie che, in ordine di tempo, è entrata a far parte delle sue collezioni: il più antico mazzo completo di tarocchi italiano (ma anche il più antico esistente al mondo), noto come Sola Busca dai nomi dei precedenti possessori, acquistato nel 2009 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Ci troviamo al cospetto di una creazione strepitosa, frutto dell’arte e dell’ingegno rinascimentali, stilisticamente collocabile a metà del periodo umanista, miniata con immagini dalla complessa iconografia che simboleggiano il cammino verso il sapere universale, per inserirsi nei processi della natura e, grazie alla scienza, modificarli. Queste preziose carte sono effettivamente destinate al gioco (ricordiamo che l’uso dei tarocchi per la cartomanzia ha origine nella Francia del XVIII secolo), seppur riservate ad una cerchia molto ristretta di gentiluomini che ne fanno uno strumento di elevazione ad un livello di conoscenza prossima al divino.
Il titolo della mostra – il Segreto dei Segreti – non a caso richiama quello dei tanti trattati scritti dagli alchimisti per divulgare le proprie formule anche se, in realtà, le pozioni per la creazione della pietra filosofale o dell’elisir di lunga vita vengono rivelate solo ai fedeli apprendisti. In mostra, per svelare ai visitatori il mistico mondo cui alludono le immagini riportate sui tarocchi, è esposto, accompagnato dal video esplicativo delle complesse miniature che ne arricchiscono le pagine, uno tra i più preziosi codici italiani su cui si basa il sapere rinascimentale: l’Opera Chemica di Raimondo Lullo, prestato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Questa sorta di premessa ci permette, osservando con cura ogni dettaglio, guidati dalle didascalie della curatrice – la dottoressa Gnaccolini – di cogliere quanto sia complessa la bizzarra composizione che contraddistingue la carta del tre di bastoni: la bocca sigillata da una ghirlanda richiama il concetto di segretezza; i tre bastoni che trapassano la testa alludono ai metalli fondamentali per gli alchimisti ovvero oro, argento e mercurio filosofico; le ali ai lati del volto non sono di un angelo ma dell’aquila volans, pure essa simbolo del mercurio filosofico. Rispetto alla tradizione tardo-gotica, in vigore ancora per quasi tutto il XV secolo, che non prevede alcuna immagine per le carte numerali, il mazzo Sola Busca risulta interessante per il cambiamento introdotto a tal proposito, proponendo, per esempio, per i tarocchi del seme di denari un ciclo decorativo in cui gli studiosi hanno riconosciuto le fasi della coniazione delle monete.
I trionfi riportano invece figure bibliche oltre a personaggi storici legati alla congiura di Catilina ed alle guerre civili che, probabilmente, fanno riferimento a vicende di politica interna minori, di cui non ci è giunta notizia. Anche per queste carte possiamo fare un analogo discorso di rottura con la tradizione: partendo dal presupposto che tra esse vi debbano necessariamente essere anche quelle dedicate ad Amore e Giustizia, gli studiosi sono riusciti ad individuarle solo applicando contemporaneamente ad ogni pezzo più livelli di lettura … oltre ad un forte dose di ironia. Possiamo identificare Nerone, che getta un bambino nel fuoco, con la Giustizia solo richiamando la tradizione rinascimentale di rappresentare il figlio conteso, oggetto del giudizio di Salomone, trattenuto per le caviglie e sospeso a testa in giù.
Questo mazzo di carte, negli anni intercorsi tra l’acquisto da parte del MiBAC e la sua esposizione al pubblico, è stato accuratamente analizzato nella speranza rivelasse i nomi dell’autore delle decorazioni e del suo committente. Quest’ultimo, grazie all’araldica degli scudi sui trionfi, si è dedotto fosse Marin Sanudo, politico al servizio della Serenissima e storico del quale la critica ha sostanziato di recente anche interessi in campo alchemico.
Andrea de Marchi, massimo studioso vivente di pittura marchigiana rinascimentale nonché autore di un bel saggio nel catalogo, dopo aver a lungo ipotizzato che l’artista fosse uno degli allievi della scuola squarcionesca, lo identifica finalmente nel fiorentino – ma trasferitosi ad Ancona in giovane età – Nicola di maestro Antonio, già noto per le sue raffinate pitture su tavola. Per meglio apprezzare il ricco lavoro di questo artista, di fianco ai tarocchi miniati, trovano posto anche otto carte sciolte dello stesso mazzo ma appartenenti ad una serie solamente stampata e non ulteriormente decorata, conservata all’Albertina di Vienna.
Confessiamo che è una delle mostre più graziose ed affascinanti che abbiamo visto ultimamente! A febbraio, i tarocchi Sola Busca lasceranno il posto, nelle raffinate teche color indaco, alle 48 carte di proprietà della Pinacoteca dal 1971 costituenti la parte superstite del mazzo di Bonifacio Bembo, detto anche Brambilla, di stile tardo-gotico realizzato per il duca di Milano. Per non perdervi nemmeno una carta, vi suggeriamo di approfittare dell’abbonamento che la Pinacoteca offre al pubblico ad un prezzo davvero vantaggioso per festeggiare il duecentenario della propria fondazione.

Silvana Costa

La mostra continua:
Pinacoteca di Brera
Via Brera, 28 (accesso disabili da via Fiori Oscuri, 2) – Milano
orario: 8.30-19.15 da martedì a domenica; chiuso lunedì
(la biglietteria chiude alle 18.40)
www.brera.beniculturali.it

Il segreto dei segreti.
I tarocchi Sola Busca e la cultura ermetico-alchemica tra Marche e Veneto alla fine del Quattrocento.
a cura di Laura Paola Gnaccolini
sino a domenica 17 febbraio 2013

seguirà una seconda mostra sui tarocchi che apre al pubblico mercoledì 20 febbraio 2013 I tarocchi Bembo. Dal cuore del ducato di Milano alle corti padane.

Catalogo
Il segreto dei segreti. I tarocchi Sola Busca e la cultura ermetico-alchemica tra Marche e Veneto alla fine del Quattrocento
a cura di Laura Paola Gnaccolini
24 x 28 cm, 104 pagine, 184 colori, brossura
Skira editore, 2012

Didascalie:
Nicola di maestro Antonio, alcune carte dal mazzo dei Tarocchi Sola Busca, 1490 ca
stampa su carta pressata e incollata a formare un cartoncino, miniata a colori e oro 14,4×7,8 cm

Questa voce è stata pubblicata in design&grafica, Milano, Pinacoteca di Brera e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.