Si rinnova il connubio artistico tra Elio Germano e Teho Teardo impegnati in un emozionante confronto con il primo romanzo di Pier Paolo Pasolini, una storia di amicizia, povertà ed emigrazione ambientata nel Friuli del secondo dopoguerra.
Elio Germano e Teho Teardo fino a domenica 16 febbraio sono in scena al Teatro Carcano di Milano con Il sogno di una cosa, una pièce liberamente tratta dal primo romanzo di Pier Paolo Pasolini.
La storia, scritta tra il 1949 e il 1950 e pubblicata solamente nel 1962, è ambientata in Friuli, negli anni immediatamente successivi alla fine della II Guerra Mondiale. I protagonisti sono Nini, Milio ed Eligio, tre giovani amici che vivono tra Casarsa e San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone. È un territorio che Pasolini conosce bene, avendo trascorso l’infanzia tra Casarsa, Sacile e Idra, al seguito del padre ufficiale di fanteria oppresso dai debiti contratti a causa del gioco d’azzardo.
Le vicende dei tre amici li accomunano a molti conterranei obbligati a lasciare la terra natia in fuga dalla fame, con la speranza di mandare un po’ di soldi ai famigliari rimasti a coltivare la terra. Milio parte infatti per la Svizzera mentre Nini ed Eligio attraversano clandestinamente il confine a Gorizia, convinti di trovare facilmente lavoro in Jugoslavia. La gente, contrariamente alle loro aspettative, si rivela ostile verso gli immigrati, frantumandone i sogni e inducendoli a rientrare al paese per adattarsi a svolgere le poche occupazioni che la zona offre.
Elio Germano ancora una volta nel portare in scena un testo non originariamente concepito per il teatro, come già accaduto in precedenza per esempio con Segnale d’allarme. La mia Battaglia e Paradiso XXXIII, lo porge in semplicità, in tutta la sua forza e bellezza. Risiede quindi nelle sue doti di attore il merito di conferire spessore alla narrazione, facendo emergere dalle pagine dei libri i personaggi, dando consistenza alle loro emozioni e, giocando con il sottotesto, evidenziarne le contraddizioni o il semplice non detto.
La musica, composta ed eseguita dal vivo da Teho Teardo sul palcoscenico, al fianco di Elio Germano, accompagna il racconto, sottolineandone i passaggi più significativi. La musica è importante per creare la corretta atmosfera emotiva a sopperire – visto che, appunto, si tratta della declamazione di un testo non destinato alla rappresentazione – all’assenza di una scenografia.
Va sottolineato inoltre come a movimentare Il sogno di una cosa sia la scelta di utilizzare per i dialoghi presenti nel romanzo le voci registrate dei personaggi, tutti interpretati dallo stesso Germano.
Ridotto, per contenere lo spettacolo in una sola ora, Il sogno di una cosa non perde assolutamente il vigore del romanzo, anzi ne rafforza la drammaticità. Una drammaticità legata a un periodo della storia del nostro Paese che decenni di edonismo e apparente benessere paiono aver cancellato. Oggi che il confine tra Gorizia e Nova Gorica è ridotto a un mero limite amministrativo e le due città sono unite nel costituire la Capitale europea della cultura 2025, c’è chi – il Governo per primo – si comporta in maniera ostile e respingente verso quanti fuggono dalla povertà e dalla guerra del proprio Paese in cerca di un futuro migliore, con tutto il dolore che una simile scelta porta con sé.
Il sogno di una cosa merita di essere visto indubbiamente per il fascino immarcescibile dei testi di Pier Paolo Pasolini unitamente alla magistrale prova offerta da Elio Germano e Teho Teardo ma pure per tener desta la memoria del nostro recente passato e imparare da esso.
Lo spettacolo è in scena a Milano sino a domenica 16 febbraio.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Carcano
corso di Porta Romana 63 – Milano
fino a domenica 16 febbraio 2025
www.teatrocarcano.comIl sogno di una cosa
di e con Elio Germano e Teho Teardo
liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini
produzione Pierfrancesco Pisani per Infinito Teatro e Argot Produzioni
coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
con il contributo di Regione Toscana