Il teatro comico di Carlo Goldoni

Invisibile Kollettivo propone un tuffo nella quotidianità di una piccola compagnia teatrale alle prese con le prove del nuovo spettacolo per parlare delle difficoltà affrontate da un attore professionista. Il testo di Carlo Goldoni, perfetta combinazione di comicità e tragedia, è riscritto da Valentina Diana a fondere elementi di storia del teatro con una pungente critica alla contemporaneità.

Il nome di Carlo Goldoni è universalmente noto per l’importante riforma apportata al teatro a partire dalla fine degli anni Trenta del XVIII secolo. Nel 1750 scrive Il teatro comico, una deliziosa commedia in cui utilizza l’escamotage metateatrale per spiegare le innovazioni da lui apportate rispetto alla Commedia dell’Arte. Contestualmente offre anche uno spaccato delle difficoltà attraversate dalle piccole compagnie di attori professionisti nel mettere in scena uno spettacolo tra assenza di fondi e fatica nel passare da un canovaccio a un copione.
Valentina Diana, autrice di fama internazionale, recentemente ospite al Royal Court Theatre di Londra all’interno del progetto Fabulamundi Playwriting Europe, prende il testo e lo riscrive in chiave contemporanea, attualizzandone i temi oggetto di denuncia. Nasce così Il teatro comico di Carlo Goldoni portato in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano da Invisibile Kollettivo sino a domenica 13 aprile.
Le luci in sala si spengono mentre lentamente si accendono quelle sul palcoscenico a rivelare un ambiente caotico e affollato: è lo spazio dove i cinque componenti di una compagnia vivono – un po’ accampati, con le brande collocate tra tavolo e fornelli – e provano lo spettacolo ormai prossimo al debutto. Sulla parete di fondo campeggia il ritratto di Carlo Goldoni: suo il testo che provano con il regista – che è pure attore e produttore – (Alessandro Mor) in affanno per l’incapacità dei due attori che vestono le maschere di Arlecchino e Brighella (rispettivamente Lorenzo Fontana e Nicola Bortolotti) di seguire il copione. Eredi della vecchia scuola, rimasti orfani di Pantalone che non ha retto alla riforma goldoniana del teatro, sopperiscono ai vuoti di memoria con lazzi e un linguaggio estremamente colorito. Completano la compagnia due attrici: Vittoria cui è assegnato il ruolo di Colombina (Elena Russo Arman) e la moglie del regista (Franca Penone).
I cinque attori di Invisibile Kollettivo si dimostrano estremamente affiatati nel conferire brio a Il teatro comico di Carlo Goldoni: un ritmo serrato della narrazione si combina con una perfetta gestione dei meccanismi comici disseminati con grande generosità nella commedia. Meccanismi comici che Valentina Diana ora riprende fedelmente dall’originale, ora crea attingendo dalla realtà adottando lo stesso tagliente spirito critico utilizzato da Goldoni verso i malcostumi suoi contemporanei. Ecco allora che Colombina si vede costretta a fare i conti con la rigida separazione tra le classi sociali o a recitare una filastrocca inneggiante ai valori del matrimonio – con un uomo ovviamente – e della maternità per permettere alla compagnia di ricevere il contributo ministeriale. Duecentosettantacinque anni sono trascorsi dalla stesura de Il teatro comico eppure ben poco pare cambiato nella vita degli attori professionisti delle piccole compagnie, legata a doppio filo al successo dello spettacolo di turno, costretti nel mentre a sponsorizzare un caffè di sottomarca o ad arrabattarsi tra le offerte speciali del discount alla pari di una fetta crescente della popolazione italiana.
Il teatro anche nel XXI secolo rimane un impietoso specchio in cui si riflette la contemporaneità, permettendo al pubblico di osservarla da una distanza sufficiente a coglierne errori e problemi di fondo. Il teatro comico di Carlo Goldoni si propone quindi come un’interessante opera di denuncia sociale diretta e rappresentata con disincanto da Invisibile Kollettivo. Nicola Bortolotti, Lorenzo Fontana, Alessandro Mor, Franca Penone ed Elena Russo Arman – qui elencati in rigoroso ordine alfabetico e non certamente di merito – sono abili nel restituire in scena i mille moti che fanno vibrare l’animo umano. Amore, gelosia, ripicche, opportunismo, desiderio di fama, fame, paura e ansia si accavallano aggrovigliando le vite degli attori che interpretano con quelle dei personaggi della commedia romantica che stanno provando. Ne esce un complesso intreccio tra XVIII e XXI secolo, tra detto e alluso, tra commedia e tragedia, tra finzione e realtà. Una realtà in continua evoluzione e soggetta all’influenza di eventi esterni imprevedibili che, in quanto tale, obbliga l’autore a scrivere un finale aperto.
Da non perdere.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Elfo Puccini Sala Fassbinder
c.so Buenos Aires 33 – Milano
fino a domenica 13 aprile 2025
www.elfo.org

Il teatro comico di Carlo Goldoni
di Valentina Diana
da Carlo Goldoni
regia e interpretazione Invisibile Kollettivo
Nicola Bortolotti, Lorenzo Fontana, Alessandro Mor, Franca Penone, Elena Russo Arman
luci Cesare Agoni
collaborazione alla scena Michele Sabattoli
collaborazione ai costumi Bruna Calvaresi
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro dell’Elfo
in collaborazione con Invisibile Kollettivo
con il contributo di Next – Laboratorio delle idee per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo – Edizione 2024/2025
durata 1 ora e 20 minuti senza intervallo