La signorina Giulia

La Signorina Giulia 31Sesso e violenza – sia verbale che fisica – sono gli elementi che trasformano una piacevole serata di festa nella tragedia che lancia Strindberg nel firmamento dei maggiori drammaturghi contemporanei.

Ha debuttato a Milano La signorina Giulia, la nuova produzione dello Spazio Tertulliano diretta e interpretata da Giuseppe Scordio, responsabile artistico di questa vivace realtà performativa.
La scelta del testo riscuote grande consenso tra il pubblico in sala: questo capolavoro di August Strindberg, scritto nel 1888, allora come oggi rappresenta un efficace escamotage per obbligarci a riflettere sul vero significato della parola libertà e sulle pulsioni che guidano i comportamenti quotidiani di ciascuno di noi. Troviamo nei dialoghi che Scordio ha messo in scena – rispettando la crudezza del testo originale – rancori e invidie che né il trascorrere di un secolo né l’avvento della psicanalisi è riuscita a sanare. La contessina Giulia e il servo Jean, ciascuno infelice a modo suo, sono emblematici di due mondi agli antipodi che, durante la festa della Notte di San Giovanni, entrano in collisione tra loro, facendo crollare le finte facciate di convenienza sociale.
Sonia Burgarello urla tutta la frustrazione della contessina, prigioniera degli obblighi nobiliari, che lamenta l’assenza di segni d’affetto da parte dei genitori e di denaro che le consentirebbe di fuggire altrove alla ricerca della felicità. Come una fiera in gabbia, la giovane donna cerca uno sfogo abbandonandosi alle pulsioni più basse: il sesso con la servitù, il bere sino allo stordimento e la violenza contro chi non esaudisce i suoi capricci. Giulia, troppo concentrata sull’infelicità del suo presente e priva di prospettive per il futuro non si cura di quanto il suo comportamento possa causarne la definitiva emarginazione, sia in seno alla famiglia sia nella società. Una notte di piacere con la padrona non causerebbe invece alcun problema a Jean, cui presta corpo e carisma Giuseppe Scordio. Come qualsiasi altro membro del proletariato di fine Ottocento, l’uomo ha ben poco da perdere concedendosi un’avventura con una nobildonna: se cacciato avrebbe semplicemente l’opportunità di reiventarsi un lavoro, come già fatto più volte in passato.
La cuoca Cristina – interpretata da Agnese Grizzaffi – si fa portavoce del pensiero ipocrita della società di fine XIX secolo e, in poche battute, riesce a tratteggiare la disparità di trattamento riservato a donne e uomini: se per la contessina non esistono attenuanti al biasimo con cui viene giudicata, al fidanzato Jean, seppure contrariata, concede ampia comprensione. L’assoluzione concessa da Strindberg al protagonista maschile del dramma è giustificata anche da un forte processo di immedesimazione, non solamente in quanto uomini ma anche perché l’autore comprende il senso di inferiorità provato da Jean al cospetto di Giulia. Il drammaturgo, figlio di un’umile cameriera, ne La signorina Giulia riversa tutta la frustrazione che gli causa il titolo di baronessa di cui si fregia la prima moglie Siri.
A Giuseppe Scordio e Sonia Burgarello va tributato un applauso anche in quanto autori della scenografia. Nel rigido clima autarchico imposto allo Spazio Tertulliano dai progressivi tagli di fondi, gli attori mettono alla prova le proprie capacità creative nel dare forma a uno spazio che assecondi al meglio i loro movimenti in scena. Come il testo descrive l’ambiguità dei comportamenti di Giulia e Jean, pure l’ambientazione ricrea la promiscuità di funzioni tipica dei locali destinati alla servitù, dove uomini e donne lavorano indefessamente tutto il giorno, concedendosi poche ore di riposo gettati su una branda accanto al camino, sperando i padroni non suonino il campanello per chiamarli improvvisamente a servizio. Tra tavoli massicci, giacigli sfatti e sedie lanciate con foga, i due protagonisti si corteggiano, si inseguono e si colpiscono in un crescendo di violenza e tensione sottolineato dalle elaborazioni musicali Luca Nobis.

Silvana Costa

La Signorina Giulia 3

Lo spettacolo continua:
Spazio Tertulliano
via Tertulliano 68 – Milano
fino a domenica 8 novembre 2015
orario spettacoli: da mercoledì a sabato 21.00; domenica 16.30
www.spaziotertulliano.it

La signorina Giulia
di August Strindberg
regia di Giuseppe Scordio
con Giuseppe Scordio, Sonia Burgarello e Agnese Grizzaffi
scenografia Giuseppe Scordio e Sonia Burgarello
elementi scenografici Apeiron
costumi Lalory Costumi Teatrali di Delia Giubeli
luci Giuseppe Amato
elaborazioni musicali Luca Nobis
organizzazione e comunicazione Marta Ienco
promozione e ufficio stampa Francesca Bartolino
produzione Compagnia Artistica Tertulliano

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