Pietro De Pascalis torna a vestire i panni dell’attore che interpreta Arpagone nel frizzante adattamento metateatrale de L’Avaro di Molière firmato Quelli di Grock, la compagnia amata dal pubblico, giunta a festeggiare mezzo secolo di attività e di grandi successi.
In cinquant’anni Quelli di Grock hanno portato in scena un gran numero di storie, alcune originali, altre riletture dei grandi classici del teatro. Classici quali L’Avaro di Molière divenuti irrinunciabili cavalli di battaglia, richiesti a gran voce e, quindi, riproposti ciclicamente. Parte di questo successo deriva dal lavoro certosino di Valeria Cavalli che nell’adattamento degli originali punta a mettere in luce come certi immarcescibili comportamenti connaturati nella natura stessa dell’essere umano – e le dinamiche che finiscono per scatenare – rendano testi scritti secoli fa ancora estremamente attuali.
In occasione de L’Avaro il lavoro di adattamento tuttavia l’ha spinta oltre, inducendola a meticciare il testo con quello di L’improvvisazione di Versailles, opera consegnata alla storia come lo spettacolo in cui Molière muore in scena. Tale scelta le consente di mostrare uno scorcio di vita di chi fa teatro, di “cosa avviene dietro le quinte e la dicotomia uomo/attore, che fa nascere un’istintiva relazione e una complicità con il pubblico, portato così a contatto con la parte più segreta della rappresentazione teatrale”.
Il frutto di questa operazione di meticciamento delle due commedie è L’Avaro e la troupe du roi, un divertente esempio di metateatro, come ci tiene a sottolineare, con fare dotto, a inizio spettacolo una delle attrici. A rimarcare ulteriormente questa scelta narrativa sul palcoscenico è posizionato un piccolo palco girevole, dotato di insegna, sipario e luci a far risaltare l’insegna del Theatre Francais. Palco che mutua le caratteristiche dal carro di Tespi utilizzato dalle compagnie di giro per le loro esibizioni di piazza.
Valeria Cavalli nelle doppie vesti di autrice e regista – ruolo quest’ultimo che condivide con Claudio Intropido – dà vita a una riscrittura scoppiettante come non mai, dimostrandosi degna erede di Molière nel divertire il pubblico in sala che, come sottolinea un ritornello più volte ripetuto, sia in apertura, sia in chiusura dello spettacolo, è il cliente da soddisfare. Le musiche – come in molti altri spettacoli della compagnia – sono scritte da Gipo Gurrado, eseguire per l’occasione da Nema Problema Orkestar.
Protagonista dello spettacolo non è quindi l’avaro Arpagone ma la scalcagnata compagnia teatrale che si accinge ad andare in scena davanti al re. Non appena le luci in sala si abbassano, arrivano correndo da ogni dove i comici e la scena si riempie di risate e battibecchi nel tentativo di accordarsi su quale spettacolo rappresentare. Compiuta la scelta e designato lo spettatore da incoronare re per la serata – mai che si opti per una regina! – la commedia prende il via tra battute scordate, scene da tagliare, indicazioni del regista urlate col megafono, capricci del primattore e continui cambi dei costumi ideati da Anna Bertolotti.
Il cast, capitanato da Pietro De Pascalis (il primattore – Arpagone) e Marco Oliva (il capocomico) è composto da Ludovico D’Agostino, Cristina Liparoto, Giulia Marchesi, Sabrina Marforio, Isabella Perego e Simone Severgnini, tutti bravi nel caratterizzare sia il comico sia il personaggio da questi interpretato, giocando sul recitato ma ancor più su un’ampia parte di performance fisica.
Il chiassoso gruppo di comici racconta al pubblico dell’avido Arpagone innamorato più della cassettina contenente un piccolo tesoro che dei figli Elisa e Cleante; della mezzana Frosina che cerca di farlo sposare con la modesta Marianna; dell’irriverente serva Saetta guidata dal buonsenso e dall’affetto per i padroncini e di Valerio, il compiacente assistente. Ogni personaggio nasconde nel profondo del cuore dolori e progetti, ordendo goffi piani alle spalle di Arpagone, salvo poi trovarsi tutti sospettati del furto della preziosa cassettina. Dolori e progetti legati ai sogni d’amore di Elisa e Valerio e di Cleante e Marianna osteggiati dall’avidità di Arpagone che in un matrimonio vede solamente il coronamento di un buon affare.
Spoiler: il lieto fine per gli innamorati non si fa attendere e la compagnia di attori riscuote un sorriso di magnanima approvazione dal re e lunghi applausi dal restante pubblico in sala.
L’Avaro e la troupe du roi, dopo la pausa natalizia, torna in scena dal 7 al 19 gennaio 2025 al Teatro Leonardo di Milano.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
MTM Teatro Leonardo
via Andrea Maria Ampère, 1 – Milano
fino a domenica 19 gennaio 2025
orario: da martedì a sabato 20.30
domenica 16.30
www.mtmteatro.itL’Avaro e la troupe du roi
nuova edizione
da Molière
traduzione e adattamento Valeria Cavalli
con Ludovico D’Agostino, Pietro De Pascalis, Cristina Liparoto, Giulia Marchesi, Sabrina Marforio, Marco Oliva, Isabella Perego, Simone Severgnini
regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido
si ringrazia per la preziosa collaborazione Maurizio Salvalalio
musiche Gipo Gurrado
eseguite da Nema Problema Orkestar
ideazione costumi Anna Bertolotti
restyling e sartoria Francesca Biffi
scenografia e disegno luci Claudio Intropido
realizzazione scene Maria Chiara Vitali
direzione tecnica Fulvio Melli
delegata di produzione Lisa Metelli
produzione Manifatture Teatrali Milanesi
durata 110 minuti