Serena Sinigaglia è la regista dell’adattamento del dramma The Welkin di Lucy Kirkwood al suo debutto in prima nazionale al Teatro Carcano di Milano, una pièce corale, con quattordici attori in scena a dar vita a molteplici voci, storie e dinamiche attorno a un efferato delitto.
Lo scorso 24 gennaio ha debuttato al Teatro Carcano di Milano in prima nazionale L’Empireo tratto da The Welkin di Lucy Kirkwood, diretto da Serena Sinigaglia e prodotto dallo stesso Carcano insieme a Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, LAC – Lugano Arte Cultura e Teatro Bellini di Napoli. The Welkin è andato in scena in prima assoluta nel 2020 al National Theatre di Londra.
L’Empireo è ambientato in Inghilterra nel 1759, in giorni di gran fermento per il passaggio della cometa di Halley. Una donna, Sally Poppy (Viola Marietti), e il suo amante sono accusati dell’omicidio di una undicenne, figlia della ricca famiglia per cui la donna lavora. Entrambi sono condannati all’impiccagione e al successivo smembramento ma all’atto di procedere con l’esecuzione sorge un intoppo: Sally sostiene di essere incinta. Il tribunale convoca quindi un gruppo di 12 donne cui delega il compito di stabilire se Sally sia davvero incinta e, se così davvero fosse, la pena le verrebbe commutata in deportazione. Affinché porgano velocemente al giudice una risposta le si rinchiude in una sorta di seminterrato buio e freddo, privandole di cibo e acqua. L’autrice presenta le 12 donne una per una nel momento del giuramento sulla Bibbia, lasciando che ognuna di esse si descriva con il minor numero di parole possibili, raccontando speranze, sogni e paure.
Non è tuttavia corretto, nonostante tali premesse, liquidare L’Empireo come un mero dramma giudiziario. È una storia molto più complessa e profonda, in cui si stratificano il vissuto e le aspirazioni delle protagoniste, ricco di spunti di riflessione e con un andamento altalenante dal tetro al comico.
È una narrazione corale e Serena Sinigaglia, la regista, ci tiene a sottolineare questa specificità non proponendo la ricostruzione di un’aula di tribunale ma disponendo semplicemente il cast di nero vestito a semicerchio – come, appunto, fosse un coro – con ai due estremi l’imputata e l’uomo posto a vigilare sull’adeguato svolgimento dell’esame ma, non per questo, imparziale e incorruttibile.
Le donne infatti pur pronunciandosi sulla questione non sono i giudici finali di Sally: il compito spetta agli uomini in una società in cui le mansioni femminili si limitano alla procreazione e alla cura del focolare domestico. Una società rispetto alla quale non sembra siano stati fatti grandi passi in avanti. Il corpo femminile è intimamente descritto nel suo funzionamento per quanto non venga mai mostrato: si parla degli incontrovertibili indici di gravidanza, dei dolori del parto e di aborto. Una profonda conoscenza anatomica che tuttavia non esonera il medico dallo scivolare nel sempiterno luogo comune delle ovaie che rendono le donne le incapaci di ragionare e giudicare per quanto, in questo caso, sarebbero proprio le tanto vituperate ovaie a salvare Sally dalla forca.
Sally è un personaggio per cui si vorrebbe provare simpatia ma lei non perde occasione per mostrarsi sprezzante, per essere irriverente arrivando a minacciare i membri della giuria, per comportarsi come una selvaggia. La sua connotazione negativa è amplificata dal tradimento dei voti nuziali e dall’aver ucciso una bambina: la sua possibile gravidanza è sminuita dall’età della vittima.
È interessante assistere alle argomentazioni addotte dalle varie donne a supporto delle diverse opzioni: Elizabeth Luke, l’ostetrica del villaggio, si prodiga nella difesa nonostante Sally non le risparmi alcuna ingiuria; Charlotte Cary, la vedova di un colonnello, nega qualsiasi evidenza della gravidanza mentre Mary Middleton è pronta a schierarsi con chiunque purché la si lasci andare a casa a raccogliere i porri. Le ragioni dietro le opinioni espresse da ciascuna di loro vengono pian piano alla luce, sovente spostando i voti da uno schieramento all’altro, e Sally da protagonista viene ben presto retrocessa a voce in un racconto collettivo.
L’ Empireo nell’arco delle quasi due ore di rappresentazione perde più volte ritmo, talvolta a causa di esasperanti monologhi sul concetto di giustizia o il dilungarsi in narrazioni di fatti personali, inclusi gli incontri con presenze demoniache, ma è proprio questo andamento altalenante a rendere ancor più sorprendenti i colpi di scena. L’adattamento del dramma di Lucy Kirkwood a opera di Monica Capuani costituisce un pregevole esempio di teatro, con una meticolosa connotazione dei personaggi che prende consistenza nel corso della rappresentazione e la soluzione adottata Serena Sinigaglia per la messa in scena impedisce al pubblico di distrarsi, perdendosi ad ammirare ora un costume, ora un oggetto di scena.
Un applauso dunque alla regista e al nutrito cast che oltre a Viola Marietti conta – in rigoroso ordine alfabetico e non certamente di merito – Giulia Agosta, Matilde Facheris, Francesca Muscatello, Marika Pensa, Valeria Perdonò, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Chiara Stoppa, Anahì Traversi, Arianna Verzeletti, Virginia Zini, Sandra Zoccolan e Alvise Camozzi, l’unico uomo in scena.
Lo spettacolo è rimasto in cartellone al Teatro Carcano solo tre sere ma nelle informazioni sottostanti trovate le prime date fissate per un tour che si preannuncia molto lungo.
Silvana Costa
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Carcano
corso di Porta Romana 63 – Milano
dal 24 al 26 gennaio2025
www.teatrocarcano.comL’Empireo
tratto da The Welkin di Lucy Kirkwood
regia Serena Sinigaglia
con, in ordine alfabetico, Giulia Agosta, Alvise Camozzi, Matilde Facheris, Viola Marietti, Francesca Muscatello, Marika Pensa, Valeria Perdonò, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Chiara Stoppa, Anahì Traversi, Arianna Verzeletti, Virginia Zini, Sandra Zoccolan
traduzione Monica Capuani, Francesco Bianchi
dramaturg Monica Capuani
produzione Teatro Carcano, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Bolzano, LAC – Lugano Arte Cultura, Teatro Bellini di Napoli
prima nazionale
In tour
17 febbraio 2025
Bressanone – Forum18 febbraio 2025
Merano – KiMM
19 febbraio 2025
Vipiteno – Teatro Comunale20 febbraio 2025
Bolzano – Teatro Cristallo21 febbraio 2025,
Bruneck / Brunico – NOBIS08-13 aprile 2025
Genova – Teatro Gustavo Modena29-30 aprile 2025
Pordenone – Teatro Verdi23-25 gennaio 2026
Pavia – Teatro Fraschini