Parola e musica

julien-gobinPietrasanta. Lunedì 17 dicembre, nel Salone dell’Annunziata, si è svolta un’interessante iniziativa a fini solidali con un incontro sul tema della comunicazione e un recital con testi di Pirandello, Heidegger, Levinas, Freud, Nietzsche, Dickinson e la chitarra flamenca di Julien Gobin.

L’evento ha avuto inizio con una serie di frasi di filosofi, studiosi e autori che si sono confrontati con il tema della parola, della comunicazione e del messaggio verbale o gestuale, da un punto di vista psicologico, poetico o scientifico – dimostrando che tali termini possono confluire in un percorso di senso che porta alla scoperta del sé e dell’altro da sé. Le piccole frasi si sono ricollegate le une alle altre, come perle di saggezza atavica, grazie al filo conduttore della chitarra flamenca. Julien Gobin ha saputo ricreare atmosfere, fare da contrappunto, sottolineare i significati con quella sensibilità che gli è propria.

A seguire, Gobin – rifacendosi al tema dell’incontro e al legame profondo tra un popolo, la sua cultura e la sua musica, espressioni entrambe di una visione originale del mondo, a sua volta in grado di comunicare una storia, un destino e una visione – ha raccontato l’Andalusia attraverso un breve excursus nelle origini del flamenco. Le note hanno rivestito di un corpo sonoro – quasi plastico – temi universali, sensazioni profondamente umane che travalicano epoche e confini, dalla solitudine alla gioia del giorno di festa.

Alle 18.00 circa si è giunti al focus dell’incontro, con l’intervento dei tre psicologi presenti sull’importanza della comunicazione, attraverso un percorso storico-filosofico e scientifico.
Giovanna Franceschini è partita dalla differenza tra realtà di primo e di secondo ordine, quest’ultima la nostra percezione e reinterpretazione della stessa – influenzate, tra l’altro, dal contesto e sempre soggettiva. Già Protagora affermava che “l’uomo è misura di tutte le cose” ma bisognerà attendere il Costruttivismo (nel Novecento) per trovare gli strumenti che spieghino perché e, soprattutto, come la parola e la comunicazione (che ci mette in comune) permettono la creazione di sistemi – dalla famiglia a qualsiasi altra forma di relazione sociale. L’importanza della comunicazione è tale che, in caso di comunicazione difettosa, si possono creare relazioni disfunzionali. Ovviamente, non esiste solamente quella verbale ma anche quella gestuale; così come hanno un loro peso la scelta del silenzio, il tono, la nostra decisione di tacere o meno in un dato momento per sollecitare la risposta dell’altro. A proposito, le neuroscienze confermano l’esistenza dell’empatia che, partendo dalla scoperta dei neuroni specchio, può dirsi imprescindibilmente legata alla comunicazione e alla nostra capacità di trasmettere emozioni e pensieri.

Raffaella Ragagin ha continuato il discorso, approfondendo il tema del linguaggio non verbale, e la differenza tra risposte comportamentali di individui differenti anche di fronte a situazioni, patologie, relazioni disfunzionali similari. Una domanda che sorge spontanea è come comunica il neonato, che non è ovviamente in grado di parlare. La parola, infatti, come elemento basilare della relazione con l’altro da sé arriverà più tardi. Ma, appresa la parola, è impossibile sottrarsi a tale competenza – anche se la comunicazione non verbale e paraverbale non vengono meno bensì integrano. È stato altresì sottolineato come la parola abbia una valenza terapeutica, mentre la prospettiva dalla quale si affrontano le situazioni possa modificare il nostro modo di percepirle (cambiare il punto di vista permetterebbe di entrare nei panni dell’altro e di recuperare situazioni e relazioni). La riflessione su noi stessi sarebbe, quindi, indispensabile alla conoscenza e l’uso delle parole, così come può curare, può anche distruggere il nostro mondo interiore.

A conclusione, l’intervento di Leonardo Lupori che, partendo dalla dicotomia fuga/lotta – propria della mente primitiva, che ci contraddistingue fino agli otto anni d’età – ha spiegato che, solo in seguito, si sviluppa in noi la mente critica – con il corollario delle capacità di analisi, di giudizio e del processo logico. Interessante anche la precisazione sul subconscio che, lavorando per immagini, conterebbe per l’88% sulle nostre scelte, mentre la parte critica (o logico-verbale) avrebbe un peso minimo, ossia del rimanente 12%. L’esempio è quello di una persona a dieta, convinta della propria scelta e determinata a portarla avanti, che troverà in ogni caso difficile resistere a una fetta di torta se avrà di fronte a sé l’immagine della stessa, in quanto quell’immagine potrà rimandarla ad affetti, a momenti piacevoli, a situazioni rassicuranti o felici, che avranno un appeal maggiore della decisione razionale. Ecco perché sarebbe cosi difficile frenare le pulsioni, che provengono appunto dal subconscio.

Pomeriggio stimolante in una fredda giornata dicembrina, a Pietrasanta.
Simona M. Frigerio

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L’evento ha avuto luogo:
Salone dell’Annunziata

Chiesa di Sant’Agostino  
via Sant’Agostino, 1 – Pietrasanta
lunedì 18 dicembre, ore 17.00

Il potere trasformante della comunicazione: il senso di ogni singolo gesto
intervengono: dott. Giovanna Franceschini, dott. Raffaella Ragagini e dott. Leonardo Lupori

a seguire:
Recital
Julien Gobin, chitarra flamenca
e gli attori Mauro Barabani, Antonella Carignani e Federico Barsanti

Evento promosso dal Lions Club Massa Carrara Apuania

 

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