Play

Tempo di anniversari importanti per la Compagnia Kataklò che festeggia sul palcoscenico del Teatro Carcano di Milano riproponendo uno dei successi più amati di sempre.

È il 2008 quando alle Olimpiadi della Cultura di Pechino debutta Play, lo spettacolo-tributo al mondo dello sport ideato da Giulia Staccioli e interpretato dalla compagnia da lei fondata nel 1995: Kataklò Athletic Dance Theatre. In quasi dieci anni Play, riproposto nel corso di lunghe tournee internazionali, è entrato nel cuore dei fan che non si stancano di rivederlo, lasciandosi sorprendere ed emozionare come fosse la prima volta.
Sei performer in scena danno vita a una serie di quadri ironici, ispirati alle differenti discipline sportive, accompagnati dalle raffinate musiche di Ajad che, come i costumi ideati da Sara Costantini, cita le atmosfere di inizio Novecento, agli albori delle Olimpiadi moderne – la prima edizione dei Giochi estivi si disputa nel 1896 e quella dei Giochi invernali nel 1924. Tradizione infatti vorrebbe che all’epoca lo spirito agonistico fosse più puro, le vittorie conquistate solamente con forza fisica e tenacia, senza ausili derivanti dal progresso medico e tecnologico. Un po’ come avvenne nella corsa disperata di Filippide da Maratona ad Atene, rievocata in Play con un quadro dal sapore epico.
Lo spettacolo celebra soprattutto il piacere di divertirsi mentre ci si cimenta in una gara, ricordando che in inglese “to play” è verbo utilizzato per tradurre sia “giocare” sia “praticare uno sport”; è una parola che guizza via allegra e veloce come una freccia nell’aria. Ecco allora i ciclisti inseguirsi per le piste come due amici che si sfidano durante una scampagnata, con fare scanzonato e un po’ gradasso, congratulandosi l’un l’altro superato il traguardo. Che dire poi della tennista che durante l’allenamento, libera dallo stress da competizione, si diverte a far roteare le racchette come un giocoliere fino al – prevedibile – disastroso epilogo?
Giulia Staccioli crea quadri metafisici profondamente diversi tra loro per le impressioni che trasmettono e li compone per garantire al pubblico un altalenare emotivo. La sensualità del rombo delle auto da corsa; il divertente battibecco tra il lanciatore e il peso che non vuol saperne di essere scagliato lontano; la tensione di una discesa che coinvolge sia i piloti sia lo stesso bob; la magia di un volo sugli sci e l’ardito lavorio di gambe in un esercizio di nuoto sincronizzato. In un continuo sotteso evocare le glorie patrie e le passioni dei tifosi italiani non poteva mancare un omaggio al calcio e uno a Jury Chechi, il “Signore degli anelli”, che ha concluso la propria carriera agonistica con una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene nel 2004.
Sei danzatori sul palcoscenico che dimostrano potenza nei corpi e  versatilità performativa in grado di smentire chiunque si permetta di sminuire la danza, di non conferirle il rispetto dovuto a qualsiasi altro sport. In scena, con i soli attrezzi della disciplina affrontata, i protagonisti volteggiano in un’atmosfera onirica, sospesi nello spazio solcato da graffi luminosi colorati che ne enfatizzano i movimenti e, a tratti, sembrano giocare con loro. Lontani dal campo di gara ma non esonerati dal giudizio del pubblico – ben più severo di qualsiasi critico – i Kataklò strappano un lunghissimo applauso a dimostrazione dell’apprezzamento per il lavoro svolto dalla compagnia e da Giulia Staccioli. Staccioli che non dimentica i propri trascorsi di ginnasta di prima categoria e dedica il quadro finale alla specialità del nastro che i cinque atleti fanno serpentineggiare sino a comporre i cerchi olimpici in un tripudio di grazia, agilità e bellezza.
Play è uno spettacolo che ricorda il gusto di praticare sport che abbiamo provato da bambini, la prima volta che siamo entrati in una palestra, o da grandi, durante una partita in spiaggia con gli amici. Lo sport, al di là delle estremizzazioni cui può portare la brama di vittoria, è il piacere di stare bene nel proprio corpo ad ogni età, il divertimento nello sfidare i propri limiti ma anche la trasgressione di infischiarsene delle convenzioni come l’arbitro che, per una volta, vuole essere lui protagonista in campo.

Silvana Costa

 

Lo spettacolo continua:
Teatro Carcano
corso di Porta Romana 63 – Milano
fino a  domenica 17 febbraio 2019
orari: mercoledì, giovedì e sabato ore 20.30
venerdì ore 19.30, domenica ore 16.00
www.teatrocarcano.com

Kataklò Athletic Dance Theatre
Play
ideazione, direzione artistica, regia e coreografie Giulia Staccioli
interpreti Compagnia Kataklò
direttore tecnico Marco Farneti
musiche Ajad
costumi Sara Costantini
produzione Kataklò Athletic Dance Theatre | Mito
durata: 1 ora e 20 minuti + intervallo
www.kataklo.com

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