Preraffaelliti. L’utopia della bellezza

Fa attualmente tappa a Torino il tour mondiale di settanta capolavori della Confraternita dei Preraffaelliti, tra cui vere e proprie icone del movimento, provenienti dalla collezione della Tate Gallery.
Fino al 13 luglio è in corso a Palazzo Chiablese di Torino – parte del vasto complesso culturale del Polo di Palazzo Reale – un’eccezionale mostra dedicata ai pittori Preraffaelliti. Eccezionale perché si tratta di ben settanta opere, tra dipinti ad olio, acquerelli  e disegni, che raccontano la breve parabola della Confraternita, le sue origini, i suoi ideali e l’intrecciarsi delle vite dei suoi protagonisti.
Possiamo considerare i Preraffaelliti il primo movimento dell’avanguardia artistica moderna britannica per la combinazione di senso di ribellione all’establishment della società vittoriana, la ricerca della bellezza, la precisione scientifica nella rappresentazione e la capacità di suggestionare il pubblico. In un contesto storico segnato da profonde disparità sociali, accentuate dal progresso economico messo in moto dalla rivoluzione industriale, i  Preraffaelliti scelgono di guardare al passato, ad un periodo buio, misterioso e drammatico quale è stato il Medioevo. L’estetica proposta da John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti e William Holman Hunt – fondatori, nel settembre del 1848, del movimento – è molto lontana dai nudi classici e dalle narrazioni di eventi biblici promosse dalle Accademie: i Preraffaelliti attingono ai versi danteschi ed ai grandi autori della letteratura inglese, William Shakespeare e Geoffrey Chaucer in primis. Ricostruiscono in maniera iperrealista atmosfere, ambienti e costumi d’epoca, seguendo un percorso stilistico molto distante dagli impressionisti che, di lì a pochi anni, faranno il loro ingresso sulla scena artistica europea. Ad impersonare i ruoli dei protagonisti delle storie narrate si prestano con entusiasmo amici, mecenati e colleghi, in un crescendo di commistione tra arte e realtà; nella prima sala è esposto il quadro icona della Confraternita: Ofelia (1851-52), dipinto da Millais  utilizzando come modella Elizabeth Siddall, futura moglie di Dante Gabriel Rossetti. Si racconta che le lunghe sedute di posa, immersa in una vasca d’acqua, nello studio di Millais, abbiano seriamente compromesso la salute della ragazza, causandone, nel giro di pochi anni, la prematura scomparsa ed avvicinandola così alla figura tragica dell’eroina cui ha prestato le fattezze.
Oltre che musa di molti artisti membri della Confraternita, Elizabeth Siddall è ella stessa poetessa e pittrice, dimostrando un indubbio talento: sono presenti a Torino due acquerelli dai delicati cromatismi – Lamento delle dame da “Sir Patrick Spens” (1856) e Dama che appende uno stendardo alla lancia di un cavaliere (1856 circa) – in cui conferisce alle protagoniste femminili una complessità emotiva inconsueta per l’epoca. Il mito di Elizabeth sopravvive alla sua morte grazie alle opere del marito che ne sublima l’indubbia bellezza in tele quali Beata Beatrix (1863-70 circa), L’amata (La sposa) (1865-66) e Sancta Lilias (1874): questi sono gli anni conclusivi dell’attività della Confraternita, quelli in cui gli intenti originari – di illuminare la società attraverso l’arte – scivolano lentamente nella mera speculazione intellettuale di “arte per l’arte”. Appartengono a questo periodo una spettacolare serie di ritratti femminili ispirati, sia per i cromatismi che per la imponente fisicità e sensualità delle donne, alla – decisamente post-raffaellita – pittura veneziana del XVI secolo.
Alla Confraternita dei Preraffaelliti aderiscono non solo pittori ma anche poeti, scrittori e filosofi, dando vita ad un movimento artistico a 360 gradi che, lontanissimo nello spazio e nel tempo dai dettami accademici, nonostante sconvolga critici d’arte del calibro di Charles Dickens, affascina da subito una committenza composta sia dalla nobiltà di antico lignaggio che dalla neonata borghesia. Mecenate e mentore della Confraternita è John Ruskin che, nel libro The Nature of Gothic (1853), dimostra quanto la società medievale e le allora condizioni di vita e di lavoro fossero da ritenersi preferibili alla schiavitù moderna. I Preraffaelliti infondono dunque nei loro quadri l’invito al ritorno a un mondo più giusto, propugnando la necessità della salvezza e del reciproco sostegno tra le diverse classi sociali, come nel quadro di William Holman Hunt, Risveglio di coscienza (1853-1854), o quello di Ford Madox Brownin, Prendete Vostro figlio, Signore (iniziato nel 1851-52, ampliato e rielaborato nel 1856-57). Quest’ultima opera è estremamente interessante per la presenza di uno specchio convesso che circonda il capo della protagonista, a guisa di aureola, e ricorda quello posizionato da Jan Van Eyck nel Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) per dilatare lo spazio della rappresentazione.
Possiamo affermare che si tratta dei primi artisti ad usare il citazionismo storico: le atmosfere neogotiche, ricreate attingendo a piene mani al repertorio iconografico dei Preraffaelliti, tornano in scena nuovamente negli anni ’70 del XX secolo, con la subcultura dei punk e, ciclicamente, le ritroviamo protagoniste della cinematografia, della musica, della moda e delle arti figurative. Il citazionismo delle opere esposte in mostra è enfatizzato dalle preziose cornici che le racchiudono, ispirate a quelle realizzate in epoca medievale per le pale d’altare o la quadreria dei palazzi nobiliari. Concepite come un tutt’uno con la tela, non è raro che le cornici rechino la trascrizione del brano della tragedia o della poesia cui il pittore si è ispirato come, per esempio in Lear e Cordelia (1849-54) di Ford Madox Brown.
I volumi di Ruskin sui pittori moderni, in cui il critico difende Turner e la pittura di paesaggio, influenzano i Preraffaelliti anche nel loro rapporto con la Natura. Assolutamente non intimoriti dal diffondersi della fotografia, effettuano lunghe sedute di pittura en plein air per riportare minuziosamente ogni singolo elemento del paesaggio, sia quelli sullo sfondo che quelli in primissimo piano, sortendo opere assolutamente innovative quali le scene bucoliche di Ford Madox Brown, Maggio a Regent’s Park (1851) di Charles Allston Collins o Baia di Pegwell, Kent – Ricordo del 5 ottobre 1858 (1858-60) di William Dyce.
La mostra si sviluppa attraverso sette sezioni,  ciascuna dedicata alle tematiche affrontate dal movimento nel corso della sua fugace esistenza: Storia, Religione,  Paesaggio, Vita moderna, Poesia, Bellezza e Simbolismo che si pone, anche a livello di percorso di visita, come una sorta di digressione dal tema principale, ma che dà conto dell’influsso della Confraternita sui movimenti artistici successivi, tra cui  il Simbolismo europeo, per merito delle suggestive opere di Edward Burne-Jones. Il percorso di visita si snoda fluidamente tra le diverse stanze di Palazzo Chiablese, identificando ogni sezione con un colore specifico al fine di rendere l’esposizione immediatamente fruibile, nel segno della grande tradizione didattica anglosassone.
È singolare, infine, costatare come tra tante città, per la tappa italiana di questa mostra sia stata scelta Torino che, proprio negli anni di attività della Confraternita dei Preraffaelliti, con la fondazione della Scuola di applicazione per gli ingegneri (l’antenata dell’attuale Politecnico) nel 1859 e l’apertura delle prime fabbriche moderne, si candida a diventare capitale industriale d’Italia.

Silvana Costa

La mostra continua:
Palazzo Chiablese
piazzetta Reale – Torino
fino a domenica 13 luglio 2014
orari lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì, venerdì e sabato 9.30 – 22.30
il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
www.poloreale.beniculturali.it

Preraffaelliti
L’utopia della bellezza
a cura di Alison Smith e Caroline Corbeau-Parsons
in collaborazione per l’Italia Luca Beatrice
una mostra Comune di Torino – Assessorato alla Cultura, Turismo e Promozione Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, Polo Reale di Torino, Tate Britain, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore
progetto allestimento Corrado Anselmi
allestimento Pro Event
light design Francesco Murano
impianto luci Ciano Impianti
progetto grafico Emanuele Zamponi
www.mostrapreraffaelliti.it

Catalogo:
Preraffaelliti. L’utopia della bellezza
24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, 2014
28×31 cm, 240 pagine, 200 illustrazioni, cartonato
prezzo 36,00 Euro in mostra; 42,00 Euro in libreria

Questa voce è stata pubblicata in Palazzo Chiablese, pittura&scultura, Torino e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.