Il caso di Billy Milligan, il criminale affetto da personalità multipla che assurse agli onori della cronaca negli anni Settanta, è il punto di partenza scelto da Fausto Cabra per una riflessione di ampio respiro sulle dinamiche della psiche umana. Il testo, scritto da Gianni Forte e con protagonista Raffaele Esposito, spoglia il pubblico da pregiudizi morali e lo trascina in un viaggio coinvolgente, sospeso tra presente e passato, alla ricerca delle radici della violenza.
Lo scorso 18 marzo ha debuttato in prima nazionale al Teatro Franco Parenti di Milano Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo. Lo spettacolo, prodotto dallo stesso Teatro Parenti, nasce da un’idea di Fausto Cabra ispirato dalla vita di Billy Milligan e vanta la drammaturgia di Gianni Forte.
Milligan negli anni Settanta è consegnato alla storia per essere il primo caso di imputato riconosciuto dalla giustizia statunitense affetto da personalità multipla e, in quanto tale, assolto dall’accusa di aver rapito, stuprato e rapinato alcune donne. Il caso, divenuto oggetto di un acceso dibattito tra giustizia, psichiatria e opinione pubblica, di recente è pure diventato il soggetto della docuserie di Netflix intitolata I 24 volti di Billy Milligan.
Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo tuttavia non vuole essere una ricostruzione meticolosa degli eventi quanto una riflessione su quale affascinante e, al contempo, spaventoso groviglio di pulsioni noi siamo. Il lavoro di Cabra e Forte parte dal presupposto che la compresenza di ventiquattro personalità in Billy non rappresenti un unicum patologico ma una peculiarità dell’essere umano, scoperta casualmente quando il sistema è andato in avaria, permettendo ai medici che lo hanno in cura di scoprire ulteriori informazioni su quel delicato meccanismo che è il cervello. Il personaggio protagonista dello spettacolo quindi si spoglia del cognome ed è solo Billy per consentire allo spettatore di immedesimarsi in quell’intrico di identità forgiate nel corso della propria vita, come conseguenza a esperienze compiute, a violenze e torti subiti o a un’infanzia che non si è ancora pronti a lasciare alle spalle.
Anna Gualdo interpreta tre donne che hanno una sorta di valenza materna per Billy: la madre, l’avvocatessa della difesa e la psicologa intenta a rovistare nel subconscio dell’uomo alla ricerca della personalità che ha commesso i reati.
Elena Gigliotti in apertura di Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo è invece protagonista di uno struggente monologo in cui le voci di tre delle vittime di Billy rievocano l’aggressione subita: i ricordi, inizialmente nettamente distinti nel descrivere l’atto del rapimento, si sovrappongono sino a diventare una sola straziante voce che chiede aiuto. Una voce che più avanti nel corso del dramma si fa rappresentativa di tutte le donne nel mondo vittime di violenza.
In una scenografia ridotta all’essenziale le parole del testo di Gianni Forte risuonano forti e potenti a stringere il pubblico in sala in una morsa di paura e orrore.
Lo scenografo Stefano Zullo ha posizionato sul fondo del palcoscenico un grande monitor su cui compaiono i nomi dei personaggi e delle personalità presenti in quel momento in scena per aiutare il pubblico a orizzontarsi nella continua e disordinata sovrapposizione di piani narrativi, con gli attori intenti a uscire da un ruolo e immedesimarsi rapidamente nel successivo. Lo stesso Esposito in conferenza stampa ama infatti ricordare che “il palcoscenico è il luogo della rappresentazione, il palcoscenico è uno specchio della realtà ma la realtà stessa è una rappresentazione: indossiamo delle maschere. Il ruolo dell’attore, mascherandosi, è quello di svelarsi, di svelare l’identità degli altri”. Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo mette infatti in atto un sottile gioco di svelamenti inattesi e spiazzanti, introdotti da Gianni Forte a mischiare vero, verosimile e falso platealmente al punto da sembrare vero.
Il finale della pièce glissa volutamente sull’esito del processo rimandando i più curiosi alle cronache dell’epoca. Cabra e Forte preferiscono concentrarsi su quanto la vicenda abbia permesso di scoprire sulla mente umana, garantendo a Billy, attraverso un percorso di conoscenza e coscienza di sé, la rinascita.
Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo è uno spettacolo complesso e forte per le tante facce della violenza che riesce a portare in scena senza fronzoli, senza tentativi di giustificazioni e senza emettere sentenze morali. La magistrale prova offerta da Raffaele Esposito con Anna Gualdo ed Elena Gigliotti è intesa indubbiamente a impressionare il pubblico ma, al contempo, a dimostrargli la necessità di liberarsi dal separare il bene dal male secondo rigidi schemi mentali poiché non sempre distinguerli è possibile.
Lo spettacolo resta in scena sono a domenica 13 aprile e, a quanti non riuscissero a trovare il biglietto, anticipiamo che il Teatro Franco Parenti ha già previsto di riproporlo la prossima Stagione.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala A2A
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 13 aprile 2025
www.teatrofrancoparenti.itSchegge di memoria disordinata a inchiostro policromo
uno spettacolo di Fausto Cabra
drammaturgia Gianni Forte
con Raffaele Esposito, Anna Gualdo, Elena Gigliotti
e Pietro Micci con partecipazione in video
scene Stefano Zullo
drammaturgia luminosa Martino Minzoni
costumi Eleonora Rossi
musiche e drammaturgia sonora Mimosa Campironi
grafica e contributi video Francesco Marro
aiuto regista Anna Leopaldo
direttore di scena Riccardo Scanarotti
elettricista Martino Minzoni
sarta Giulia Leali
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti
durata 1ora e 50 minuti

