Shakespeare a pezzi

Un irriverente spettacolo smonta pezzo per pezzo il mito del grande Bardo per indagarne le opere, la poetica, lo stile ma, soprattutto, le mille leggende sulla persona che hanno contribuito a renderlo il personaggio più originale e misterioso di tutta la sua produzione.

Il primo titolo nel cartellone della rassegna estiva fACTORy32 in the Park(ing) è Otello PoP TrAgEdY con Carlo Decio, un monologo ispirato a Otello, l’immortale tragedia scritta da William Shakespeare nel 1603.
Ma chi è realmente Shakespeare? La domanda non è banale perché, nonostante il Bardo di Stratford-upon-Avon sia un personaggio storico vissuto in epoca relativamente recente, attorno alla sua figura e alle sue innumerevoli opere aleggiano moltissimi interrogativi. Omar Nedjari sintetizza le ipotesi più autorevoli, le intreccia agli studi più assurdi – ma esperienza insegna che pure lì si annidi un fondo di verità – e dà vita al divertente monologo Shakespeare a pezzi interpretato da Enrico Ballardini e andato in scena quale secondo appuntamento della Stagione del teatro milanese.
“A pezzi” perché l’autore, nonché regista, prende la sola produzione teatrale di Shakespeare – che di per sé è già molto vasta – e la smonta, selezionando temi ricorrenti, errori clamorosi, passaggi illuminanti o personaggi che suffraghino le differenti teorie esposte. Nel corso di quattro secoli si è udito che Shakespeare fosse solo un attoruncolo concessosi a fare da prestanome al rivale Christopher Marlowe, o ad altri autori dell’epoca, se non ad Anne Hathaway – non l’attrice che veste gli attillati panni di Batwoman ma la moglie del Bardo – che, in quanto donna, è disdicevole lavori o a Sir Francis Bacon, filosofo, giurista e politico di troppo alto lignaggio per firmare certe frivolezze. La ricorrenza ad ambientazioni italiane, in particolare per le sue prime commedie I due gentiluomini di Verona (1590/95), La bisbetica domata (1593) ma soprattutto La commedia degli errori (1592), spostano addirittura il luogo di nascita dalla perfida Albione alla Sicilia.
I pezzi sovente si dimostrano pezze d’appoggio troppo esili per resistere a confutazioni ma nonostante ciò è un piacere ascoltare Enrico Ballardini e seguirlo nei suoi rocamboleschi ragionamenti, nelle sue ironizzazioni sullo stile del Bardo e perdersi nell’epopea degli Enrichi e dei Riccardi.
Sul palco pile di libri oltre a una scrivania antica ricoperta di carte, dal teschio per l’immancabile scena dell’Amleto e da un computer utilizzato come consolle per lanciare le musiche della colonna sonora dello spettacolo e spot televisivi a testimonianza del potere suggestivo dei personaggi shakespeariani.
L’istrionico Enrico Ballardini è encomiabile in questa performance sospesa tra la conferenza e la farsa, rivelando indubbie doti da comico e intrattenitore ma pure una straordinaria duttilità nel saltare dalla tragedia all’opera romantica. Alle sue spalle il meticoloso lavoro di documentazione storica e teatrale compiuto da Omar Nedjari prima di potersi concedere di sbeffeggiare uno dei più importanti autori teatrali di tutti i tempi, le cui opere continuano a essere amate, rappresentate e utilizzate quali metafore di vita ancora oggi, in questo nuovo millennio. In fondo William è uno di loro e, in questi tempi bui di incessante quaresima, diventa una chimera, un inarrivabile modello di riferimento professionale: pagato per il lavoro svolto e tutelato da un Governo che persegue lo sviluppo artistico e culturale.
Siamo infatti convinti che la cultura sia strumento fondamentale per la ripresa economica oltre ad essere bene irrinunciabile per lo sviluppo del Paese. Ringraziamo quindi gli artisti – e i tecnici che lavorano al loro fianco – per non rinunciare a inseguire i propri sogni e realtà come fACTORy32 che, a costo di spostare il palcoscenico nel parcheggio, permettono loro di esibirsi dal vivo offrendo al pubblico quell’interazione e quegli stimoli fondamentali per la crescita umana e intellettuale. A questo punto come resistere alla tentazione di citare la celeberrima frase pronunciata dal mago Prospero: “Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita” (W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I).
Ricordiamo infine che sabato 4 e domenica 5 luglio va in scena l’ultimo degli spettacoli della rassegna estiva: Il coraggio della verità di e con Martino Corti. Appuntamento a fACTORy32 in the Park(ing)!

Silvana Costa

Lo spettacolo è andato in scena:
fACTORy32
via Watt 32 – Milano
sabato 27 giugno 2020
www.factory32.it
 
Shakespeare a pezzi
di Omar Nedjari
con Enrico Ballardini
regia Omar Nedjari

 

Prossimi appuntamenti:
fACTORy32 in the Park(ing)
rassegna estiva all’aperto

Il coraggio della verità
di e con Martino Corti
sabato 4 luglio ore 18.45 e 21.30
domenica 5 luglio ore 18.45

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