Il nuovo lavoro di Andrée Ruth Shammah, scritto con Federica Di Rosa, si inserisce nel filone narrativo della Grande età a sottolineare come vivere con leggerezza permetta di poter ambire a una morte leggera. Non uno spettacolo sulla morte – o sull’eutanasia – ma una poetica celebrazione della vita e dell’amore con protagonista una straordinaria Milena Vukotic.
Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro, il nuovo spettacolo di Andrée Ruth Shammah, è in scena al Teatro Franco Parenti di Milano fino a domenica 18 maggio.
L’idea, come ha confidato la stessa Shammah in conferenza stampa, risale tuttavia ad alcuni anni fa, concepita pensando ad Adriana Asti nel ruolo della protagonista. Abbandonato e poi ripreso, scontrandosi con l’impossibilità di andare in scena con il cast originariamente ipotizzato, Lezione d’amore trova successivamente in Milena Vukotic l’interprete alla cui personalità adattare il testo e debutta in prima nazionale il 23 aprile, il giorno del 90° compleanno dell’attrice. Al fianco di Milena Vukotic due attori che rappresentano la storia e il futuro del Teatro Parenti, rispettivamente Andrea Soffiantini, reduce dal successo della nuova messa in scena di Factum est scritto da Giovanni Testori proprio per lui nel 1980, e il sedicenne Federico De Giacomo, uno dei protagonisti di Chi come me.
Il testo scritto da Andrée Ruth Shammah e Federica Di Rosa prende le mosse dal romanzo Madame Pylinska e il segreto di Chopin (2018) di Éric-Emmanuel Schmitt – di cui nel 2000 era già stata rappresentata al Parenti la pièce Hotel dei due mondi (1999) – poi contaminato con le riflessioni sulla qualità e la leggerezza della vita di Harold e Maude (1971). L’innesto genera la storia delicata di un incontro tra un’anziana pianista (Milena Vukotic) e Antoine, un giovane svogliato (Federico De Giacomo) cui si strugge di insegnare la passione per la vita.
È lo stesso giovane a raccontare di quell’incontro cinquant’anni dopo i fatti: quando le luci in sala si spengono, prima che il sipario si apra, ormai fattosi un uomo maturo, Antoine (Andrea Soffiantini) sale sul palcoscenico e spiega come casualmente abbia ritrovato il quaderno su cui aveva appuntato ogni singola lezione con Madame A. Aiutandosi con quanto scritto in quei giorni ormai lontani, l’uomo fa riaffiorare i ricordi con lucidità: tutto ha inizio quando la madre, una donna invadente e iperprotettiva, trovandolo indolente e apatico lo manda dalla celebre musicista a perfezionare lo studio del pianoforte.
Madame A è una signora elegante che affronta con leggerezza l’ultima fase della vita. Al suo ingresso in scena si lamenta con la gatta Fleur che sonnecchia sotto il pianoforte: “non c’è niente di più orrido che avere il proprio passato appeso nell’armadio, come se fosse un vecchio vestito. A noi i ricordi piace dimenticarli”. I ricordi, soprattutto quelli dolorosi come la prigionia ad Auschwitz, ogni tanto tornano ad appannarle il sorriso senza tuttavia riuscire a spegnerlo. È molto esigente nello scegliere i propri allievi cui insegna con un metodo decisamente stravagante e questo adolescente svogliato la incuriosisce al punto di decidere di dargli lezioni. Lezioni di leggerezza più che di musica per scuoterlo dal torpore e consegnarlo alla vita, mostrandogli come assaporarla con leggerezza e senza rimpianti sino all’ultimo respiro.
Lo scenografo Gianni Carluccio trasforma il palcoscenico della Sala Blu del Teatro Parenti nell’appartamento parigino di Madame A: lo arreda a sua somiglianza, con uno stile eclettico, e lo immagina inondato dal sole nelle ore centrali del giorno. Nicoletta Ceccolini analogamente crea per lei costumi caratterizzati da una sinfonia di colori, da una stratificazione di tessuti dalle diverse consistenze e da ricami sofisticati a creare uno stile unico. Costumi che, sia per la maestra, sia per l’allievo, cambiano a ogni lezione a trasmettere al pubblico il senso dello scorrere delle stagioni. Nicoletta Ceccolini, per quanto consapevole che Lezione d’amore sia ambientato negli anni Settanta stempera le linee della moda del periodo per rendere i due personaggi, la loro storia e il loro sentire un modello che si reitera ciclicamente nel tempo, avvicinandoli così alla nostra contemporaneità.
Scenografia e costumi rivelano molto di Madame A e Antoine ma è la connotazione conferita loro da Milena Vukotic e da Federico De Giacomo a renderli vivi e vibranti, emozionando il pubblico sino a farlo commuovere per l’amore che avvicina queste due anime sole. Sole ma ciascuna a proprio modo.
Milena Vukotic offre un’interpretazione magistrale da straordinaria attrice quale è: come Madame A, accarezzando tutti i tasti del pianoforte, sprigiona una sinfonia così l’attrice utilizza con maestria tutte le sfumature della voce, del volto e del corpo per restituire la complessità del mondo interiore del personaggio. Instancabile, si sposta incessantemente tra gli ambienti della casa, muovendosi come a passo di danza, trasmettendo così anche fisicamente la leggerezza che caratterizza la filosofia di vita di Madame A. Una leggerezza che non è sinonimo di vacuità ma la dimostrazione di aver imparato a lasciarsi i brutti ricordi alle spalle, evitando le rovinino il piacere di ascoltare la musica, di passeggiare al parco e di tramandare questo suo sapere ai giovani.
Federico De Giacomo, per quanto ancora acerbo, sotto la sapiente guida di Andrée Ruth Shammah riesce egregiamente a rendere il processo di progressiva la crescita di Antoine, dall’apatia dimostrata durante la prima lezione all’esplodere delle emozioni nell’ultimo incontro.
Andrea Soffiantini si cala nel ruolo del narratore con il fare affabile di chi cerca di catturare l’attenzione del pubblico e, al contempo, con il tono distaccato di un Antoine ormai adulto che ha rimosso il ricordo di quelle lezioni dal proprio armadio dei ricordi insieme al turbamento a esse connesso. O almeno così crede perché l’emozione, lezione dopo lezione, carica le sue parole di crescente commozione.
Tre interpretazioni impeccabili che, unite a un tema di grande attualità in una società che invecchia sempre più, a una storia sviluppata con delicatezza strizzando l’occhio a un libro e a un film di successo e a una messa in scena sapiente rendono Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro uno spettacolo incantevole che difficilmente deluderà le attese.
Silvana Costa
Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Blu
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 18 maggio 2025
www.teatrofrancoparenti.it
Lezione d’amore
Sinfonia di un incontro
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
testo di Andrée Ruth Shammah e Federica Di Rosa
con Milena Vukotic, Federico De Giacomo, Andrea Soffiantini
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Nicoletta Ceccolini
musiche di Schubert, Beethoven, Debussy, Alban Berg, Sonia Wieder-Atherton… e Michele Tadini
video Luca Scarzella
assistente alla regia Diletta Ferruzzi
assistente allo spettacolo Claudia Grassi
pittore scenografo Santino Croci
direttore dell’allestimento Alberto Accalai
elettricista Domenico Ferrari
fonico Marco Introini
sarta Alessia Di Meo
parrucca di Milena Vukotic Paride Parrucche
pianoforte automatico PianoDisc Prodigy Tarantino Pianoforti
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti
prima nazionale