TDM X: Giro Giro Tondo

tdm-x-1Triennale Design Museum festeggia quest’anno l’importante traguardo della decima edizione e si presenta al pubblico più giovane e divertente che mai. È il design per l’infanzia il tema con cui si confronta il folto gruppo dei curatori diretti da Silvana Annicchiarico.

TDM X – Giro Giro Tondo. Design for Children affonda le radici in un evento storico, il Salone del Bambino, un’esposizione di 10.000 mq svoltasi in Triennale nel 1959, lo stesso anno in cui all’ONU è sottoscritta la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. La leggerezza decantata da Italo Calvino nelle Lezioni americane è il filo conduttore di una mostra che riesce a restituire un’idea di quanto complesso, caotico e contraddittorio sia il mondo dei bambini. Ciascun curatore ne esplora una porzione, riflettendo sulla relazione tra gli arredi, i giochi, l’architettura, le metodologie d’insegnamento, le immagini e i loro piccoli fruitori. Giro Giro Tondo sollecita quindi il pubblico adulto a considerare il ruolo formativo del design per l’infanzia, sia esso declinato in un libro, in una bambola o in un banco di scuola.
A Stefano Giovannoni è affidato il compito di disporre – e porre in relazione tra loro – sezioni e focus, in un fluire continuo che assecondi gli arzigogoli della fantasia dei visitatori, sospesi tra ricordi più o meno recenti ed eco dei racconti di nonni e genitori. Giorgio Camuffo firma il progetto grafico dell’intera esposizione caratterizzata dalla presenza ricorrente di Quadratino, personaggio dei fumetti di inizio XX secolo, creato dall’illustratore e grafico Antonio Rubino di cui possiamo ammirare altri lavori esposti nella sezione Segni. Il grande volto di Quadratino campeggia sulla parete d’accesso al TDM e attraverso la porta ricavata nel suo naso rosso si entra nel magico mondo di Giro Giro Tondo. La prima sala, una sorta di ouverture curata da Stefano Giovannoni, è popolata da riproduzioni fuoriscala di oggetti dal design ludico che, a partire dagli anni Settanta, segnano l’approccio a una progettazione di matrice pop, figurativa ed espressiva degli attrezzi di uso domestico. Dalla penombra emergono il cane di Eero Aarnio; la Cova di Gianni Ruffi; le sedute a forma di coniglietto, il portauovo Cico e lo scopino per il wc mimetizzato in una pianta di cactus nati dalla fervida mente dello stesso Giovannoni; gli gnomi-tavolino di Philippe Starck; le poltrone policrome di Alessandro Mendini.
Stefano Giovannoni riveste uniformemente tutta la superficie dell’area espositiva – sia i pavimenti sia le ampie pedane su cui sono posati gli oggetti – con la gomma utilizzata per i parchi giochi all’aperto e TDM si trasforma come per magia in un soffice prato verde.
Due sono le sezioni portanti di questa edizione di TDM: Arredo e Giochi, a cura rispettivamente di Maria Paola Maino e Luca Fois con Renato Ocone. La scenografa Maria Paola Maino parte dai primi esemplari di arredi per i più piccoli realizzati da marchi celebri, riducendo di un terzo sedie e poltrone concepite per gli adulti, per approdare a K1340 (1964), la colorata seduta in polietilene progettata da Marco Zanuso e Richard Sapper. Maino si focalizza sull’evoluzione di precise tipologie di arredi quali i banchi di scuola, i lettini, i più ludici cavallucci a dondolo oltre alle già citate sedie. In Giochi Fois e Ocone propongono una ricca panoramica di creazioni che spaziano da inizio Novecento ai giorni nostri, dagli oggetti iconici quali i 16 animali (1959) di Munari in versione gigante alle Winx, grande successo commerciale dei giorni nostri. Giochi didattici e da tavolo sono accostati a pelouche, bambole, automobiline a pedali, soldatini e moderni mostri guerrieri mentre, su un’isola felice, sorge una città in miniatura attraversata da un delizioso trenino elettrico.
Una casetta con le pareti esterne su cui è possibile disegnare ospita la sezione Architettura curata da Fulvio Irace. Al suo interno una sequenza di video mostra esempi di come nel corso del Novecento si sia evoluta l’edilizia scolastica: dall’asilo visto quale mesto ricovero per i figli dei lavoratori fino ai moderni studi sulla qualità degli spazi per incentivare l’interrelazione tra gli alunni, stimolarne la curiosità e, quindi, il desiderio di apprendere. Nell’arco di un secolo il metodo e, per riflesso, l’architettura scolastica vivono un processo di progressiva liberazione degli studenti, sia fisica sia creativa. Un celebre esempio di tale evoluzione è l’asilo Sant’Elia (1935-37), realizzato a Como su progetto di Giuseppe Terragni: seguendo i principi montessoriani, l’architetto concepisce uno spazio libero da rigide divisioni funzionali, fluido, arredato con elementi in tubolare metallico leggeri e facili da spostare in base alle esigenze educative del momento. Tra i progetti esposti non manca il modello di scuola innovativa elaborato nel 2015 da Renzo Piano con il maestro-pedagogo Franco Lorenzoni e lo psichiatra-sociologo Paolo Crepet.
Monica Guerra e Franca Zuccoli, docenti afferenti al Dipartimento di Scienze Umane per la formazione dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, nella sezione dedicata ai Maestri, propongono un excursus storico sui più significativi pedagogisti che hanno cambiato il modo di fare scuola in Italia. Una manciata di semplici oggetti basta loro per raccontare metodi didattici rivoluzionari, apprezzati in tutto il mondo, quali quelli avanzati da Maria Montessori, Reggio Approach, Scuole senza zaino, Mario Lodi, Alberto Manzi o Don Milani. Parlando di scuola non poteva mancare anche una sezione dedicata agli Strumenti in cui Francesca Balena Arista racconta l’evoluzione degli oggetti utilizzati dagli alunni nelle ore di lezione e per i compiti a casa. Nella vetrina a forma di matitone fanno bella mostra di sé cartelle in cartone pressato, pennini e boccette di inchiostro, superbe scatole di colori, temperini, righe, squadre e quaderni che in un’epoca in cui non esiste ancora Wikipedia costituiscono preziosi elementi didattici con le loro copertine zeppe di informazioni di storia, scienze, geografia e voli spaziali.
Pietro Corraini cura la sezione Segni dedicata alle immagini e all’editoria per i più piccoli. Qui i muri sono tappezzati con le creazioni di giovani grafici ed una teca racchiude preziosi fumetti d’epoca tra cui esemplari di Gigirotondo, un periodico ideato negli anni Venti dall’illustratore Bruno Angoletta, che ancora oggi conquista per la grafica fresca e moderna. Grandi e piccini, indifferentemente, sono tuttavia attratti dalla libreria su cui sono esposti – e consultabili – i libri che hanno segnato la storia dell’editoria per l’infanzia: qui, tra tanti autori, spiccano i nomi di Gianni Rodari e Bruno Munari. Munari e Riccardo Dalisi, con i lavori realizzati negli anni Settanta insieme ai figli del sottoproletariato urbano del rione Traiano a Napoli, sono i designer protagonisti di due interessanti focus curati rispettivamente da Alberto Munari e Francesca Picchi in collaborazione con Studio Dalisi.
Un terzo focus, affidato a Enrico Ercole, si concentra su Pinocchio, il giocattolo divenuto bambino. In un grosso armadio-libro sono esposte numerose riproduzioni del celebre burattino, realizzate in diverse fogge e materiali dal 1910 ad oggi, mentre una teca racchiude l’originale della prima puntata de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino apparsa sul Giornale per i bambini nel 1881. Se il burattino a fine Ottocento è uno dei giochi più diffusi nelle camere dei pargoli abbienti, anche il romanzo – uno dei libri più tradotti al mondo dopo la Sacra Bibbia e Dracula – è da considerarsi una sorta di giocattolo: i piccoli lettori vanno in edicola ogni settimana per scoprire cosa accade al protagonista e interagiscono con Collodi, furiosi per la morte per impiccagione del protagonista, obbligandolo a riscrivere il finale. I coraggiosi che si avventurano tra le fauci del pescecane – qui trasformato in una vezzosa balena rosa –  hanno la possibilità di visionare i filmati scelti da Maurizio Nichetti per la sezione Animazione. Attraverso brani tratti da Carosello, sigle televisive, lungometraggi d’animazione di Bruno Bozzetto, Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati ci si tuffa nell’epoca d’oro dell’animazione italiana, quella realizzata a mano su acetato e rodovetro prima dell’avvento del digitale.
Mostri dall’aria tenerosa popolano il corridoio d’uscita dal magico mondo di Giro Giro Tondo con l’intento di dissuadere il pubblico dal tornare alla realtà; come la rivisitazione di Quadratino, sono anch’essi creazioni di Giorgio Camuffo. Meglio allora fare un passo indietro, tornare nel creative set e giocare ancora un po’ a decorare le sagome disegnate dal grafico Guido Scarabottolo.

Silvana Costa

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La mostra continua:
Triennale Design Museum
Triennale di Milano
viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 18 febbraio 2018
orari martedì – domenica 10.30-20.30; lunedì chiuso
la biglietteria chiude un’ora prima delle mostre
www.triennale.org
 
TDM X edizione
Giro Giro Tondo
Design for Children

ideazione e direzione Silvana Annicchiarico
progetto di allestimento e art direction Stefano Giovannoni con Tian Jin
progetto grafico Giorgio Camuffo con CamuffoLab
a cura di Maria Paola Maino, Luca Fois con Renato Ocone, Fulvio Irace, Pietro Corraini, Monica Guerra e Franca Zuccoli, Alberto Munari, Enrico Ercole, Maurizio Nichetti, Francesca Picchi in collaborazione con Studio Dalisi, Francesca Balena Arista

Catalogo:
Giro Giro Tondo. Design for Children
Electa 2017
24 x 31 cm; 432 pagine; brossura con alette
prezzo 49 Euro
www.electa.it

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