Wildlife Photographer of the Year

In mostra, alla sede della Fondazione Luciana Matalon di Milano, le fotografie giunte finaliste all’ultima edizione del prestigioso premio internazionale.

Con The last great Picture lo statunitense Michael Nichols si aggiudica la cinquantesima edizione di Wildlife Photographer of the Year. Il premio è un importante traguardo per Nichols che da oltre trentacinque anni si spende per raccontare le meraviglie della natura e le continue minacce cui l’uomo le sottopone. Comunicare un messaggio è per lui ben più importante della mera rappresentazione del vero e, per conseguire questo risultato, non indugia a spingere ai massimi livelli gli strumenti offertigli dalla moderna tecnologia. Il sofisticato obiettivo ha permesso a Nichols di catturare un’immagine intima di un gruppo di leonesse distese al sole con i propri cuccioli, senza turbarne il riposo. L’uso dei filtri ha reso epica la fotografia, facendo risaltare i fasci di luce che attraversano le nuvole e accarezzano il manto delle regine della savana, giustificando appieno il titolo scelto per lo scatto: The last great Picture – L’ultima grande fotografia. Tom Ang, membro della giuria internazionale, spiega la motivazione della scelta compiuta: “Un’immagine ingannevole e a più livelli, con la drammaticità del cielo sullo sfondo e il senso di pace in primo piano. È un’immagine che è molto più difficile da ottenere di quello che sembra. Ottenuta con un filtro a raggi infrarossi, sembra che i leoni risplendano sulla roccia”.
A differenza di altre mostre di fotografia, Wildlife Photographer of the Year offre didascalie meticolose che, per la gioia di fotografi e aspiranti tali (forse più i secondi), elenca le caratteristiche tecniche di ogni scatto. Dettagli importanti che consentono di capire come nell’atto pratico Matthew Smith abbia realizzato la suggestiva fotografia notturna ad una caravella portoghese nel Nuovo Galles del Sud, Australia. Dettagli assolutamente marginali – se non inutili – quando non combinati con costanza negli appostamenti, fortuna nell’avvistamento, prontezza di riflessi per cogliere l’attimo fugace e tanta poesia per rendere lo scatto indimenticabile. Nella componente narrativa delle didascalie si racconta invece – come in un libro d’avventura – attraverso quali traversie l’autore sia giunto a tale risultato. Si tratti dei dodici mesi passati da Matthew Smith a fotografare le luminescenti creature marine che popolano Bass Point Cove alla ricerca dello scatto perfetto o di Leon Petrinos che, a soli otto anni, durante il suo primo safari in Africa, quando i compagni di avventura fuggono spaventati da un ghepardo, si stende al suolo per catturare furtivamente lo sguardo attento del felino a caccia.
La giuria della cinquantesima edizione di Wildlife Photographer of the Year ha esaminato 42.000 fotografie, opera di professionisti o semplici amatori, provenienti da 96 differenti nazioni, suddivise in ben 21 categorie che esplorano il mondo vegetale e animale in ogni suo dettaglio. Speciali sezioni sono dedicate agli autori in erba: Premio speciale talento emergente (18-25 anni); Premio speciale Portfolio (oltre i 26 anni); Primi scatti a sua volta suddiviso in fotografi fino a 10 anni, 11-14 anni e 15-17 anni. Lo scorpione che si gode il sole pomeridiano è il protagonista di Stinger in the sun di Carlos Perez Naval (di soli otto anni) la fotografia che si è aggiudicata l’ambito premio Young Wildlife Photographer of the Year
L’italiano Bruno D’Amicis è vincitore nella categoria Il Mondo nelle Nostre Mani con The price they pay, fotografia tratta da un reportage incentrato sulle specie in via di estinzione nel Sahara. Gli animali protagonisti delle fotografie esposte nelle sale della Fondazione Luciana Matalon non sono infatti i cuccioli che inteneriscono i fruitori dei social media ma esseri viventi ritratti con rispetto – a volte misto a deferente timore – sempre più spesso simboli della catastrofe ambientale scatenata dalla presenza umana.
Tra i fotografi italiani è possibile ammirare anche i lavori di Simone Sbaraglia giunto finalista nella categoria Mammiferi con Communal warmth; Silvio Tavolaro nella categoria Piante e Funghi con Snow Stand; Adriano Morettin nella categoria Specie Acquatiche con Touch of Magic; Alessandro Carboni nella categoria Ambienti terrestri con la fotografia Ice land; Cristiana Damiano nella categoria Bianco e Nero con A long line in legs e Bernardo Cesare nella categoria Natural Design con la foto Kaleidoscope.
Segnaliamo infine, oltre alla presenza di un bel catalogo e di un volume che commemora le cinquanta edizioni di Wildlife Photographer of the Year, un fitto calendario di conferenze, visite guidate e workshop organizzati dall’Associazione culturale Radicediunopercento.

Silvana Costa

40_Matthew Smith_Navigazione a vela

La mostra continua:
Fondazione Luciana Matalon
Foro Buonaparte 67 –Milano

fino a mercoledì 23 dicembre 2015
orario: tutti i giorni 10.00 – 19.00
giovedì e venerdì 10.00 – 22.00
chiuso lunedì (aperto lunedì 7 dicembre)
sabato 12 dicembre 10.00 -17.30
chiusura biglietteria 45 minuti prima
www.fondazionematalon.org

Wildlife Photographer of the Year
organizzata da Associazione Culturale Radicediunopercento
proprietà Natural History Museum di Londra, BBC Wildlife Magazine
esclusiva per l’Italia Pas Events s.r.l.
con il patrocinio di Comune di Milano, EXPO Milano 2015, EXPO in Città
www.nhm.ac.uk/visit/wpy.html
www.radicediunopercento.it
 
Cataloghi:
Wildlife Photographer of the Year Portfolio 24
introduzione di Jim Brandenburg

edizione Natural History Museum e Rosamund Kidman Cox
lingua inglese, 160 pagine
prezzo: 35,00 Euro

50 Years of Wildlife Photographer of the Year book
libro commemorativo per i 50 anni del concorso e ripercorre la storia della fotografia naturalistica

edizione Natural History Museum e Rosamund Kidman Cox
lingua inglese, 256 pagine
prezzo: 50,00 Euro

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