Lugano ospita una mostra monografica dedicata al lavoro di Luigi Ghirri, il fotografo dallo stile inconfondibile che ha tracciato la nuova via della fotografia del paesaggio in Italia.
Il 1984 è l’anno che fa da spartiacque in Italia nel modo di vedere e rappresentare il paesaggio in fotografia. È l’anno della mostra Viaggio in Italia intesa a fare un bilancio dell’omonimo progetto ideato da Luigi Ghirri, in cui sono coinvolti una ventina di fotografi tra cui emergono i nomi di Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte e Mario Cresci. L’idea è raccontare l’Italia non più attraverso fotografie-cartolina, sovente in bianco e nero, di monumenti e località famose retaggio di una cultura e di un mondo ormai superati. Il risultato è straordinario per l’impatto che ha e la ricaduta su innumerevoli altre discipline, a iniziare dall’architettura e dall’urbanistica. Emerge l’immagine di un paesaggio in gran parte antropizzato insieme al ritratto di chi e come lo trasforma.
Viaggio in Italia nasce da lontano, nei primi anni Settanta quando Luigi Ghirri esplora Modena, la città dove vive, fotografando scorci urbani mentre nei fine settimana si spinge fuori città, visitando l’Emilia Romagna, e poi su sino alle Alpi. Negli anni seguenti, quando è un fotografo affermato, ai viaggi di diletto si aggiungono quelli di lavoro: è naturale quindi scegliere di intitolare la grande mostra monografica dedicatagli al MASI – Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991.
La mostra si compone di circa 140 fotografie, è allestita presso la sede del LAC ed è visitabile sino a domenica 26 gennaio 2025. La curatela è affidata a James Lingwood un esperto di arte contemporanea, conosciuto a livello mondiale, consulente di numerosi musei e fondatore con Michael Morris nel 1991 di Artangel, un’agenzia che produce opere e progetti coinvolgendo esponenti di diverse discipline: pittori, scultori ma anche coreografi, registi o compositori. Una scelta non casuale a sottolineare come il lavoro di Luigi Ghirri sia influenzato da una molteplicità di stimoli derivanti anche dall’arte.
Viaggi si configura come un vero e proprio viaggio a tappe nel lavoro, nell’immaginario e nella poetica di Ghirri. Una sezione, Viaggi in casa, espone alcune fotografie delle serie Atlante dove protagoniste sono le carte geografiche e astronomiche di cui cattura dettagli, concentrandosi sui simboli che indicano monti, laghi, città, isole, oasi o stelle. Documenti oggi pressoché inutilizzati ma allora punto di partenza di ogni viaggio che, prima che reale, è immaginato. Un viaggio da turista, in luoghi iconici quali il lago Maggiore, le montagne del Trentino, Capri o la Puglia, immortalati a ricordo dell’esperienza compiuta come fanno tante famiglie italiane in un’epoca in cui la macchina fotografica è ormai un bene diffuso. Un ricordo a colori perché, come amava spiegare, “il mondo reale non è in bianco e nero e perché sono state inventate le pellicole e le carte per la fotografia a colori”.
L’immaginazione è pure solleticata dai manifesti pubblicitari che tappezzano i muri delle città dove magari solo un bordo strappato o il muso della Cinquecento che fa capolino svela il gioco. Lingwood ricorda che una volta Luigi Ghirri disse che “la realtà in larga misura si va trasformando sempre più in una colossale fotografia e il fotomontaggio è già avvenuto nel mondo reale”. Fotomontaggi accostati in mostra a vedute di luoghi turistici reali quali, per esempio, la spiaggia di Orbetello, obbligando il visitatore così a soffermarsi, analizzare ogni opera con cura, per distinguere il vero dai fotomontaggi del mondo reale. Stessa cosa accade dinnanzi alla serie di fotografie scattate all’Italia in miniatura a Rimini, con i turisti ritratti dinnanzi alla ricostruzione delle Dolomiti esposte di fianco a quelle delle cartoline di Braies e a un manifesto attaccato sui muri di palazzi di Reggio Emilia.
Luigi Ghirri probabilmente avrebbe apprezzato questo gioco espositivo che accosta il vero al verosimile, come amava fare anche lui, soffermandosi per esempio davanti a un locale di Bari, con l’insegna a forma di palma collocata a ridosso di una palma reale.
L’occhio tuttavia viene ingannato anche dal particolare stile che contraddistingue questo fotografo, capace, sia al momento dello scatto, sia poi durante il processo di stampa, di conferire ai luoghi un’allure irreale, visioni ispirate alle piazze metafisiche di de Chirico, agli scorci delle fabbriche di Sironi o alle sperimentazioni della Pop Art. Un’allure rafforzata dal tempo – almeno un terzo delle stampe in mostra risalgono agni anni Settanta e Ottanta – che ne ha modificato i colori facendo loro assumere la sfumatura seppiata del ricordo.
Negli anni Ottanta infatti, al crescere della fama e con l’avanzare della tecnica, Ghirri viaggia in quasi tutta Italia, realizzando diversi servizi per enti turistici e per il Touring Club Italiano, passando a una macchina fotografica dalle prestazioni più elevate ,ma i luoghi continuano a essere immortalati con lo senso di meraviglia e magia degli esordi.
Meraviglia che accompagna il visitatore anche Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970-1991 grazie all’elegante catalogo edito da Mack.
Silvana Costa
La mostra continua a:
MASI – Museo d’arte della Svizzera italiana
c/o LAC – Lugano Arte e Cultura
piazza Bernardino Luini 6 – Lugano
fino a domenica 26 gennaio 2025
orari: martedì, mercoledì e giovedì 11.00 – 18.00
giovedì 11.00 – 20.00
sabato, domenica e festivi 10.00 – 18.00
lunedì chiuso
www.masilugano.ch
Luigi Ghirri
Viaggi
Fotografie 1970-1991
a cura di James Lingwood
coordinamento del progetto Ludovica IntroiniCatalogo:
Luigi Ghirri
Viaggi
Fotografie 1970-1991
a cura di James Lingwood
Mack, 2024
21,5 x 25 cm, 184 pagine, copertina flessibile
prezzo: 45,00 Euro
https://mackbooks.eu/