La mostra al Castello Visconteo Sforzesco di Novara ripercorre le tappe chiave dell’evoluzione della pittura di paesaggio nel corso del XIX secolo in Italia nord-occidentale, tra influenze straniere, studi su luce e meticciamenti con il Simbolismo.
Una nuova mostra di pittura, allestita nelle sale al primo piano del Castello Visconteo Sforzesco, torna a inserire Novara tra le tappe irrinunciabili a inizio 2025 per gli amanti dell’arte: Paesaggi. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo, a cura di Elisabetta Chiodini, è aperta al pubblico sino a domenica 6 aprile.
Il titolo rivela come, una volta ancora, la città renda omaggio al periodo storico compreso tra inizio Ottocento e il primo decennio del Novecento, periodo caratterizzato da un forte vento che spazza tutta Europa recando con sé rivoluzioni in abito sociale, politico, tecnico, scientifico e artistico. La pittura e, in particolare, la pittura di paesaggio è il campo in cui si attua principalmente la rivoluzione stilistica che porta all’accantonamento dei precetti dell’accademismo. I pittori italiani, imitando i colleghi d’oltralpe, abbandonano il proprio studio per confrontarsi direttamente con la natura, spostano l’attenzione dall’ideale-allegorico al reale o, meglio all’impressione che ne ricevono. Le composizioni si semplificano a dare maggior respiro alla veduta, la fase di disegno preparatorio cede il passo a vigorose pennellate di colore che, stratificandosi, puntano a fissare velocemente su tela un paesaggio in continua mutazione nel corso della giornata.
È doveroso aggiungere che per gli artisti italiani l’avvicinamento a questo rivoluzionario stile è agevolato dall’adesione ai moti risorgimentali che, in seguito agli insuccessi delle prime campagne, li spingono a riparare in Svizzera e in Francia. Antonio Fontanesi fu tra i primi e nel passaggio dalle sale 2 e 3 del percorso di visita si può assistere alla sua evoluzione stilistica, dal romantico Vespero (1859) ai più realistici Campagna nel Delfinato (1863) e Aprile. Sulle rive del lago del Bourget, in Savoia (1864) eseguiti en plein air, per merito del confronto, prima, con Alexandre Calame – di cui sono esposte alcune opere in mostra – e, poi, con alcuni membri della Scuola di Barbizon.
Sono oltre settanta le opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private utilizzate da Elisabetta Chiodini per raccontare l’evoluzione della pittura di paesaggio, esplorandone le diverse declinazioni. La narrazione si apre con Ponte di Crevola sulla strada del Sempione (1821) afferente alla serie di vedute commissionate nel 1807 da Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia, a Marco Gozzi per documentare i luoghi più pittoreschi e le opere di ingegneria di importanza strategica in Lombardia. È l’inizio di una serie di dipinti fondati sullo studio dal vero che talvolta fanno da sfondo a scene di vita popolare come Veduta di Lambrugo (1826) di Giovanni Migliara o di eventi storici quali la monumentale La morte del conte Josselin di Montmorency (presso Tolemaide in Palestina) (1825) di Massimo d’Azeglio.
Nell’ultimo quarto di secolo invece nei dipinti di paesaggio si fanno sempre più evidenti le sperimentazioni, in termini di tecnica e di composizione, condotte sull’onda della lezione impressionista e del progredire degli studi sulla luce e sul colore. In particolare, nella quinta sala, opere quali Giochi di bimbi (1885) d Lorenzo Delleani, Pianura lombarda (1887 circa) di Filippo Carcano o, ancora, Nei campi (1889) di Giorgio Belloni nascono da un’ardita articolazione di tacche di colore, di pennellate veloci e di alternanza tra impasti densi e stesure leggere e sfumate. I dipinti divengono così testimonianza dello stato emotivo e del trasporto con cui il loro autore si pone dinnanzi al soggetto.
Il trasporto emotivo si fa tenerezza nella sala 7, interamente dedicata all’amore di Leonardo Bazzaro per la moglie, la nobildonna Corona Douglas Scotti della Scala, ritratta in varie situazioni famigliari con sullo sfondo ora le alture all’Alpino, ora la campagna nei dintorni di Gignese.
I soggetti dei paesaggi esposti in mostra a Novara non si limitano ovviamente a vedute della natura incontaminata in alta montagna, dei campi coltivati o dei borghi contadini ma includono scorci di vita milanese quali le lavandaie al Naviglio (1890/95 circa) di Emilio Gola o le signore a passeggio presso Il Naviglio a ponte San Marco (1880) di Giovanni Segantini o la città sotto la neve immortalata da Mosè Bianchi in La prima neve (1890) e Colonne di San Lorenzo (1888).
La sala 9 è dedicata ai divisionisti e alla forte carica simbolica infusa nelle loro opere, dalla più evidente L’amore alla fonte della vita (1896) di Segantini all’emozionante Sul fienile (1893/94) di Giuseppe Pellizza da Volpedo in cui il drammatico momento della morte si stempera nella pace del paesaggio che l’uomo osserva al momento del trapasso.
L’umanità di Pellizza da Volpedo riflessa nelle sue creazioni artistiche è il soggetto di Pellizza Pittore da Volpedo, il film con protagonista Fabrizio Bentivoglio proiettato nell’ultima tappa del percorso di visita, nella saletta a lato dell’uscita. Lì sono presenti anche due ulteriori tele: Valletta a Volpedo (1904) e La Clementina (1906/07), un dipinto non esposto in pubblico dalla Biennale di Venezia del 1909, conosciuto fino ad ora solo attraverso un’immagine in bianco e nero.
Paesaggi. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo è parte di un percorso di celebrazione e approfondimento della figura di Pellizza ideato da METS Percorsi d’arte e GAM – Galleria di Arte Moderna di Milano. Percorso partito ad agosto con la mostra Il fascino della natura. Paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo, allestita dal 17 agosto al 22 settembre 2024 presso lo studio del pittore a Volpedo, e che terminerà a Milano nell’autunno del 2025 con una grande monografica.
Silvana Costa
La mostra continua:
Castello Visconteo Sforzesco
piazza Martiri della Libertà, 3 – Novara
fino a domenica 6 aprile 2025
orari martedì-domenica 10-19
(ultimo ingresso ore 18.00)
www.ilcastellodinovara.itPaesaggi
Realtà Impressione Simbolo
Da Migliara a Pellizza da Volpedo
a cura di Elisabetta Chiodini
comitato scientifico Virginia Bertone, Elisabetta Chiodini, Elena Lissoni, Fernando Mazzocca
mostra promossa da Comune di Novara
prodotta da Fondazione Castello di Novara, METS Percorsi d’arte
Catalogo:
Paesaggi
Realtà Impressione Simbolo
Da Migliara a Pellizza da Volpedo
a cura di Elisabetta Chiodini
METS Percorsi d’arte, 2024
prezzo: 35,00 Euro
www.metsarte.com