Pisa: non solo la Torre

Fuga di sale 4Per le Giornate Europee del Patrimonio, il 24 e 25 settembre, il Museo nazionale di San Matteo e il Museo Nazionale di Palazzo Reale hanno regalato un’emozionante visita guidata all’interno delle loro magnifiche sale.

L’arte contemporanea è sulla bocca di tutti – dei denigratori come dei fautori più appassionati. Non fa, al contrario, notizia quanto è già stato. Così, su una memoria comune della quale dovremmo essere depositari riconoscenti, lasciamo che si depositi il velo di un colpevole oblio.Tentano di rimediare a questa diffusa indifferenza le Giornate Europee del Patrimonio, appuntamento annuale alla riscoperta dei luoghi più rappresentativi di un passato che, in Europa, sarebbe davvero auspicabile percepire finalmente come fondante una comune identità. E a Pisa si aprono – per delle suggestive visite guidate serali – le porte di due siti d’eccezione.
Ospitato all’interno di un convento benedettino fondato nell’XI° secolo, il Museo di San Matteo offre una testimonianza impareggiabile dei tempi gloriosi della Repubblica Marinara Pisana, con una delle pinacoteche più notevoli al mondo per l’arte cristiana. Straordinaria la collezione di croci in legno dipinte, egregiamente conservate, fiore all’occhiello della manifattura autoctona del XIII secolo (quando Pisa era crocevia di scambi, meta di artisti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo). Interessante notare come, mentre sulle più antiche il Cristo è un Cristo Triumphans, con lo sguardo vivissimo e l’assenza inverosimile di segni della morte a testimoniare una concezione della divinità come entità lontana dalle miserie mondane; nelle più recenti (come quelle firmate da Giunta Pisano), il volto è contratto in smorfie di dolore che indicano nel Dio cristiano un’umanità prima d’allora sconosciuta.
Mirabile lo stato di conservazione del polittico del senese Simone Martini, risalente al XIV secolo, articolato in ben quarantatré figure che spiccano fra le opere dei contemporanei per raffinatezza rappresentativa ed eleganza.
Risalta altresì, dolcissima, fra le numerose sculture, la Madonna del Latte di Andrea Pisano e del figlio Nino, complice un’espressività davvero inconsueta per il genere: le curve morbide degli abiti che avvolgono i due soggetti nell’abbraccio per eccellenza, quello materno, conferiscono al marmo l’impressione di una consistenza di nuvola.
Le firme che si susseguono sulle didascalie non hanno alcunché da invidiare ai musei nazionali dei maggiori centri storici italiani: dal Masaccio al Beato Angelico e a Gentile da Fabriano – fino alla Sacra Conversazione di Domenico Ghirlandaio. Un cenno meritano, inoltre, le variopinte ceramiche islamiche, anch’esse d’epoca medievale, destinate in origine a decorare le murature delle chiese della città.

Qualche passo lungo le sponde dell’Arno e ci si imbatte in Palazzo Reale, residenza granducale risalente al XVI secolo: fra queste mura soggiornarono i Medici e, dopo di loro, i Lorena. Al suo interno è un tripudio di ritratti di famiglia a testimoniarne il passaggio: da Cosimo I che, nel Cinquecento, con la collaborazione del Vasari, ridisegnò l’assetto odierno della città; fino a Pietro Leopoldo che, proprio in questo palazzo, firmò il trattato sull’abolizione della pena di morte – primato glorioso della terra di Toscana. La grandezza della dinastia medicea la raccontano i magnifici arazzi cinquecenteschi, al tempo segno inequivocabile di prestigio al pari degli odierni status symbol; così come le stoffe preziose degli abiti, riposti in teche disseminate in varie stanze del palazzo, perfettamente conservati. Entusiasmante l’incontro con un’opera di Bruegel il Vecchio rintracciabile su una parete dell’ultima sala, inondata di dipinti al pari di un corridoio del Louvre; così come l’ipotesi di un intervento del giovane Raffaello su una pala d’altare commissionata ed eseguita dalla bottega del padre.
Una ricchezza incomparabile che dobbiamo alla lungimiranza dell’ultima erede dei Medici, Anna Maria Luisa: alla vigilia dell’ascesa al potere della famiglia dei Lorena – disposta da quell’Europa che già allora dettava le sorti dei singoli Paesi – sottrasse al loro libero arbitrio gli immensi tesori artistici della famiglia, vincolandoli al suolo pisano. Non resta che indugiare un istante sotto il dipinto che la ritrae in severissimi paramenti neri, lo sguardo a metà fra l’austero e il materno, e dirle la nostra gratitudine – magari promettendo di tornare presto a farle visita.

Isabella Michetti

Fuga di sale1sale (23)

Le visite guidate hanno avuto luogo:
sabato 24 settembre, dalle ore 19.45

Museo nazionale di San Matteo

piazza San Matteo in Soarta, 1 – Pisa
www.sbappsae-pi.beniculturali.it/index.php?it/146/pisa-museo-nazionale-di-san-matteo

Museo Nazionale di Palazzo Reale
Lungarno Pacinotti, 46 – Pisa
www.sbappsae-pi.beniculturali.it/index.php?it/147/pisa-museo-nazionale-di-palazzo-reale

 

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