Sguardi sul teatro contemporaneo

Fabio Francione, fondatore del Lodi Città film festival e giornalista freelance per il Manifesto, dialoga con i protagonisti del Teatro contemporaneo a proposito delle urgenze del Pianeta oggi, per cogliere una chiave di lettura lontana da stereotipi e luoghi comuni, ma vera e vissuta, come da sempre è il Teatro nei confronti della vita.

Edito da 24 Ore Cultura, Sguardi sul teatro contemporaneo. Interviste di Fabio Francione è una raccolta di spunti e riflessioni dai principali registi, drammaturghi e compagnie teatrali che dialogano sull’oggi per come ci giunge dalla pandemia, forse – o almeno parzialmente – alle nostre spalle, dai ripetuti lockdown, dall’emergenza ambientale e dalla crisi economica internazionale. Fattori che hanno modificato il senso e il ruolo del Teatro nella società, ma che prima di tutto hanno cambiato il Teatro nella sua essenza, nell’urgenza comunicativa di valori più alti, appannati dalle emergenze cui fare fronte. L’essenza stessa del teatro, arte capace di racchiudere l’esperienza umana universalizzandola, fa sì che nelle testimonianze di coloro che fanno il teatro ci siano nel contempo delle analisi di presente, delle verità assolute, senza tempo e senza luogo, e le aspettative per il futuro.
La pandemia è un tema centrale di ogni intervista, una sfida molto importante che tutti i protagonisti del Teatro contemporaneo hanno dovuto fronteggiare sia in termini di sopravvivenza, che di coerenza con la propria ricerca artistica precedente: in nessun caso, comunque, si è trattato di una cesura, ma di un arricchimento, di un’espansione del proprio sguardo sulla realtà. Insieme alla pandemia ricorrono, di rimando, anche nuove progettualità, incontri fra arti, viaggi intertemporali; le opinioni, le riflessioni libere, le digressioni degli intervistati rievocano nell’intervistatore il proprio vissuto nel teatro come “quando una persona racconta a un’altra il viaggio che ha fatto senza mostrare le fotografie, senza scrivere un testo e impararlo a memoria, rivedendo i luoghi che ha visto”, per dirla come Ascanio Celestini.
Questa dimensione della scrittura- quasi privata- in cui le rievocazioni e la materia stessa del teatro, capace di “creare un’altra realtà” (Armando Punzo) confondono i piani ampliando la portata del dibattito, offre al lettore moltissimo materiale intorno al quale nutrire la propria curiosità, anche quando non si è esperti della materia. Autori, sceneggiatori e registi di varia provenienza citano altri protagonisti del libro come bagaglio di incroci, valori, formazione, e tutti si rifanno unanimemente a maestri indiscussi come Eugenio Barba, Luca Ronconi, per citarne qualcuno, tracciando così una mappa completa dell’esperienza teatrale italiana ed europea degli ultimi 50 anni.
Nel corso della lettura, come contrappunto all’immagine emergente della sala di teatro dapprima vuota per la pandemia e poi sempre più popolata di pubblico che invecchia, appaiono nuovi ponti fra culture e cifre artistiche: i festival, i concorsi, le rassegne internazionali, palcoscenici dinamici e in continua evoluzione per l’Arte teatrale del domani. L’idea del teatro come luogo di incontro permea ogni pagina di questo libro coinvolgendo anche l’evoluzione dei linguaggi performativi, la contaminazione fra le arti figurative, la politica, la letteratura, la musica, “dove ci sono più mondi che entrano in contatto e lavorano insieme” (cit. Pascal Rambert).
È con grande lucidità che molti protagonisti di queste interviste, come gli Anagoor o Stefano Tè, parlano di una società che non ha ancora reagito a quanto ha sconvolto la realtà per come la conoscevamo anche solo quattro anni fa. Una società arroccata su posizioni già superate, che fatica a percepire il mutamento delle esigenze di espressione e di fruizione del messaggio artistico. Ma è con altrettanta forza, e in maniera diffusa fra tutte le voci che compongono questo saggio, che emerge quanto e con quale forza il teatro stia rispondendo al disagio della contemporaneità: con l’immanenza del suo messaggio (“riconoscersi nei vinti di Eschilo nei Persiani”, cit. Archivio Zeta), più grande di ogni singola epoca, con dirompente creatività e capacità di rigenerare al proprio interno una realtà nuova, più potente, portatrice di un intero sistema di valori anche quando la realtà sembra perdere ogni riferimento.

Aurelia Debellis

Sguardi sul teatro contemporaneo
Interviste di Fabio Francione
a cura di Fabio Francione
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera 
Libri Scheiwiller, 2022
13,8 x 21,6 cm, 176 pagine, brossura con alette
prezzo 22,90 Euro
www.24orecultura.com

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