Anatomia del Bosco Verticale

Considerazioni attorno alla visita promozionale ai cantieri delle residenze Porta Nuova, pubblicizzata come evento culturale.
Da giorni, sui siti dei promotori della trasformazione in atto nell’area di Porta Nuova – sorta, fra l’altro, sulle macerie della storica “stecca degli artigiani”, centro attivo di volontariato e cultura del quartiere meglio noto ai milanesi come l’Isola – si pubblicizza una mostra organizzata in uno tra gli edifici progettati dallo studio professionale dell’architetto Stefano Boeri, attuale assessore alla Cultura del Comune di Milano. Questi edifici, grattacieli denominati con il nome tanto affascinante quanto evocativo di Bosco Verticale, sono stati trasformati per una sera in spazio espositivo (così prometteva l’evento) in occasione della settimana del MiArt, la Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea. L’elenco degli autori selezionati da Flash Art, rinomata rivista d’arte e di per sé una garanzia di qualità, è interessante per il connubio di scultori, fotografi e designer, unitamente alla possibilità di visitare due piani dell’edificio e godere della vista panoramica.
Sin dall’ingresso ci è sorto, però, il dubbio di trovarci davanti a un evento di promozione immobiliare – nel migliore dei casi – piuttosto che dell’immagine, ma teniamo per noi le illazioni sul beneficiario di tale operazione (se avessimo ricevuto la cartella stampa richiesta forse ora avremmo le idee più chiare in merito).
Il percorso espositivo inizia nella lobby al piano terra dove, tra le altre, osserviamo V2 rocket di Damiano Colacito, un razzo spezzato in due parti che ben si sposa con il clima di work in progress del contesto; saliti sin quasi in cima alla torre, rimaniamo decisamente perplessi di fronte alle due teste di cervo imbalsamate appese al muro, sottotitolate con un brano del Cantico dei cantici, decantate sui quotidiani come un “esempio di connubio riuscito tra natura e architettura”.
Meglio dedicarsi al panorama. Dall’appartamento di 450 mq del 22° piano – come si faceva una volta dalle terrazze del Duomo o dalla torre Branca, con l’unica variante che per questa serata è gratuito – possiamo ammirare Milano dall’alto e un po’ ci si stringe il cuore. Un tempo si aguzzava la vista per scovare i punti di riferimento (Duomo, torre Velasca, Arco della pace, ecc.) e orizzontarsi nella distesa di edifici ai nostri piedi, tanto armoniosamente si inserivano nel contesto urbano con cui dialogavano per stile e materiali utilizzati; ora, con i nuovi landmark, sgraziati edifici vetrati che spuntano minacciosi anche a ridosso della cerchia dei bastioni, il gioco termina in fretta. Il vecchio Pirellone, elegante e proporzionato, assiste quasi in disparte alla gara in altezza tra la nuova sede della Regione (costo 400 milioni di Euro) – i cui corpi bassi delineanti la corte (che pare molto richiesta come set fotografico e pubblicitario per la sua connotazione futuribile) si allungano come una chela vorace di tessuto storico – e il complesso per il terziario progettato da Cesar Pelli, con il rivestimento di facciata che pare scollarsi dal corpo. Non fraintendete, non siamo ostili alle moderne tecnologie costruttive o ai materiali innovativi, solamente ci sentiamo di abbracciare gli insegnamenti del Professor Vittorio Gregotti – uno dei decani degli architetti attivi in città – quando invita a progettare tenendo in considerazione le peculiarità del contesto.
Scendendo col montacarichi, una signora che tiene in mano le brochure di presentazione degli edifici – quelle, sì, distribuite a piene mani – sospira sperando di vedere a breve gli alberi arrampicarsi sino al cielo. Potrebbe anche essere, ma sarebbe obbligo capire quanto tempo ci vorrà perché questo si realizzi – ovvero di che età e, quindi, dimensione dovranno essere le piante messe a dimora – augurandosi che, a differenza di altre zone della città, qui si proceda alla raccolta autunnale di tutte le foglie cadenti prima che formino una patina scivolosa sul marciapiedi.
La discesa prosegue senza fermata al terzo piano, nessuna visita all’appartamento tipo dove sono esposti gli oggetti dei designer e le fotografie di Fabrizio Ferri; probabilmente è una scelta dovuta al forte afflusso di visitatori (ma non era forse prevedibile?) al fine di preservare lo spazio allestito a uso e consumo dei potenziali acquirenti. Ma, a questo punto, ci si chiede a quale mostra si sia assistito.
Noi usciamo convinti di essere stati vittime di una pubblicità ingannevole che, tra l’altro, pare essere il leitmotiv di quest’edificio: qualche albero piantato sul terrazzo – che, per poterne reggere il peso specifico di tronchi e fronde, deve essere costruito con ingenti quantità di cemento – per mascherare un’architettura brutale – ingentilita da un nome poetico.

Silvana Costa

L’evento si è svolto:
Cantiere di Bosco Verticale
Via G. De Castillia – Milano
Mercoledì 11 Aprile dalle 18 alle 23
www.residenzeportanuova.it

Anatomia del Bosco Verticale
Con la collaborazione di Flash Art
Artisti: Vito Acconci, Damiano Colacito, Fabrizio Ferri, Piero Gilardi, Fabio Mauri, Maurizio Nannucci, Johannes Vogl, Vico Magistretti, Gino Sarfatti e fratelli Campana.
Si ringraziano: Galleria O., RAM – radioartemobile, Federico Bianchi Contemporary Art, Galleria Fumagalli, Studio Fabio Mauri

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