Festival dello Spettatore 2018. Doppio appuntamento sabato 6 ottobre

Ad Arezzo, nel pomeriggio, la Gran Reunion con gli spettatori provenienti da ogni parte d’Italia e, in prima serata, lo spettacolo per la regia di Alessandro Serra, Macbettu – libera riscrittura in sardo del capolavoro del Bardo.

Alle 14.00 al Teatro Pietro Aretino la Gran Reunion, ossia l’appuntamento annuale tra gruppi di spettatori provenienti da varie zone d’Italia. Un luogo e un tempo per l’incontro ma anche un’occasione per gli organizzatori del Festival di pensare a una serie di proficue attività da proporre agli stessi spettatori, riuniti in gruppi eterogenei formati da 15 a 20 persone. Ogni gruppo, nel pomeriggio, ha la possibilità di partecipare a due tra le attività organizzate – nella Fortezza Medicea di Arezzo – e, successivamente, dopo un dibattito a porte chiuse, di restituire all’intera collettività, riunita nuovamente in teatro, quanto appreso o sperimentato.
Varie le proposte di formatori, critici, operatori e artisti. Dall’osservazione consapevole di ciò che ci circonda, anche nella quotidianità; al tentativo di instaurare rapporti di fiducia (indispensabili sul palco ma anche nella nostra vita); fino all’analisi di uno spettacolo teatrale – in questo caso, il Macbeth – approfondendo la natura dei personaggi principali. E ancora, il rapporto tra performance art e performing art (ossia teatrale), attraverso la visione di clip di Marina Abramović e di Compagnie o artisti teatrali, quali Instabili Vaganti, Teatro Akropolis e Marco Chenevier. Nelle discussioni che si svolgono durante quest’ultima attività che abbiamo seguito anche noi di Artalks.net, emerge il rapporto tra il mercato e la scelta – e successiva fruizione – di qualsiasi attività artistico-performativa. Tra le altre proposte, anche alcune tracce per scrivere e comprendere un pezzo critico. Il nemico principale dell’iniziativa, nel suo complesso, sono stati i tempi ristretti che, però, non hanno impedito ai partecipanti di formulare giudizi pertinenti rispetto al loro vissuto e a quanto appreso.

In prima serata, in un Teatro Petrarca stracolmo di spettatori – anche giovani e stranieri – va in scena l’attesissimo Macbettu, per la regia di Alessandro Serra. Aspettative per nulla tradite: lo spettacolo avanza serrato in un continuo e rapido susseguirsi di scene.
Una scenografia essenziale e sfruttata appieno, con una serie di pannelli che fungono da mura da scalare, tavoli per banchetti di morte, separé dietro cui suicidarsi (con rimandi vaghi all’uso del fondale da parte del Teatro del Carretto per gli dei dell’Olimpo ne l’Iliade). Anche i pochi oggetti di scena – scope, sedie e pannelli verticali – sono sempre inseriti e utilizzati con intelligenza, quasi a rendere visibile lo stato d’animo dei protagonisti.
Uno spettacolo dalla trama drammaturgica così serrata – come scrivevamo – che non si vuole abbandonare nemmeno per un attimo, con gli occhi, la scena – e pare quasi pretestuoso accanirsi a leggere i sovratitoli in italiano.
L’opera originale nella sua tragicità – che viene mantenuta e resa – è rivestita con i costumi e le usanze tipiche della Barbagia – regione aspra e montuosa della Sardegna che ha conservato, anche in periodi difficili, una sua specificità e autonomia. In questo dato storico-geografico è facile l’accostamento con la Scozia e i suoi clan – una forma di controllo decentrato e a base familiare che si aggrega contro ogni pericolo o presenza estranea.
La figura delle streghe, in particolare, all’origine e partecipi della tragedia, mimano con arguzia gli atteggiamenti atavici e spezzano il grigiore plumbeo incombente, smuovendo la polvere – del tempo – che si trasforma in nebbia, oscurando ancora di più quella penombra che avvolge costantemente la scena e, metaforicamente, l’intera vicenda di orrore e di sangue.
La follia di Lady Macbeth, sussurrata, il suo immolarsi con signorile distacco, la sua figura imponente – a livello reale e simbolico – quando ubriaca le guardie ridotte alla stregua di animali, e come tali trattati, rimanda costantemente a personaggi mitici propri della tragedia greca.
Gli scontri, più evocati che vissuti, ci accompagnano verso un finale che, sebbene noto, nella sua asciuttezza risulta inaspettato.
Una denuncia del potere e delle efferatezze che si consumano pur di raggiungerlo e mantenerlo sino a inebriarsene. Un potere che rimanda all’attuale per l’impoverimento, anche intellettuale, e che sembra preoccuparsi solamente della sua continuità. La guerra, ieri come oggi, che porta solo desolazione (alla waste land) ma è utile per mettere al comando, in ogni tempo, il servizievole burattino funzionale alle logiche perverse del sistema instaurato.
Un finale che lascia incapaci di reagire immediatamente – quasi una involontaria risposta alla domanda, fatta durante la riunione plenaria di poche ore prima al Pietro Aretino, che poneva dubbi rispetto alla veridicità dell’applauso immediato, al termine di uno spettacolo. Poi lo scroscio entusiasta degli spettatori invade un teatro che, per una sera, ha dimenticato abbonati e opere autoreferenziali o da botteghino, per accomunare attori e spettatori in un’esperienza etica ed estetica comune.

Luciano Uggè

Festival dello Spettatore 2018
da mercoledì 3 a domenica 7 ottobre
Arezzo, varie location
www.spettatorierranti.it/festival-dello-spettatore/

sabato 6 ottobre, ore 14.00
Teatro Pietro Aretino
Spettatori La Gran Reunion #3
incontro e confronto tra esperienze di gruppi di spettatori d’Italia
partecipano:
Avanguardie 20-30 Bologna
Ateatro Ragazzi Assisi
L’Italia dei Visionari – Be SpectACTive! CapoTrave / Kilowatt Sansepolcro
Casa dello Spettatore Roma
CasaTeatro, Murmuris e UnicoopFirenze Firenze
Catalyst Barberino del Mugello
Clessidra – Teatro delle Forche Massafra
Direction Under 30 – Teatro Sociale di Gualtieri Gualtieri
Under 25 – Dominio Pubblico Roma
La Konsulta – Teatro dei Venti / Festival Trasparenze Modena
Trentatrè trentini – Trento spettacoli Trento
Visionari della danza – Sosta Palmizi, Arezzo
Spettatori Erranti – Rete Teatrale Aretina Arezzo e Valdarno
Spettatore professionista Foligno
Spettatori mobili – Teatro Magro Brescia
Palchetti Laterali – DAMS Università del Salento Lecce
Zut Foligno

ore 21.00
Teatro Petrarca
Sardegna Teatro – Teatropersona presentano:

Macbettu
regia, scene, luci e costumi Alessandro Serra

tratto dal Macbeth di William Shakespeare
con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu e Felice Montervino
traduzione in sardo e consulenza linguistica Giovanni Carroni

collaborazione ai movimenti di scena  Chiara Michelini
musiche pietre sonore Pinuccio Sciola
composizioni pietre sonore Marcellino Garau     
produzione Sardegna Teatro e Compagnia Teatropersona

con il sostegno di Fondazione Pinuccio Sciola e Cedac Circuito Regionale Sardegna 
www.sardegnateatro.it

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