Giocando amareggiati

piccoli-suicidi-in-ottava-rima-i-sacchi-di-sabbia-12Torna in scena, al Mauro Bolognini di Pistoia, Piccoli Suicidi in Ottava Rima, una produzione dei Sacchi di Sabbia per la regia di Giovanni Guerrieri. Un ritorno a casa, in un certo qual senso. Un ritorno a ciò che è l’origine del teatro.

Nel piccolo Teatro dedicato al regista Bolognini, incassato come una pietra tra le mura storiche di Pistoia, i Sacchi di Sabbia conducono un esperimento di codifica, destrutturano, cercano di appianare con un compromesso le due pulsioni che sospingono l’arte contemporanea: da un lato, la ricerca di concetti sempre più cerebrali e disincarnati, col fine di spalancare porte mai varcate – che spesso si rivela fallimentare; dall’altro, la corsa a un genere di spettacolo più intimo, talvolta povero di significato, che cerca di recuperare la forma pù elementare di spettatore, quello che si affida all’emozione.
L’idea di fondo è presto detta: recuperare una tradizione tosco-emiliana, quella del Canto del Maggio, e servirsi di essa per interpretare trame contemporanee.
Frutto di ritualità campestri, i Canti del Maggio celebrano il ritorno della bella stagione e si pongono alle radici di quello che sarebbe diventato il teatro: una dimensione imprecisa, tra realtà e vicenda onirica, dove sacro e quotidiano si avviluppano. È cosa risaputa come lo spettacolo debba le proprie origini a complicate cerimonie tribali. Vediamo così gli interpreti, muniti di maschere di cartone, di pezzi di legno e tute monocrome, intenti a raccontare il mondo col puro linguaggio del popolo: l’azione della rumorista è bastante a evocare il galoppo, gli artigli, il colpo di rivoltella. Il tutto rimane soffuso di quella spensieratezza che è propria del teatro povero, pur evidenziando una recitazione fatta di ottonari e ottave rime.
Nella breve carrellata di sketch i Sacchi di Sabbia fanno ampio utilizzo della citazione al grande schermo, dal western all’Invasione degli Ultracorpi, passando per la celebre interpretazione del Woody Allen di Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul sesso. A intervallare i quadri, i cambi di costume a scena aperta, nella necessità di spezzare quella concatenazione di regole che caratterizza il teatro odierno. In aiuto a ciò, la rottura della quarta parete ideale, che accade sistematicamente ogni volta in cui l’attore si rivolge apertamente al pubblico; la messa in mostra degli strumenti scenici, di estrema semplicità: per esemplificare, l’applicazione delle ferite con un tampone intriso di rosso, nel mentre che lei, la rumorista, imita lo sparo. Una scenografia povera, senza fondale, né costumi e quasi interamente simulata mediante simbolo, completa l’insieme.
Alla ricerca del teatro come gioco si accompagna un sarcasmo sottile e delicato: il destino del lupo che, nelle favole, deve per forza impersonare il male e che non può neppure aspettarsi l’evasione di una poesia; gli spermatozoi, anticipazione della società umana, pronti a spintonarsi e negarsi il soccorso reciproco, perché non è con la carità che si conseguono gli obiettivi. E contrapposta a queste allusioni, la comica solennità di pose e volti inamovibili, che fanno dell’ilarità una questione di sguardi e silenzi.
Concludendo, Piccoli Suicidi è un’opera leggera e delicata, aperta a un target ampio che comprende anche i bambini. Nonostante le potenzialità di premessa, l’apprezzamento del pubblico e i numerosi riconoscimenti, viene a mancare quello slancio che potrebbe portare ancora più in alto la qualità dell’opera e fare la differenza. Per adesso, ci rimane una piacevole serata di svago, peraltro brevissima: l’intera rappresentazione dura non più di un’ora.
Non possiamo che augurare a questa Compagnia talentuosa d’imbattersi nel meccanismo decisivo, meccanismo che forse riposa nel prossimo progetto. Presentato a fine spettacolo, lo spettacolo avrà una trama incentrata sul tema del viaggio nel tempo, burlandosi delle fiere utopie degli intellettuali contemporanei e della politica. Primo obiettivo degli eroi sarà difatti salvare Gesù Cristo. Accade in certi progetti, dove ancora si ha il coraggio di giocare.

Sharon Tofanelli

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Lo spettacolo è andato in scena:
Piccolo Teatro Mauro Bolognini 
via del Presto, 5 – Pistoia
 venerdì 24 marzo, ore 21.00 
www.teatridipistoia.it/altri-teatri/piccolo-teatro-mauro-bolognini/
 
Piccoli Suicidi in Ottava Rima
ideazione di Giovanni Guerrieri, Giulia Gallo
regia di Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Dario Marconcini
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano
consulenza all’Ottava Rima di Enrico Pelosini
consulenza al canto di Andrea Bacci, Enrico Baschieri
illustrazioni di Guido Bartoli
www.sacchidisabbia.com

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