Kuniyoshi il visionario

17-1-kuniyoshiUna ricca mostra dedicata a Utagawa Kuniyoshi svela le tante peculiarità di uno dei Maestri dell’arte degli ukiyoe. Le 160 xilografie esposte al Museo della Permanente di Milano consentono di apprezzare la complessità della composizione, la modernità della grafica, l’ironica rivisitazione delle tematiche della tradizione, la sagacia nell’ideare giochi e lo sconfinato amore per i gatti resi protagonisti di molte storie.

Due anni fa la forza dell’onda di Hokusai travolge Milano con una strepitosa mostra-evento che rivela tutto il fascino del “mondo fluttuante”, il movimento nato nella città giapponese di Edo verso metà del XVII secolo. Una cultura giovane e dirompente – che a tratti viene spontaneo avvicinare alla Pop Art –  la cui principale espressione artistica è rappresentata dagli ukiyoe, raffinate stampe pensate per decorare con modica spesa le abitazioni del ceto medio con vedute del monte Fuji, spaccati di vita urbana, ritratti di bellissime cortigiane o famosi attori. Se siete tra i 180.000 visitatori dell’esposizione Hokusai, Hiroshige, Utamaro svoltasi a Palazzo Reale, non pensiate che, dopo aver ammirato le poetiche visioni dei tre Maestri, nessun ukiyoe possa più suscitare in voi meraviglia. Utagawa Kuniyoshi, attivo nella prima metà del XIX secolo, si confronta con i temi tradizionali ammantandoli di una modernità in grado di rivaleggiare, per freschezza di linguaggio e carica comunicativa, con la grafica odierna. Egli conferisce alle immagini pienezza di dettagli e realismo come nessuno mai prima di lui.
La mostra Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante indaga tutto il percorso creativo di un artista che, figlio di  tintori, sin da piccolo impara a esplorare le potenzialità del colore. L’artista raggiunge il successo nel 1827, non ancora trentenne, quando l’editore Kagaya inizia la pubblicazione della collezione di ukiyoe intitolata Uno dei 108 eroi del popolare Suikoden. I trentasei briganti del racconto originale cinese, intitolato Shuihu zhuan, grazie all’abilità affabulatoria dei cantastorie crescono progressivamente di numero e, con la traduzione in lingua giapponese, si trasformano in valorosi difensori del popolo dalla violenza e dalla corruzione. Kuniyoshi dedica a ciascun personaggio un ritratto che, anche grazie ai tatuaggi che gli coprono il corpo e alla belva che lo affianca, sia capace di lasciar trasparire le doti fisiche e caratteriali del soggetto. Il successo è tale che l’editore lo induce a creare una nuova e più corposa rassegna di guerrieri, oltre ad affidargli la realizzazione di serie di ukiyoe con tematiche differenti.
Sono centosessanta le opere esposte al Museo della Permanente sino a domenica 28 gennaio, tutte giunte in prestito dalla collezione di Masao Takashima di Tokio. Il progetto d’allestimento firmato da Corrado Anselmi con la grafica di Bruno Stucchi, grazie ai toni scuri utilizzati per le pareti, alle riproduzioni giganti dei protagonisti delle storie esposte e a un’illuminazione altamente scenografica, aiuta a immergersi mente e anima nel mondo surreale disegnato da Kuniyoshi. In occasione di questa esposizione le xilografie, diversamente dal consueto, sono state estratte dal passe-partout per essere mostrate in purezza, senza correzioni artistiche di contorno, consentendo di valutare il pregio dei fogli di carta fatta a mano dai bordi frastagliati, di scoprire le lievi imperfezioni date da matrici in legno non sempre combacianti.
Le opere di Kuniyoshi sono probabilmente poco note in Italia, ma se osserviamo le stampe con protagonista il monaco Mongaku – Il monaco Mongaku [che fa penitenza sotto la cascata di Nachi (1851 circa) e Giorno poco fortunato. Il monaco Mongaku  (1860) – è lampante cogliere come proprio lì affondino le radici  i moderni manga e le anime. Analogamente, anche gli odierni tatuatori urbani si ispirano all’intrico di disegni che ricopre il corpo degli eroi del popolare Suikoden per elaborare nuovi motivi decorativi. La sezione dedicata agli Eroi, per quanto corposa sia, è tuttavia solo una delle parti in cui si articola la mostra curata da Rossella Menegazzo: al primo piano del Museo della Permanente è possibile infatti ammirare molti altri ukiyoe raggruppati sotto i titoli BeltàPaesaggiAnimali e parodie; Gatti.
Sono bellissime le ragazze Davanti al negozio di dolci Funabashiya (1839-41 circa), circondate da gattini saltellanti o le giovani donne che vanno A caccia di lucciole d’estate (1945-46 circa) con le vesti svolazzanti nel vento alla guisa della Donna con il parasole (1875) di Claude Monet. I rimandi tra le due opere appena citate probabilmente sono casuali ma, così come è nota la passione degli Impressionisti per la cultura giapponese, è provata anche l’attenzione di Kuniyoshi per i manuali occidentali e l’impegno nel trasporre scene di vita europea in chiave orientale.
Gatti, gattini e gattoni dall’aria placida accompagnano in modo costante sia la produzione artistica sia la vita quotidiana di Kuniyoshi: si racconta ne avesse sempre decine intorno a sé e in casa ci fosse un piccolo altare – butsudan – dedicato ai felini defunti, ispirato ai dettami della tradizione buddista di ossequiare i famigliari estinti. Sulla carta invece i sinuosi animali a volte diventano il complemento di scene domestiche, accoccolandosi in braccio a soavi fanciulle, altre vestono il kimono e si trasformano in voluttuose geishe o uomini agghindati alla moda dell’epoca. Altre ancora illustrano popolari proverbi o si acquattano, con le code attorcigliate tra loro, per riprodurre i caratteri calligrafici relativi ai nomi delle loro prede predilette: pesce palla, polipo o anguilla.
I pesci e le balene sono i soggetti di movimentate scene di paesaggio che celebrano la  ricchezza dei mari giapponesi eppure, scrutando con attenzione le rappresentazioni collettive, si scorgono personaggi caricaturali che rendono la composizione originale e inconsueta. Il gioco è elevato a livelli sublimi nella sezione Animali e parodie ove è possibile ammirare la capacità di Kuniyoshi di creare attraverso la grafica indovinelli, illusioni, scherzi: è un’idea innovativa per il mercato degli ukiyoe, un divertissement che consente pure di aggirare la censura che in quegli anni colpisce le rappresentazioni dei quartieri di piacere. Tante sono le parodie presenti in mostra che propongono gli animali quali protagonisti: pesci canterini o barcaioli, tartarughe in posa da attori, rane nei panni di lottatori di sumo e commercianti trasformati in passeri. Procedendo lungo il percorso di visita è possibile anche osservare volti maschili e femminili – dai titoli improbaili quale Fa paura ma è veramente una buona persona (1847 circa) – realizzati componendo corpi umani ritratti in molteplici posizioni: idea questa che ha fatto meritare all’artista l’appellativo di “Arcimboldo del Giappone”.
Di stanza in stanza i visitatori scoprono le tante sfaccettature del lavoro di Kuniyoshi, apprezzandone l’articolazione, la complessità, l’ironia e constatando quanto labile sia il confine tra fantasia e realtà. Il surreale diviene palpabile, i racconti epici prendono forma sulla carta e d’un tratto è chiara la motivazione per cui Kuniyoshi è definito “il visionario”.

Silvana Costa

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La mostra continua:
Museo della Permanente
Via Filippo Turati, 34 – Milano
fino a domenica 4 febbraio 2018
orario: tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
www.lapermanente.it

Kuniyoshi
Il visionario del mondo fluttuante
a cura di Rossella Menegazzo 
progetto di allestimento Corrado Anselmi
con Andrea Damiano
immagine coordinata, affissioni e grafica di allestimento Bruno Stucchi – dinamomilano.com
con Sara Murrone
prodotta da MondoMostre Skira
www.kuniyoshimilano.it

Catalogo:
Kuniyoshi
Skira, 2017
192 pagine, 160illustrazioni a colori, cartonato
prezzo: 42,00 Euro
www.skira.net

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