I ragazzi che si amano

Gabriele Lavia prende a prestito le poesie di Jacques Prévert per declamare un’ode all’amore universale.

Il grande pregio che offre il teatro rispetto al cinema è la possibilità di interagire con gli attori sul palcoscenico. Inclusi divi del calibro di Gabriele Lavia che per il gran finale di spettacolo invita a duettare con lui una simpatica signora delle prime file che gli ha fatto da interlocutrice durante I ragazzi che si amano, in scena in questi giorni al Teatro Elfo di Milano.
Il monologo trae il titolo da una nota poesia di Jacques Prévert ed è incentrato sull’arte e sulla vita dell’autore francese nella cui casa nacque il movimento surrealista. I testi dei suoi componimenti prendono spunto da piccoli episodi di vita quotidiana e possono apparire talmente semplici da rasentare la banalità eppure, come spiega Lavia, se si fa lo sforzo di andare oltre l’apparenza si arriva all’essenza di un messaggio profondo, intriso di amore. È l’amore infatti la chiave per accedere al mondo di Prévert.
Non l’amore di coppia ma il sentimento universale che smuove le cose e sta alla base delle relazioni tra le persone. Lavia, con piglio accademico, contesta la superficialità di certe traduzioni in commercio che travisano il significato originario dei componimenti, a iniziare proprio da quella di Les enfants qui s’aiment. Enfants che, come nel caso di “enfants de la Patrie” ne La Marsigliese, non allude ai bambini ma è una delicata allegoria che comprende l’umanità intera.
Lavia colorisce il monologo con la maestria dell’affabulatore che gli è propria, alternando alle poesie aneddoti della vita dello scrittore, e così, pennellata dopo pennellata, sottovoce come nello stile di Jacques Prévert, a fine spettacolo si ricompone un articolato e sofferto ritratto del cantore dell’esistenza umana, tradito dal troppo amore per le sue bionde Gauloises. Egli infatti muore di tumore ai polmoni nel 1977.
La vita e la carriera di Prévert si intrecciano con la Storia, la cultura e il costume del Novecento e con i ricordi dello stesso Lavia che, suscitando estrema tenerezza, chiamando a supporto il pubblico in un monologo che sovente si fa dialogo con la platea, racconta quegli anni con un pizzico di nostalgia per la gioventù. Si badi bene, è solo una finzione da copione perché lui, nonostante sia trascorso oltre mezzo secolo dal debutto sulle scene, ribadisce che sta solamente immedesimandosi nella parte.
È vero, la magia del teatro ha il potere di trasportare il pubblico a Parigi negli anni Sessanta e trasformare un leone delle scene in un melanconico anziano chansonnier. Tuttavia questa volta l’allure che ancora oggi circonda la figura di Jacques Prévert e il fascino della performance di Gabriele Lavia non bastano a fare la magia di trasformare il testo di I ragazzi che si amano in un recital coinvolgente. Applaudiamo quindi con gratitudine Lavia-attore ma non nascondiamo il disappunto per Lavia-autore di una riflessione esistenzialista sull’amore che si contorce inutilmete su sé stessa, non riuscendo a scavare oltre lo strato superficiale della questione.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Elfo – sala Shakespeare
c.so Buenos Aires 33 – Milano
fino a domenica 12 maggio 2019
orari: martedì-sabato 20.30
domenica 16.00
www.elfo.org

I ragazzi che si amano
uno spettacolo di e con Gabriele Lavia
da Jacques Prévert
musiche Giordano Corapi
produzione Teatro della Toscana
durata 75 minuti

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