Henry: parole parole parole

Il Funaro di Pistoia presenta una prima assoluta firmata dal Blind Summit Theatre. Come sempre, il Centro culturale pistoiese si dimostra una punta di diamante nelle proposte europee.

Luci e ombre sullo spettacolo di e con Mark Down ma, al di là di questo, l’indubbio riconoscimento che Il Funaro di Pistoia è una delle rare realtà toscane, e perfino italiane, davvero aperte al contemporaneo, alla sperimentazione e al resto del mondo. Sebbene in un piccolo cortile, lo sguardo di questo teatro spazia a 360° offrendo spunti, idee e novità spesso interessanti, sempre in controtendenza di fronte a un mainstream piuttosto ammorbante.
Ma veniamo allo spettacolo. HENRY Memorie teatrali d’oltretomba è ottimamente interpretato da Mark Down che, oltre ad animare il (o farsi possedere dal) suo pupazzo, sposta continuamente il piano della narrazione dalla realtà immaginata (o pseudo-rammentata) alla realtà della scena, servendosi di un gioco metateatrale che, sebbene già sperimentato più volte, funziona sempre. Il pubblico assiste contemporaneamente ad alcuni esercizi di un ipotetico workshop (divertenti e, nel contempo, interessanti) tenuto dallo stesso Down, all’esegesi dello spettacolo e alla sua messinscena: tre livelli di scrittura e altrettanti registri interpretativi. Plauso all’idea e alle capacità attorali.
Quello che convince di meno però è la resa di Henry – del pupazzo ma anche dei mezzi e strumenti del teatro di figura. In parte, perché i due burattinai (o animatori), accanto a Down, ricoprono un ruolo davvero secondario e, spesso, quasi di contorno. Non vi è (tranne nella messinscena della morte del pupazzo) una autentica interazione tra gli stessi. La maggior parte dello spettacolo è giocata sul lungo (forse troppo, soprattutto se si pensa che è recitato in inglese) monologo di un pupazzo, che si avvale più della parola che non della mimica per raccontarsi e raccontare. Mancano altresì quell’uso delle luci e delle ombre, della pantomima, e di tutti quegli strumenti altri che fanno del teatro di figura una delle massime espressione del teatro non di parola e che rendono questa forma artistica tanto universale quanto trasversale a età, generazioni e culture.
In fondo, la sensazione è che HENRY Memorie teatrali d’oltretomba sia più un buon (forse ottimo) monologo teatrale, agito da un pupazzo – invece che da un attore in carne e ossa. Anche se (e questo è il peggior dubbio) è Mark Down a fare la parte del leone e, nel caso di un animatore (o burattinaio), forse non dovrebbe essere così.

Simona M. Frigerio

Lo spettacolo è andato in scena:
Il Funaro Centro Culturale

via del Funaro 16/18 – Pistoia
venerdì 4 e sabato 5 maggio, ore 21.00
www.ilfunaro.org

Blind Summit Theatre presenta:
HENRY 
Memorie teatrali d’oltretomba
di e con Mark Down
da un’idea originale di Mark Down e Nick Barnes
puppet design Mark Down e Nick Barnes
assistente alla regia Fiona Clift
scene Michael Vale
collaborazione drammaturgica Tom Espiner, Michael Vale, Hattie Naylor e Giulia Innocenti
e con l’aiuto di Carolyn Choa, Philip Haas ed Ed Docx
produzione Blind Summit Theatre
con il sostegno de Il Funaro – Pistoia
prima assoluta

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