Baryshnikov e Wilson a Milano

Grande attesa per il debutto al Teatro dell’Arte di Letter to a man, lo spettacolo ideato e diretto da Robert Wilson e interpretato da Mikhail Baryshnikov.

Nel 2013 Robert Wilson affascina il pubblico esigente del Spoleto Festival dei 2Mondi con The Old Woman, una struggente performance interpretata da una coppia d’attori d’eccezione: Mikhail Baryshnikov e Willem Dafoe. A distanza di due anni Robert Wilson e Mikhail Baryshnikov tornano insieme al Festival per presentare Letter to a man, un nuovo spettacolo commissionato dallo stesso Spoleto Festival dei 2Mondi, da BAM for the 2016 Next Wave Festival, Cal Performances University of California BerkeleyCenter for the Art of Performance at UCLA in collaborazione con Teatros del Canal MadridLes Ballets de Monte-Carlo/ Monaco Dance Forum. Ancora una volta pubblico e critica si sono trovati d’accordo nell’accogliere, estasiati, la nuova produzione.
A due mesi di distanza da quella prima mondiale, l’11 settembre Letter to a man sarà in scena a Milano, al Teatro dell’Arte.
Molti sono i parallelismi tra i due spettacoli proposti a Spoleto da Robert Wilson e Mikhail Baryshnikov: i testi originali risalgono agli anni Trenta, sono entrambi opera di artisti russi e si ispirano alle drammatiche vicende biografiche dei loro autori. The Old Woman è tratta dall’omonima novella di Daniil Kharms, giovane scrittore afferente alle avanguardie storiche, perseguitato dal regime stalinista. Kharms sfrutta le surreali corde del teatro dell’assurdo per dar sfogo all’angoscia e alla rabbia che affollano la sua mente, trasformandole in una sottile critica al regime e Baryshnikov e Dafoe, resi irriconoscibili da uno spesso strato di cerone, hanno saputo dar vita a quadri viventi dall’alto potere poetico, in cui l’espressività dei loro corpi viene esaltata dalla straordinaria combinazione di musica e luci.
Letter to a man offre invece una rilettura dei Diari di Vaslav Nijinsky, uno dei più virtuosi ballerini di tutti i tempi – sia per capacità tecnica che per profondità interpretativa – ed estroso coreografo dei Balletti Russi. Movimento e suono, reiterati ossessivamente, divengono qui, più che in qualsiasi altro allestimento di Wilson, componenti imprescindibili per accompagnare l’inarrestabile caduta nella follia di Nijinsky. Mikhail Baryshnikov ci tiene a precisare con la stampa che, nonostante la musica sia coprotagonista di Letter to a man, non è questo l’ennesimo spettacolo di danza che lo vede protagonista. “Non è [un lavoro] su Nijinsky. È su questo straordinario libro, miracolosamente scritto in sei mesi. È su un uomo tormentato e sul suo rapporto con la sua arte, con dio, con la famiglia, con le questioni morali. Non abbiamo voluto ricreare nulla. Si tratta di una strana storia parallela sulla voce di questa persona, non sulla sua fisicità”.
Poco ci resta da aggiungere se non tratteggiare velocemente i profili dei due artisti coinvolti in quest’evento, i cui nomi sono noti anche a chi mastica poco di teatro. Per il New York Times Robert Wilson è semplicemente “una pietra miliare del teatro sperimentale mondiale“. Quale definizione migliore per un artista che crea opere in cui dialogano tra loro discipline performative e arti visive, utilizzando la musica e la luce per amalgamare le differenti componenti. Le sue messinscene affascinano il pubblico in sala, tempestandolo di suggestioni ed emozioni che lo trasportano in mondi paralleli dove prendono vita grandi classici come Odyssey – portata in scena poche stagioni fa anche a Milano – o piccoli capolavori misconosciuti. Sin dal suo debutto sulle scene negli anni Sessanta, Wilson ha stravolto il modo tradizionale di fare teatro, imponendo per piccoli e grandi allestimenti, per drammi ed opere liriche un nuovo, inconfondibile stile. In ciascuna delle categorie artistiche in cui si è cimentato, Wilson ha  ricevuto premi e onorificenze, inclusa la nomination per il Premio Pulitzer nel 1986 e il Leone d’Oro per la scultura alla Biennale di Venezia del 1993.
Michail Baryshnikov, formatosi all’austera scuola di danza classica russa diviene in breve tempo solista del Balletto Kirov. Fuggito dal regime sovietico e divenuto cittadino statunitense, negli anni ha dato prova di grande versatilità, alternando alla danza classica la moderna, al ruolo di ballerino quello di coreografo. Dopo l’esordio cinematografico con Due vite, una svolta (1977) – pellicola che gli valse la candidatura agli Oscar come attore non protagonista – oggi potremmo ormai definire Michail Baryshnikov un attore a tempo pieno.

Silvana Costa

Lo spettacolo andrà in scena:
Teatro dell’Arte
viale Alemagna, 6 – Milano
11 – 20 settembre 2015
orari: da martedì a venerdì ore 20.30, sabato ore 19.30, domenica ore 16
www.crtmilano.it
www.triennale.org
 
Letter to a man
ideato e diretto da Robert Wilson
con Mikhail Baryshnikov
tratto dai Diari di Vaslav Nijinsky
un progetto di Change Performing Arts e Baryshnikov Productions
produzione esecutiva CRT Milano
commissionato da Spoleto Festival dei 2Mondi, BAM for the 2016 Next Wave Festival, Cal Performances University of California Berkeley, Center for the Art of Performance at UCLA in collaborazione con Teatros del Canal Madrid, Les Ballets de Monte-Carlo/ Monaco Dance Forum
spettacolo in lingua inglese e russa con sottotitoli in italiano
www.robertwilson.com

Questa voce è stata pubblicata in Milano, prosa&danza, Triennale e contrassegnata con , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.