Carissimo Pinocchio

Giulio Iacchetti è il curatore della mostra in corso al museo ADI incentrata sul famoso burattino nato dalla fantasia di Carlo Collodi. Oltre sessanta grafici e designer contribuiscono all’iniziativa dedicata ad Andrea Branzi porgendo una personale riflessione su Pinocchio.

La Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze nel 1883 pubblica la prima edizione in volume di Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi e oggi, a distanza di centoquarant’anni, il romanzo è il secondo libro più tradotto al mondo. Una ricorrenza che l’Associazione per il Disegno Industriale celebra con la mostra Carissimo Pinocchio. Designer e grafici italiani ridisegnano il burattino più famoso del mondo a cura di Giulio Iacchetti, visitabile sino a domenica 4 febbraio 2024 negli spazi del museo aperto dall’ADI a Milano.
La mostra è dedicata ad Andrea Branzi, architetto e designer pluripremiato, insospettabile appassionato di Pinocchio, scomparso lo scorso 9 ottobre di cui il 30 novembre, giorno dell’apertura al pubblico, sarebbe caduto il suo ottantacinquesimo compleanno.
Il connubio tra ADI e Pinocchio non stupisca: da sempre Geppetto è considerato l’antesignano dei designer italiani, capace di riconoscere le potenzialità di un materiale di scarto e, con sapienza artigiana, di realizzare un capolavoro. Iacchetti nel suo contributo al catalogo della mostra, scritto in forma di lettera a Pinocchio, ricorda infatti come “dopo di lui ci sono stati altri che hanno fatto tesoro dell’insegnamento del tuo babbo per ricavare da un manico di scopa un appendiabiti, da un semplice cartoncino colorato una scultura da viaggio o dal fanale di una Fiat 500 una bellissima lampada che ancora oggi illumina le nostre case” (pag. 14). Non stupisca nemmeno quindi che la mostra sia ospitata nella Sala 1 del museo, quella che nelle nicchie create lungo le pareti perimetrali espone a rotazione i progetti vincitori dal 1954 a oggi del prestigioso Compasso d’Oro.
Carissimo Pinocchio dunque, grazie anche al contributo di sessantadue designer e grafici italiani, può a pieno diritto essere considerata perfettamente in linea con l’istituzione finalizzata a valorizzare e promuovere il lavoro creativo insieme a quello squisitamente manifatturiero tipico del design italiano.

L’architetto Matteo Vercelloni concepisce la mostra come un paese dei balocchi dove trovano spazio vari padiglioni e articola, di concerto con Giulio Iacchetti, il percorso di visita in quattro tappe.
La prima sezione offre una galleria di ritratti di Pinocchio a partire dalle illustrazioni di Enrico Mazzanti per la prima edizione del romanzo pubblicata dalla Libreria Editrice Felice Paggi e da quelle di Carlo Chiostri per l’edizione Bemporad & Figlio del 1901 a quelle più recenti di Roland Topor, Jacovitti o Andrea Rauch. Si possono ammirare poi manifesti pubblicitari di diverse tipologie di prodotti – a testimonianza della trasversalità e della duttilità di Pinocchio come testimonial –, ci sono fotogrammi di Totò a colori e pure gli schizzi di Aldo Rossi per lo Yatai di Pinocchio (1988), una divertente soluzione di architetture nomadi ispirata al tradizionale chiosco giapponese per la vendita di cibo, ideata in occasione della Japan Design Expo svoltasi nel 1989 a Nagoya.

La seconda tappa è il tendone del circo di Mangiafuoco, ricreato da Vercelloni con una struttura in pannelli mobili realizzati da Abet Laminati appositamente per la mostra, decorati con un motivo che richiama le righe di un quaderno di scuola. I pannelli ospitano sul lato esterno i lavori dei grafici mentre all’interno sono collocate mensole su cui sono posizionate le creazioni dei designer. Ciascun lavoro è accompagnato da un testo descrittivo, tanto degli intenti dell’autore quanto delle caratteristiche dell’opera concepita come una lettera a Pinocchio. Gli autori infatti, su esplicita richiesta di Giulio Iacchetti – e lui con loro – offrono al pubblico una testimonianza di cosa rappresenti per loro il romanzo di Collodi e ne reinterpretano il protagonista: è estremamente interessante ammirare il prodotto di quelli che sono i principali professionisti del settore lasciati liberi di esprimersi, facendo risuonare corde inattese e facendo emergere letture originali della storia.
Iacchetti partecipa con un’opera grafica, con un motivo decorativo dal titolo Go Pinocchio go! in cui si ripete per linee diagonali la sagoma del burattino immortalata nel momento in cui Geppetto gli fa i piedi e prende a camminare e poi a correre. Leonardo Sonnoli in Quello che non raccontano le storie propone una scheda segnaletica del ceppo di legno originario predisposta dai carabinieri; Mauro Panzeri con Pinocchio tra parentesi evidenzia come il profilo del burattino ricordi una parentesi graffa mentre Inarea – Antonio Romano ne disegna il corpo componendo tra loro diversi caratteri tipografici; Valentina Casali ripropone la frase che Disse il corvo al capezzale di Pinocchio dopo l’impiccagione; Francesco Franchi crea il rebus della parola Pino-Occhio; Lorenzo Fanton accosta i dorsi di diverse edizioni del libro in italiano e in lingua straniera e, ancora, Gianfranco Setzu, ispirandosi alle pubblicità di cure estetiche, propone per Tempera via ogni bugia Pinocchio testimonial di un temperamatite, ritratto prima e dopo averne fatto uso sul proprio naso.
Gli oggetti esposti all’interno della struttura sono stati realizzati – è doveroso sottolinearlo – grazie alla collaborazione tra designer e aziende che hanno accettato la sfida di progetti talvolta complessi, sia a livello tecnico sia economico. Citiamo, in ordine sparso, Matteo Ragni che per The biggest lie trasforma il burattino in un proiettile con appesa al naso la scritta “War is right”, la più grande bugia udita dai nostri politici in questo periodo; Vitrocchio di Franco Raggi offre una nuova versione dell’Uomo Vitruviano di Leonardo; Bugiardino di Joe Velluto è un mobile contenitore e Tutta un’altra storia! di Mario Scairato è un tavolino; Giacomo Moor idea una Zuccheriera-Pinocchio e Lorenzo Palmeri propone un Pinocchiospecchio.
Al centro del tendone una giostrina incrementa la componente ludica dell’allestimento e, facendoci un giro, permette di abbracciare con un unico sguardo tutte e trentuno le creazioni e realizzare quante straordinarie variazioni sul tema sia possibile fare di quella che Iacchetti ricorda essere una “combinazione elementare ma efficacissima di poche forme geometriche: un cilindro, una sfera, il cono del cappello e la sporgenza appuntita e sottile del naso” (pag. 12 del catalogo).

Nella sezione successiva, su una struttura a cilindri sovrapposti simile a quella che alle fiere espone i premi del tiro a segno, sono posizionati pezzi di design in produzione o che lo sono stati ispirati al tema Pinocchio: oggetti per la tavola e la cucina, tavolini, scopini per il bagno, maschere da sub e persino Mobi, una lampada da tavolo a forma di balena progettata dallo studio Brogliato Traverso.

La quarta sezione, una stanza a sé stante eretta all’interno della Sala 1, ospita un omaggio ad Andrea Branzi e al suo libro Pinocchio? pubblicato alcuni mesi prima. Sulle pareti sono appesi gli originali di alcune delle cento rivisitazioni del mito di Pinocchio e del tema della bugia pubblicate nel volume edito da Scheiwiller oltre a tre litografie del progetto per le scenografie di Pinocchio ideate in occasione del Maggio Musicale Fiorentino del 1998.
Terminata la visita, con ancora ben impresse nella mente le riflessioni sul tema di illustratori, grafici e designer, adulti e bambini sono invitati ad accomodarsi a uno dei due banchi di scuola collocati all’uscita e scrivere una loro personale lettera a Pinocchio.

Carissimo Pinocchio è concepita con diversi livelli di lettura, proprio come il romanzo cui ci si approccia nell’infanzia in forma ridotta, privato degli episodi più drammatici, per riscoprirlo da adulti nel testo integrale e leggere dietro la condanna alla menzogna tutta la delusione di Carlo Lorenzini nei confronti del neonato Regno d’Italia.
Giulio Iacchetti immagina la mostra come un’occasione per avvicinare i più piccoli al mondo del design ed è proprio per permettere loro di ammirare con maggior agio i pezzi esposti che Matteo Vercelloni li colloca a un’altezza inferiore al consueto. I bambini potranno inoltre accedere a laboratori didattici e troveranno un libro loro dedicato. Agli adulti è invece riservato il catalogo bilingue, così concepito in vista del tour internazionale di Carissimo Pinocchio, previsto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in connessione con gli Istituti Italiani di Cultura: prima tappa Skopje nel marzo 2024.

Silvana Costa

La mostra continua a:
ADI Design Museum
piazza Compasso d’Oro 1 – Milano

fino a domenica 25 febbraio 2024
orari: dal martedì alla domenica 10.30- 20.00
lunedì chiuso
ultimo ingresso 19.15
www.adidesignmuseum.org

Carissimo Pinocchio
Designer e grafici italiani ridisegnano
il burattino più famoso del mondo
a cura di Giulio Iacchetti
progetto allestimento Matteo Vercelloni
progetto grafico Federica Marziale Iadevaia
dedicata ad Andrea Branzi

31 designer: Antonio Aricò, Alessandra Baldereschi, Luca Boscardin, Sara Bozzini, Matteo Cibic, Carlo Contin, Lorenzo Damiani, Francesco Faccin, Duilio Forte, Alessandra Fumagalli Romario, Massimo Giacon, Alessandro Guerriero, Giulio lacchetti, Luca Madonini, Ambroise Maggiar, Raffaella Mangiarotti, Giacomo Moor, Paola Navone, Lorenzo Palmeri, Franco Raggi, Matteo Ragni, Sara Ricciardi, Elena Salmistraro, Mario Scairato, Valerio Sommella, Ludovico Spataro, Studio Ossidiana, Philippe Tabet, Andrea Vecera, Joe Velluto, Martinelli Venezia.

31 grafici: About Studio, Gianluca Alla, Andrea Amato, Ascionemagro, Atto – Sara Bianchi, Beatrice Bianchet, Cinzia Bongino, Edda Bracchi e Stefano Cremisini, Mauro Bubbico, Valentina Casali, Monica Casu, Pino De Nicola, Davide Di Gennaro, Lorenzo Fanton, Vitantonio Fosco, Francesco Franchi, Giulio Iacchetti, La Tigre – Luisa Milani, Leftloft, Emilio Salvatore Leo, Multiplo – Luca Fattore, Margherita Paleari, Mauro Panzeri, Mario Piazza, Antonio Romano, Giulia Saporito, Gianfranco Setzu, Leonardo Sonnoli, Studio Grand Hotel – Paolo Berra, Studio Mistaker, Omar Tonella.

Catalogo:
Carissimo Pinocchio
Designer e grafici italiani ridisegnano
il burattino più famoso del mondo
a cura di Giulio Iacchetti
ADIper, 2023
192 pagine
prezzo: 20,00 Euro

Questa voce è stata pubblicata in ADI Design Museum, design&grafica, Milano e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.