Comunità Italia

comunita italia 12Ricreata, in Triennale, una città ideale con il meglio dell’architettura del secondo Novecento.

È sempre complicato parlare di un passato forse ancora troppo recente e, ancor più, del presente. Eppure Alberto Ferlenga – nuovo rettore dello IUAV di Venezia – e Marco Biraghi hanno accettato la sfida curando la mostra Comunità Italia. Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al Duemila. Noti soprattutto per i loro scritti sull’architettura contemporanea, in occasione dell’esposizione – aperta sino al 6 marzo al piano terra della Triennale di Milano – hanno scelto di lasciar parlare gli edifici o, meglio, le  loro rappresentazioni e si sono limitati a esporli con semplicità, senza dilungarsi in oziose categorizzazioni.
Davanti agli occhi del visitatore si palesa, quindi, come per magia, una piccola città in miniatura ove sono accostati tra loro i plastici degli edifici più significativi del secondo Novecento. Sfilano i modelli di progetti realizzati e di idee che non sono andate oltre la fase concorsuale, architetture singole – a volte vere e proprie icone come il Teatro del mondo (1979-80) di Aldo Rossi che apre la carrellata – accostate a interventi a scala territoriale come la Sede dell’Università degli Studi della Calabria (1973-1979) di Gregotti Associati. Senza scivolare nello scontato stratagemma di raggruppare le opere per ismi, sui tavoli grigi che occupano un’ampia porzione della curva della Triennale funzioni e stili sono mischiati tra loro, proprio come accadrebbe in una città reale. Ogni progettista apporta il proprio prezioso contributo alla storia dell’architettura italiana come nel Medioevo ogni singolo artigiano della comunità contribuiva, con la propria peculiare professionalità, alla costruzione della cattedrale in cui si sarebbe recato a pregare.
Gli edifici di Luigi Caccia Dominioni a Milano dialogano con quelli realizzati da Luigi Figini e Gino Pollini a Ivrea per Olivetti; la Torre Velasca (1950-58) dei BBPR domina il panorama come, nella realtà, continua a distinguersi nello skyline milanese a dispetto dei griffatissimi grattacieli sorti in questo ultimo decennio. Gli spazi per spettacoli di Ignazio Gardella, Giancarlo De Carlo e Antonio Monestiroli si mischiano con il Museo del Tesoro di San Lorenzo (1952-56) di  Franco Albini – rappresentato da uno spettacolare plastico che si apre mettendo in luce l’allestimento degli spazi interni – e con la Chiesa dell’Autostrada del Sole (1960-64) di Giovanni Michelucci o con quella, più moderna a Cesano Boscone (1989-2000) di Mauro Galantino.
L’architettura residenziale è rappresentata in tutte le sue varianti, dalla fiabesca Casa Cei (1991-1993) di Ettore Sottsass alla complessa volumetria della Casa del Farmacista (1980) a Gibellina, firmata da Franco Purini e Laura Thermes, sino all’intervento nell’area ex-Junghans a Venezia (1997-2002) dello studio CZA – Cino Zucchi Architetti. Un edificio dall’aria surreale che, non a caso, Marco Biraghi ha scelto per la copertina della Storia dell’architettura italiana.1985-2015 (Einaudi, 2013), scritto con Silvia Micheli.
Tra le opere dei Maestri indiscussi dell’architettura italiana e le architetture delle nuove generazioni è stato ricavato uno spazio anche per la Ricostruzione di San Michele in Borgo (1979-2001), un complesso con destinazione residenziale e commerciale ottenuto dal recupero di un isolato parzialmente distrutto durante l’ultima guerra, che porta la raffinata firma di Massimo Carmassi, insignito poche settimane fa della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana (leggi la recensione dell’evento).
Senza aprire polemiche ma lasciando che sia la mente di ciascuno a esprimere il proprio verdetto, invitiamo il pubblico a confrontare i padiglioni dell’appena conclusa Expo milanese con quelli concepiti da Maurizio Sacripanti e da Costantino Dardi con Giovanni Morabito per il concorso per il Padiglione Italiano a Expo ’70, organizzata a Osaka, o il Palazzo del Lavoro per l’Esposizione Internazionale del Lavoro di Torino (1959-60), firmato da Pier Luigi Nervi e Gio Ponti.
Molti tra i modelli in mostra sono accompagnati da libretti descrittivi contenenti testi, disegni e foto  e ci appare impietoso l’atto di indicare in copertina l’anno di nascita del progettista poiché, quando si accostano i Maestri alle generazioni successive, si nota come – troppo spesso – la genialità del passato sfoci in mediocri epigoni.
La rassegna di plastici è affiancata da un’eccezionale galleria di disegni. Da quelli di Nervi per la Cartiera Burgo a Mantova al progetto per i Nuovi uffici per la Camera dei Deputati di Samonà – che evoca i labirinti di Escher – sino alle versioni di Aldo Rossi – sospese tra realtà e allucinazione – e Giorgio Grassi per la Casa per studente a Chieti (1976). I disegni a china o a pastello lentamente sfumano nelle tavole emblematiche dei grandi piani regolatori firmati da Giovanni Astrengo (Bergamo e Assisi), Luigi Piccinato (Matera), Bernardo Secchi (Siena e Prato), Giancarlo De Carlo (Rimini e Urbino), Leonardo Benevolo (Brescia), Gregotti Associati (Torino) e Giuseppe Campos Venuti e Maurizio Marcelloni (Roma). Sul soppalco trovano invece spazio le fotografie di Ghirri, Chiaramonte, Jodice, Guidi, Basilico che, a partire dagli anni Settanta, sono divenute strumento imprescindibile per comprendere le reali caratteristiche del territorio italiano.
Il ricco percorso di mostra non si esaurisce qui. La città in miniatura è integrata da sezioni tematiche che evidenziano i principali dibattiti architettonici avviati dalle differenti scuole di pensiero; che ricordano il ruolo strategico rivestito dall’editoria di settore e dalle istituzioni culturali per la divulgazione su scala mondiale del lavoro dei progettisti italiani; che raccontano gli intrecci tra architetti, industria e design dagli anni drammatici del dopoguerra ai giorni nostri; che mostrano come, a partire dagli anni Settanta, il disegno abbia saputo rendersi autonomo rispetto alle finalità realizzative di un progetto, dando luogo a composizioni utopiche che, sebbene sconfinino in territorio pittorico, sono importanti momenti di riflessione per la disciplina; o, ancora, che svelano il percorso creativo degli architetti esponendo i loro taccuini privati. Il percorso si conclude con una selezione dei materiali della call Italy in a frame, selezionati e rielaborati da Gianni Canova e dallo IULM con l’intento di offrire uno sguardo sullo stato attuale del paesaggio italiano.
La mostra è suggestiva e ricca di spunti di riflessione ma il merito dei curatori non è sufficiente a controbilanciare un allestimento monotono che se da un lato pone i modelli su altari – dimenticando la funzione pratica dell’architettura – dall’altro espone i disegni in cunicoli angusti, senza il giusto respiro per ammirare in un unico colpo d’occhio le tavole nella loro complessità. Ci si è dimenticati che non tutti i visitatori saranno addetti ai lavori e, quindi, non necessariamente interessati a cogliere, con il naso appiccicato al vetro di protezione, ogni singolo dettaglio tecnico dei progetti.

Silvana Costa

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La mostra continua:
Triennale di Milano – Curva

viale Alemagna, 6 – Milano
fino a domenica 6 marzo 2016
orari: martedì – domenica 10.30 – 20.30; lunedì chiuso
la biglietteria chiude un’ora prima delle mostre
www.triennale.org

Comunità Italia
Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al Duemila
a cura di Alberto Ferlenga e Marco Biraghi
assistenti Claudia Gallo, Alessandra De Bastiani Menna
installazione video Giuseppe Ragazzini
sezioni a cura di Carmen Andriani – evoluzione del cantiere, Silvana Annicchiarico – design, Chiara Baglione – archivi, Fernanda De Maio – scuole di architettura, Paola Nicolin – istituzioni culturali, Raffaella Poletti – editoria di settore
progetto di allestimento Filippo Orsini, Morpurgo de Curtis Architetti Associati – Guido Morpurgo, Annalisa de Curtis
progetto grafico Stefano Mandato

Catalogo:
Comunità Italia
Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al Duemila
a cura di Alberto Ferlenga e Marco Biraghi

Silvana Editoriale, 2015
16,5 x 24 cm, 276 pagine, 112 illustrazioni a colori, brossura con alette
prezzo 22,00 Euro
www.silvanaeditoriale.it

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