Dietro di sé: il silenzio

In occasione del mese di residenza presso il Centro Culturale il Funaro, una settimana di repliche per The Secret Room, storica e pluripremiata creazione della Compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti – Iraa Theatre

Appuntamento, poco prima delle 20.00, in teatro. Qui ci viene consegnata una mappa per raggiungere l’abitazione in cui vivono i due artisti al momento. In un certo senso, seguire il percorso e cercare la casa fa già parte dell’esperienza. Quando giungo a destinazione, vedo altre persone che, come me, controllano che il numero civico sia quello giusto. Ci guardiamo indecisi sul da farsi e, alla fine, suoniamo il campanello. Roberta ci accoglie e ci invita ad accomodarci – mentre attendiamo gli altri e che la cena sia pronta. Nel giro di pochi minuti dieci sguardi imbarazzati percorrono la stanza, cercando accuratamente di incrociarsi il meno possibile. Panico. Siamo indifesi, non sediamo tranquilli come nella poltroncina del teatro, in una posizione protetta e sicura. Ancora qualche minuto e la padrona di casa ci invita a tavola: forse il vino scioglierà la tensione.
Recita il Decalogo di Cuocolo-Bosetti:
“Il Teatro è un’arte contaminata dalla vita (il corpo dell’attore, il luogo fisico, la presenza dello spettatore), è contaminata dalla morte, perché non resiste al tempo, ed è contaminata dal caso, perché lo spettatore vi gioca un ruolo fondamentale. Se si accettano questi caratteri e si portano alle estreme conseguenze allora occorre mettere ‘più vita nel teatro e più teatro nella vita’ e lo spazio della realtà e della finzione, spazio della vita e del teatro devono sovrapporsi. La distanza fra attore e personaggio si annulla: «Sono un attore e interpreto me stesso». Le opposizioni realtà/finzione, vita/teatro, attore/personaggio smettono di sussistere e nell’attore diventano una sola cosa”.
In The Secret Room i luoghi e la situazione sono reali (la casa, le stanze, gli oggetti, la cena), reali sono i rapporti, fra noi convenuti e con la protagonista. La cena ha un tono conviviale, si chiacchiera e si discute, Roberta propone argomenti di conversazione e chiede la nostra opinione. Mentre le parlo cerco il suo sguardo e mi domando chi sto guardando e quanto mi sia concesso guardarla negli occhi. Il nostro parlare e il suo sono diversi. La sua voce, i suoi gesti hanno qualcosa di particolare. Lei abita una soglia, o è addirittura lei stessa quella soglia fra due mondi: il nostro – in cui realtà e finzione sono ben distinte – e il suo – in cui ha creato un amalgama impenetrabile e inscindibile. Come previsto nel decalogo tutte le distanze collassano: fra attore e personaggio, fra attore e spettatore, fra reale e finzione.
Il teatro solitamente garantisce una protezione. Quella di uno spazio dedicato dove elaborare storie – magari la verità, se possibile. La protezione garantita dal buio, che isola e illude lo spettatore di essere solo. La protezione offerta dalla distanza fisica e dalla mediazione (della storia raccontata e della messinscena). Una protezione psicologica ed emotiva che salvaguarda noi spettatori e loro attori. Tutto ciò che accade in The Secret Room è negazione di questa protezione. Tutto è inopportuno e necessario allo stesso tempo: imbarazzo ed esigenze si specchiano reciprocamente e ci rispecchiano. Un’interprete notevole per un’esperienza fuori dall’ordinario.

Mailè Orsi

Lo spettacolo continua:
Il Funaro Centro Culturale
via del Funaro 16/18 – Pistoia
11-15 e 18 febbraio ore 20.00
www.ilfunaro.org
 
Cuocolo/Bosetti
Iraa Theatre
The Secret Room
con Roberta Bosetti
regia Renato Cuocolo
www.cuocolobosetti.org

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