I Rinascimenti in Europa 1480-1620

Il Professor Bernard Aikema contrappone alla teoria di un unico Rinascimento, che come un’ondata travolge progressivamente tutta Europa, l’ipotesi di una pluralità di fenomeni di rinnovamento artistico di matrice locale, successivamente entrati in interazione tra loro.

Bernard Aikema, storico dell’arte di fama internazionale, è il curatore di I Rinascimenti in Europa 1480-1620. Arte, geografia e potere, il primo di una serie di due volumi in cui si teorizza la presenza in Europa non di uno ma di una serie di Rinascimenti, ciascuno generato da una propria scuola artistica autonoma.
Il Rinascimento così come comunemente inteso deriva dalla definizione vasariana di un’epoca in cui, anche a seguito del ritrovamento di capolavori quali il Gruppo del Laocoonte – venuto alla luce casualmente nel 1506 scavando in un vigna sita nei pressi della Domus Aurea di Nerone –, si ripristinano in campo artistico i canoni e i temi propri dell’arte classica di epoca greco e romana. Aikema obietta invece che tale definizione del Rinascimento è applicabile solo al contesto laziale e toscano mentre nel resto d’Europa, per quanto dal XV secolo si assista a una generalizzata rinascita delle arti e della cultura, le cifre stilistiche riscontrate sono differenti e, a loro volta, classificabili in due tipologie. Da un lato ci sono le scuole custodi di una consolidata tradizione locale, in grado di mantenere la propria autonomia anche dinnanzi a influenze esterne, mentre dall’altro ci sono realtà che, libere dal peso di una propria tradizione, sono più dinamiche e propense al meticciamento degli impulsi provenienti dall’esterno, dando vita a nuovi inattesi linguaggi. Si pensi anche solo all’Italia: man mano ci si allontana da Roma e Firenze il modello classico subisce forti resistenze locali che portano a considerevoli ritardi nella sua affermarzione – se non al rifiuto totale – e a vistose varianti a un sistema predefinito di valori.
Aikema tratteggia così un’immagine dinamica del Rinascimento europeo, che potremmo restituire graficamente come una rete i cui nodi irradiano il territorio con la propria cultura. Alla luce di questa interpretazione policentrica e dinamica della realtà artistica europea I Rinascimenti in Europa 1480-1620 propone un’inconsueta lettura geo-culturale e non cronologica della storia dell’arte rinascimentale.
Il volume si compone di otto capitoli cui si aggiungono premessa, conclusioni e, soprattutto, una corposa bibliografia. I primi due, Punti di vista e Incipit. Geografie artistiche del Quattrocento, offrono un’anticipazione di quanto esposto nei capitoli a seguire e un inquadramento generale in cui inserire le realtà analizzate. Bernard Aikema ci tiene a far presente che “non abbiamo in alcun modo la pretesa, con la nostra scelta, di trattare il soggetto in modo esauriente ed enciclopedico, ma di illustrare alcuni aspetti e tematiche che riteniamo fondamentali” (pag. 15).
Il percorso proposto per l’esplorazione non può che partire da Roma triumphans ricostruendo la genesi del modello visivo e culturale cui per tradizione si associa l’idea di Rinascimento e, in seguito, di stile imperiale. Rinascimento imperiale asburgico puntualizza invece come all’epoca la reale potenza dominante il continente fosse la dinastia Asburgo. L’impero tuttavia, per quanto sovvenzioni un’importante attività artistica, manca di quella coerenza nei modi e nello stile che gli rende impossibile ricoprire in ambito culturale quel ruolo dominante che occupa politicamente. Una situazione cui lo studioso contrappone Rinascimento imperiale Valois ove descrive quanto accade invece alla corte francese.
Il sesto capitolo, Due metropoli a confronto: Venezia e Anversa, esamina il fervore artistico di due città distanti tra loro, accomunate dall’essere due poli di primaria importanza del commercio marittimo, dove l’identità locale si incontra con la cultura di terre lontane. Si analizza qui sia cosa accade in ambito urbano e sia come questo ricada sull’entroterra.
Nel capitolo successivo l’attenzione si sposta su Il Rinascimento nelle Alpi. La catena montuosa che divide l’Europa in due parti, in termini geografici ma pure culturali: è un territorio liquidato troppo spesso come mera zona di passaggio, se non ignorato completamente dai manuali di storia dell’arte. Aikema invece si concentra con grande attenzione su quanto prodotto in quest’area.
Nel conclusivo Altri Rinascimenti: i Rinascimenti degli altri trovano spazio quelli che lo studioso, a più riprese, definisce Rinascimenti alternativi: in parte perché solo marginalmente citati dalle fonti scritte a causa delle loro origini popolari, in parte perché eccessivamente sperimentali.
Per concludere infine, più che un bilancio di quanto presentato al lettore, è una riflessione sul ventaglio di cause che portano alla conclusione dell’epoca rinascimentale. Una riflessione interessante alla stregua della teorizzazione di una pluralità di Rinascimenti che, dall’interazione tra loro, hanno portato al tanto celebrato rinnovamento in ambito artistico.

Silvana Costa

I Rinascimenti in Europa 1480-1620
Arte, geografia e potere
a cura di Bernard Aikema
Libri Scheiwiller, 2021
16 x 24 cm, 264 pagine, 150 immagini, brossura con alette
prezzo 54,00 Euro
www.24orecultura.com

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