Torino capitale del Liberty

La mostra in corso a Palazzo Madama di Torino è concepita per illustrare il ruolo fondamentale della città nell’affermarsi nel nostro Paese – ma non solo – del Liberty nell’architettura ma pure nelle arti decorative, nella moda e nell’editoria. Un ruolo ribadito con l’organizzazione nel 1902 della Prima Esposizione  Internazionale d’Arte Decorativa Moderna, evento voluto da un gruppo di artisti, intellettuali e professionisti torinesi per riscattare la mediocre figura dell’Italia all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.

La città di Torino ha recentemente presentato domanda per entrare a far parte della RANN – Réseau Art Nouveau Network, rete nata nel 1999 dall’idea di alcune città europee di valorizzare il proprio patrimonio Art Nouveau, e per essere dichiarata Città Patrimonio Mondiale UNESCO per il Liberty.
Fondazione Torino Musei al fine di supportare tali candidature ha organizzato con la collaborazione di MondoMostre l’esposizione Liberty. Torino Capitale, visitabile sino al 10 giugno alla Sala del Senato di Palazzo Madama.
La mostra è a cura di Palazzo Madama e Siat, la Società degli Ingegneri e degli Architetti di Torino attiva sin dal 1994 per la valorizzazione del patrimonio di edifici in stile liberty presenti in città. Trattasi di ville e palazzine da pigione realizzate, insieme a servizi, infrastrutture e monumenti, a cavallo del Novecento: dall’Unità d’Italia il numero di residenti è cresciuto rapidamente, sino a raddoppiare in meno di cinquant’anni, e la richiesta di alloggi è pressante. I dati esposti in mostra evidenziano come tra il 1900 e il 1915 in città vengano rilasciati ben 10.445 permessi edilizi, con un picco nel 1912, anno in cui sono stati resi disponibili nuovi terreni edificabili con l’approvazione di una nuova cinta daziaria, più ampia della precedente. Una delle sezioni di Liberty. Torino Capitale, La gran via dell’architettura è dedicata ai progettisti degli edifici dalle eleganti decorazioni floreali costruiti a partire dal 1885 con l’avvio del Piano di risanamento del centro storico. Ciascuno degli architetti e degli ingegneri è presentato ai visitatori della mostra attraverso la sagoma di grandi dimensioni di uno dei loro edifici più significativi: tra i tanti si citano per esempio Eugenio Mollino – padre del più celebre Carlo con cui firma numerosi lavori –, Giovanni Battista Benazzo, Michele Frapolli, Antonio Vandone di Cortemiglia, Giuseppe Velati Bellini, Eugenio Ballatore di Rosana e Pietro Fenoglio.
Quest’ultimo è l’architetto di Casa La Fleur (1902) caratterizzata da una bow window angolare a tre livelli, con vetri colorati, inseriti in telai di ferro battuto e sagomati a creare eleganti arabeschi.  L’interno della casa è preso a modello dal pittore Giacomo Grosso per allestire il padiglione della gioielleria Musy alla Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna, svoltasi nel 1902 a Torino, e fa da sfondo alla sezione Il bow window. L’intimità del moderno in cui sono esposti arredi e complementi dell’epoca a ricreare un interno di dimora borghese.
La sezione presenta anche un elegante abito da sposa (1902) inteso quale trait d’union con Vite ambiziose. L’eterno femminino e l’arte in cui si racconta, attraverso una serie di opere d’arte, come si evolvano nel Novecento la figura e il ruolo della donna nella società. Il manifesto con la Personificazione femminile della modernità che illumina con un faro la città di Torino (1889) di Adolf Hohenstein apre una sequenza che include, tra gli altri, i dipinti La danza delle Ore (1899) di Gaetano Previati, Fuoco d’artificio (1890) di Giovanni Boldini e In lettura sul mare (1910) di Vittorio Matteo Corcos oltre ad alcune sculture di Pietro Canonica e Leonardo Bistolfi.
Le donne con i loro corpi che si muovono sinuosi sono protagoniste pure di Oltre la tradizione. La danza libera, la sezione dedicata a salute e armonia quali parametri imprescindibili per giudicare nel XX secolo la bellezza. Isadora Duncan, pioniera della libertà di movimento, segna la rottura – nel mondo della danza ma non solo – con la tradizione ottocentesca e le sue esibizioni suscitano grade entusiasmo in tutta Europa. In occasione dell’Esposizione del 1902, a simboleggiare la gioia delle risorte arti decorative, sono quattro fanciulle, che nel volteggiare allegramente compongono con i nastri la parola ARS, le protagoniste del manifesto concepito da Bistolfi per l’evento internazionale e sono ancora delle fanciulle, che questa volta danzano in cerchio, il soggetto di La danza, la scultura di Edoardo Rubino utilizzata quale modello di riferimento per i gruppi allegorici collocati nel Padiglione d’Onore.
Arti decorative di cui nella sezione Torino capitale dell’arte. Dalla materia alla città si svelano i segreti: pannelli dettagliati descrivono l’impiego dei diversi materiali nelle decorazioni di esterni e interni, raccontano dell’immissione sul mercato di nuove tonalità di colori creati grazie all’impiego di sostanze chimiche e il fiorire di una fitta serie di pubblicazioni a tema, corredate di modelli e stampi per realizzare le proprie decorazioni. L’esito della combinazione di materiali, motivi e colori sono gli splendidi edifici realizzati in stile Liberty nell’area torinese, alcuni dei quali posti a confronto con altri coevi, presenti in alcune delle città già membri della RANN, a dimostrarne indubitabilmente il pregio e la perizia raggiunta da progettisti e maestranze.
Un’ulteriore sezione, Oltre la tradizione. Nuovi strumenti di comunicazione, offre un excursus sulle riviste di settore e sull’editoria per l’infanzia corredato dalla ricostruzione di un’aula scolastica, con mobili a misura di bambino a testimoniare come nel nuovo secolo si comincino a concepire arredi, oggetti e strumenti educativi tarati appositamente sulle loro esigenze.
La mostra si conclude con un omaggio a uno de capolavori di Bistolfi: l’altorilievo collocato sul frontone del Teatro dell’Opera di Città del Messico – progettato dal ferrarese Adamo Boari – a testimonianza della capacità degli artisti alla base del Liberty torinese di fare scuola in tutto il mondo.

Silvana Costa

La mostra continua:
Palazzo Madama

Sala del Senato
piazza Castello – Torino
fino a lunedì 10 giugno 2024
orari: lunedì e da mercoledì a domenica 10 – 18
martedì chiuso
il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
www.palazzomadamatorino.it

Liberty
Torino Capitale
a cura di Palazzo Madama, Siat
produzione di Fondazione Torino Musei – Palazzo Madama, MondoMostre
con il supporto di Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino

Catalogo:
Liberty
Torino Capitale
a cura di Beatrice Coda Negozio, Roberto Fraternali, Carlo Luigi Ostorero, Rosalba Stura, Maria Carla Visconti
Silvana Editoriale, 2023
24 x 28 cm, 192 pagine, 200 illustrazioni, brossura con alette
prezzo: 29,00 Euro
www.silvanaeditoriale.it

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