Possiamo salvare il mondo prima di cena

Emilio Russo scrive e dirige un testo dall’elevato valore ideologico e sociale, volto a far leva sulla coscienza di ogni singolo individuo per contribuire a contenere l’emergenza ambientale in atto.

Al Teatro Menotti di Milano è di nuovo in scena Possiamo salvare il mondo prima di cena, lo spettacolo scritto e diretto da Emilio Russo incentrato sui cambiamenti climatici in corso. Il testo è ispirato da We are the weather, il saggio di Jonathan Safran Foer in cui, con dovizia di dati, si denuncia il surriscaldamento globale della Terra, le sue cause e le inevitabili conseguenze per la sopravvivenza di flora e fauna, umani inclusi.
È ormai chiaro come gli accordi tra gli stati in tema di contenimento, se non riduzione, delle emissioni dei gas serra vengano puntualmente disattesi all’atto pratico. È inoltre sotto gli occhi di tutti come in questi giorni alcuni gruppi ambientalisti abbiano superato il sottile limite tra il diritto di protesta e il fanatismo che porta a gesti inconsulti aventi come obiettivo opere d’arte: atti vandalici – reali o simulati poco importa – volti ad attirare l’attenzione dei media e, quindi, della popolazione sugli autori e su quanto hanno da dire. Atti di puro disprezzo verso l’arte e la cultura in senso lato che fanno regredire queste persone all’epoca in cui l’uomo primitivo ancora non aveva scoperto i pregi del lasciare traccia di sé e della propria vita nelle incisioni rupestri. È un attimo, come insegnava la nonna, passare dalla ragione al torto, arrecando immenso danno di immagine alla causa.
L’arte o, meglio, il teatro in questo caso specifico dimostra quanto possa essere utile cassa di risonanza per le problematiche ambientali: basta solamente considerare quante repliche Collettivo Menotti abbia eseguito in questi giorni a favore delle scuole, riuscendo a destare l’interesse dei giovani spettatori. La pièce di Emilio Russo ha il pregio di esporre con chiarezza la situazione corrente e le prospettive per il futuro, puntando i riflettori sulla nuova estinzione di massa che si delinea all’orizzonte. Un’estinzione di cui l’uomo non è vittima ma artefice eppure, come recita il titolo, basterebbe poco per rimediare alle malefatte, per salvare il mondo prima di cena: basterebbe non consumare prodotti di origine animale prima di tale orario per ridurre significativamente le emissioni di gas nocivi. Basterebbe smettere di puntare il dito contro gli altri e iniziare ciascuno, nel proprio piccolo, a dare un contributo.
Il palcoscenico, arredato con mobili ottenuti da materiali riciclati, ospita un gruppo di giovani ambientalisti, intenti a dibattere su quale siano i più urgenti fronti d’intervento e su quale possa essere il modo più efficace per catturare l’attenzione delle persone e indurle all’azione. Giulia Perosa  a tal proposito spiega, servendosi di un calzante esempio, il meccanismo di difesa attuato dalla mente umana che dinnanzi a eventi particolarmente drammatici, pur non contestandone la veridicità, si rifiuta di accettarli per non mettere in discussione il proprio mondo di certezze. Nicolas Errico la supporta narrando come talvolta sia la buona sorte unita alla capacità di ascoltare quell’improvviso e apparentemente immotivato impulso ad agire a fare la differenza tra la vita e la morte. Il pubblico lo ascolta, rapito dal tono profondo della voce e dal sapiente gioco di pause, e si commuove dinnanzi a tale felice combinazione di istinto e fortuna che, come un lampo, illumina uno dei periodi più bui della storia umana.
Antonio, Chiara, Giulia e Nicolas si alternano nel presentare dati, rispolverare il passato, esporre scenari futuri e proposte di intervento mentre Enrico Ballardini crea un sottofondo musicale con la chitarra. A lui in chiusura dello spettacolo è affidato il compito di trarre le somme della lunga discussione e rivolgere al pubblico l’invito a cooperare per garantire un futuro non tanto al pianeta quanto ai suoi abitanti. A noi stessi.
I concetti chiave di quanto via via esposto da Antonio Perretta, Chiara Tomei, Giulia Perosa e Nicolas Errico vengono fissati sulla grande lavagna che occupa l’intero fondale del palcoscenico e rimarcato da Helena Hellwig che seduce il pubblico in sala intonando canzoni a tema.
Possiamo salvare il mondo prima di cena è uno spettacolo indubbiamente erede delle opere degli anni Settanta, cariche di ideali e aspettative sociali. Emilio Russo in veste di autore ha infatti saputo trasporre quel desiderio di migliorare il mondo nella nostra contemporaneità e, al contempo, conferisce una veste coinvolgente al saggio di Jonathan Safran Foer. Nel ruolo di regista valorizza quindi le doti dei singoli attori del Collettivo Menotti pur mettendole al servizio di un’eccellente performance collettiva.
Una performance carica di fervore ed esortazioni a porre rimedio a secoli di scelte ambientalmente sbagliate perché, per quanto la situazione si prospetti grave, ancora non è stato superato il margine di non ritorno.
Una performance volta a rimarcare l’importante ruolo sociale che sin dalle origini il teatro – e in senso più lato l’arte – svolge.

Silvana Costa

 

Lo spettacolo continua:
Teatro Menotti
via Ciro Menotti 11 – Milano

fino a domenica 20 novembre 2022
www.teatromenotti.org
 
Possiamo salvare il mondo prima di cena
versione teatrale e regia Emilio Russo
adattato da We are the weather di Jonathan Safran Foer
con Collettivo Menotti: Enrico Ballardini, Nicolas Errico, Helena Hellwig, Giulia Perosa, Antonio Perretta, Chiara Tomei
produzione Tieffe Teatro Milano
costumista Pamela Aicardi
durata 60 minuti

Questa voce è stata pubblicata in Milano, prosa&danza, Teatro Menotti e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.