Cirano deve morire

Leonardo Manzan e Rocco Placidi propongono una rivisitazione del dramma di Rostand in chiave rap. Il risultato è sorprendente nel ridare nuova forza a un testo classico senza snaturarlo, riuscendo nel complesso intento di parlare d’amore a tutte le diverse fasce d’età del pubblico in sala.

Sin dalla notte dei tempi le storie d’amore contrastate e con un finale tragico hanno enorme presa sul pubblico: si pensi all’amore tradito di Medea, al doppio suicidio di Romeo e Giulietta o alla passione di Cyrano per la cugina Rossana consumata nell’ombra. Storie nei secoli oggetto di numerosi adattamenti, trasposte dal teatro al cinema passando ovviamente per la carta stampata. Esemplare in tal senso è Cirano deve morire, la versione a ritmo di rap di Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand operata da Leonardo Manzan e Rocco Placidi, una versione moderna – nonostante i costumi secenteschi – in cui Rossana si emancipa dal ruolo di mero oggetto del desiderio per prendere in mano il microfono e trasformarsi in voce narrante.
Paola Giannini è Rossana: a lei il compito di interrompere il duello tra Cirano e Cristiano per lasciare spazio alla storia, per raccontare come il secondo si sia fatto strada nel suo cuore con la grazia delle parole oltre che con il bell’aspetto. Parole suggeritegli dal profondo del cuore da Cirano che non osa palesare il proprio amore per la cugina a causa del naso “importante” che si ritrova e per cui è deriso da sempre. Rossana, a dispetto del titolo dello spettacolo, è la vera protagonista di Cirano deve morire: è lei, “Roxanne from the Past”, che con piglio da autentica anchor woman d’oltreoceano canta, intrattiene il pubblico, cuce tra loro le scene e introduce i personaggi, primo tra tutti Cirano, interpretato da Alessandro Bay Rossi, vincitore nel 2022 del Premio Ubu come miglior attore under 35.
Il cappuccio della felpa di Cirano è ampio e scende sino a coprirgli gli occhi e il naso per non distrarre il pubblico da quanto deve dire. Cirano è un giovane dei nostri giorni, le sue parole sono fedeli all’originale, a ricordare come il testo di Rostand sia da sempre ampiamente saccheggiato dagli innamorati – e dai produttori di cioccolatini – per esprimere amore, ma la base che le accompagna è quella della musica rap. Moderna è pure l’immagine di Cirano: lui così bravo a mettere a segno stoccate a viva voce si serve tuttavia della vernice spray per tracciare “IO AMO” sul muro della casa dell’amata, un gesto che condensa in sé l’amore per la cugina e la frustrazione per non potersi/volersi manifestare. L’amore e il suo opposto, la rabbia, costituiscono la spina dorsale del racconto che nell’arco dei novanta minuti di rappresentazione vedono espresse molte delle loro accezioni.
Cirano deve morire così come proposto da Manzan e Placidi è il racconto di un triangolo, come sottolineano pure gli attori prendendo a prestito una celeberrima canzone di Renato Zero. Giusto Cucchiarini è il terzo personaggio in scena, “Cristiano il bello. Stupido, stupido ma bello” come ripete insistentemente presentandosi al pubblico. Volendo riproporre il parallelismo con gli show americani si può affermare che a Cristiano con le sue uscite disarmanti sia affidato l’angolo comico mentre a Filippo Lilli, che osserva dall’alto lo svolgersi dei fatti, il compito di eseguire dal vivo i brani musicali di Franco Visioli e Alessandro Levrero.
La scenografia è essenziale e, al contempo, attuale con la struttura in tubi innocenti che si scompone e ricompone nelle varie scene a creare sfondi differenti. Sfondi moderni a testimoniare il dramma dell’amore non confessato che si ripete da sempre, sempre uguale e sempre diverso.
Cirano deve morire, lo ammettiamo, presentato sulla carta lascia un attimo interdetti non sapendo cosa ci si debba aspettare da questa nuova rivisitazione di Cyrano de Bergerac. Una volta a teatro si è tuttavia travolti dall’energia di Rossana per venire poi sedotti dal  rap di Cirano che infondere nuova e trascinante forza al testo ottocentesco. Lo spettacolo presenta quel perfetto bilanciamento tra classico e contemporaneo necessario per conquistare spettatori di differenti fasce d’età, tutti parimenti in grado di sentire Cirano deve morire nelle proprie corde. La conferma è nella scena finale, un autentico capolavoro tanto a livello di concezione quanto di interpretazione, in cui si sublima lo struggimento dei giovani innamorati, capace di strappare insieme al lungo applauso finale anche qualche lacrima di commozione.

Silvana Costa

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande
via Pier Lombardo, 14 – Milano
dal 14 al 17 dicembre 2023
www.teatrofrancoparenti.it

Cirano deve morire
liberamente ispirato a 
Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand
di Leonardo Manzan, Rocco Placidi
regia Leonardo Manzan
con Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini
musiche originali Franco Visioli e Alessandro Levrero
eseguite dal vivo da Filippo Lilli
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello / Elledieffe / Fondazione Teatro della Toscana
Rassegna La nuova scena
a cura di Natalia Di Iorio
durata: 1 ora e 30 minuti

Il tour 2024
13 marzo
Foligno – Auditorium

15-17 marzo
Roma – Teatro Palladium

20 marzo
Udine – Teatro Giovanni da Udine

22 marzo
Correggio – Teatro Asioli

23-25 marzo
Casalecchio di Reno – Teatro Laura Betti

26 marzo
Schio – Teatro Civico

4-7 aprile
Torino – Teatro Astra

9-10 aprile
Parma – Teatro Due

11 aprile
Massa – Teatro Guglielmi

16-21 aprile
 Napoli – Teatro Bellini

23-24 aprile
Lugano – LAC

2 maggio
Novara – Teatro Faraggiana

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