La Milano di Cesare Colombo

Immagini celeberrime e fotografie dal sapore più intimo raccontano la metropoli lombarda all’epoca della ricostruzione postbellica e del boom economico, delle proteste di piazza e della Milano da bere, tra volti noti e professioni ormai desuete, per un magico viaggio nella storia e nella memoria, sia personale sia collettiva.

L’Italia, nel corso della seconda metà del Novecento è scossa da gran fermento culturale e sociale a emulazione di quanto accade in Europa e in Nord America. Milano, metropoli di respiro internazionale, traino dello sviluppo industriale, creativo ed economico del Paese diviene teatro di importanti eventi, dibattiti, manifestazioni e violenti fatti di cronaca che attraggono l’attenzione di un folto numero di giornalisti e di fotografi.
Tra i nomi che meglio documentano gli eventi meneghini merita sicuramente attenzione particolare quello di Cesare Colombo, spesso accostato a quello di Toni Nicolini – di cui a lungo abbiamo scritto su Artalks – collega e amico con cui divide lo studio per oltre trent’anni, a partire dal 1968. Come Nicolini egli esplora la città soffermandosi a ritrarre le massaie che lavano i panni in Darsena (1983) e Krizia in posa per Franco Bottino (1985), la folla alla Fiera Campionaria e un’esclusiva serata al Teatro alla Scala (1957); non mancano le grandi proteste di piazza o i concerti; i volti intensi di operai e impiegati e quelli di famosi stilisti e designer che danno lustro alla città. Città per cui prova indiscutibilmente amore, immortalandola deserta nella notte o affollata nel sabato pomeriggio o emergere misteriosa dalla fitta coltre di nebbia. Osservare le sue fotografie fa compiere un viaggio indietro nel tempo, tra gli edifici feriti dai bombardamenti anzichè in una piazza Duomo non ancora pedonalizzata e illuminata dalla luce colorata delle insegne che ricoprono quasi interamente le facciate dei palazzi che la cingono. Una Milano a tratti sconosciuta, nota ai più giovani solo attraverso i film che raccontano l’epopea della Milano neorealista e successivamente di quella più edonista degli anni Ottanta, popolata da yuppie e paninari.
Colombo, nato a Milano nel 1935, mutua probabilmente la sensibilità con cui guarda il mondo da dietro l’obiettivo dai genitori artisti; sicuramente dal padre pittore impara a utilizzare la macchina fotografica e a sviluppare i negativi per poi da lui ricevere in regalo un apparecchio tutto suo: un Ferrania Rondine 4,5×6.
A quattro anni dalla morte del fotografo il Comune di Milano organizza una mostra in cui sono raccolti gli scatti che meglio illustrano il rapporto di Cesare Colombo con la città e i testi che descrivono la sua visione della disciplina. L’esposizione è visitabile sino al 30 settembre alla Sala Viscontea del Castello Sforzesco di Milano; l’allestimento e la grafica sono curati da Italo Lupi, che lavora gomito a gomito con Colombo, in un vivace clima creativo, durante gli anni trascorsi all’Ufficio Sviluppo della Rinascente. La rassegna è curata da Silvia Paoli, conservatrice al Civico Archivio Fotografico – che possiede un fondo di oltre cento immagini donate dagli eredi dell’autore -, con Silvia e Sabina Colombo, responsabili dell’Archivio Colombo.
Sulle pareti più lunghe della sala sono collocate le stampe incorniciate delle fotografie realizzate dal 1952 al 2012, suddivise in sei sezioni dal titolo ampiamente didascalico. Album metropolitano è dedicato a suggestivi scorci milanesi, a momenti di esultazione collettiva e testimonianze di integrazione delle tante culture presenti all’ombra della Madunina; in Stagioni di lotta si ripercorrono decenni di proteste di piazza, dall’occupazione della Triennale (1968) a quelle della Società Umanitaria (1969) e dell’Università Statale (1970), dallo sciopero dei metalmeccanici (1972) ai cortei femministi, dalla mobilitazione a supporto dei braccianti uccisi ad Avola (1968) ai funerali delle vittime di piazza Fontana (1969). Seguono quindi Offerte di lavoro, che racconta le tante attività della metropoli, dal terziario all’industria passando per i servizi, indagando i diversi livelli gerarchici, con un occhio di riguardo alle eccellenze di Linate (1978), ai primi calcolatori elettronici IBM in uso (1972) e alla SDA Bocconi (1988); Ingresso libero celebra il boom economico mostrando supermercati moderni e fornitissimi e si intrufola alle manifestazioni organizzate alla Fiera Campionaria tra visitatori ed espositori da tutto il mondo; La città della moda e del design, raccoglie i ritratti di stilisti e designer oltre a sbirciare dietro le quinte di sfilate e set fotografici mentre Arte in scena spazia dal pop al balletto, dalla scultura alle videoinstallazioni, da Patty Pravo (1968) a Claudio Abbado (1965), dalle Espansioni di César agli imballaggi di Christo in galleria Vittorio Emanuele II (entrambi 1970). Le immagini selezionate per ogni singola sezione sono accostate, quando possibile, per assonanza: la Darsena utilizzata come pubblico lavatoio (1953) e come set fotografico (1988); il Naviglio Grande a metà degli anni Cinquanta e nel 1988; il fast-food in piazza Duomo (1983) e il self-service a Milano 2 (1980); Achille Castiglioni (1988) e Tobia e Afra Scarpa (1988) con le lampade progettate per Flos.
Al centro della Sala Viscontea su un lungo tavolo, illuminato da graziose lampade Miss Sissi (Philippe Starck, 1991, Flos), sono disposti, sul lato destro, alcuni dei tanti testi scritti da Colombo per riviste, libri e cataloghi di mostre e, sul lato sinistro, pannelli a ripercorrerne la lunga carriera. Periodo dopo periodo si segue la maturazione di Cesare Colombo come fotografo, gli scambi professionali con i mondi della grafica e della pubblicità oltre all’evoluzione dei suoi rapporti con creativi e intellettuali. Celebre il connubio con l’architetto e urbanista Giancarlo De Carlo e l’approdo alla fine degli anni Sessanta alle riviste Domus e Abitare, quest’ultima diretta prima da Franca Santi Gualteri e poi da Italo Lupi. Scorrono le fotografie scattate dal 1965 al 1968 alla Società Umanitaria dove insegna Storia della fotografia ed Estetica e si confronta con docenti del calibro di Antonio Arcari, Gualtiero Castagnola, Fabrizio Celentano, Emilio Frisia, Paolo Monti, Gianfranco Mazzocchi e Toni Nicolini. Con questi ultimi due colleghi, in quello stesso periodo, compie diversi viaggi in Cecoslovacchia, visitando le scuole di fotografia e allestendo mostre monografiche dove, tra il pubblico, compare un giovane studente di architettura con la macchina fotografica appesa al collo: Gabriele Basilico.
Tanti altri sono gli aneddoti e le curiosità che è possibile scoprire su questa straordinaria figura del secondo Novecento, ritrovando nei testi e nelle immagini un pezzo importante della storia del nostro Paese.

Silvana Costa

 

La mostra continua:
Castello Sforzesco – Sala Viscontea
piazza Castello – Milano
fino a domenica 25 ottobre 2020
ingresso gratuito ma con obbligo di prenotazione
sul sito web
www.milanocastello.it

Cesare Colombo
Fotografie 1952-2012
a cura di Silvia Paoli
con Silvia e Sabina Colombo
in collaborazione con Archivio Cesare Colombo
progetto di allestimento e grafica Italo Lupi
con Rosa Casamento – Studio Lupi

Catalogo:
Cesare Colombo
fotografie | photographs (1952-2012)
a cura di Silvia Paoli
testi di Stefano Boeri, Sofia Brugo, Silvia e Sabina Colombo, Italo Lupi, Silvia Paoli
Silvana Editoriale, 2020
24 x 28 cm, 352 pagine, 250 illustrazioni, brossura
edizione bilingue italiano/inglese
prezzo 39,00 Euro
www.silvanaeditoriale.it

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