La sparanoia

Niccolò Fettarappa spara – non solo battute – per protestare contro una realtà spogliata progressivamente di ideali e punti di riferimento.

Il Teatro Franco Parenti di Milano, nell’ambito della rassegna La nuova scena a cura di Natalia Di Iorio, ospita sino a domenica 10 marzo La sparanoia. Atto unico senza feriti gravi purtroppo, il secondo testo scritto da Niccolò Fettarappa per il teatro. L’autore, insieme a Lorenzo Guerrieri, è regista e interprete di questo spettacolo dolceamaro che riprende, sotto un differente punto di vista, la denuncia del disagio esistenziale dalla Generazione Y già al centro di L’appartamento 2B che lo ha preceduto.
La scena si presenta desolante, uno stendino in plastica svetta solitario in mezzo allo spazio e nel corso dello spettacolo è utilizzato – impropriamente – a sopperire all’assenza di altri mobili. È il giorno del trentesimo compleanno di Niccolò, il protagonista: è tempo di bilanci, è tempo di guardare in faccia la realtà spogliata progressivamente di ideali e punti di riferimento. La Destra al governo ha trasformato il Paese in uno Stato di polizia dove ogni tentativo di esprimere dissenso è represso con violenza: una visione non così lontana dall’attualità se si pensa a quanto accaduto a Pisa alla vigilia del debutto milanese di La sparanoia.
La notizia dell’ennesimo corteo disperso dalle forze dell’ordine a suon di manganellate apre il telegiornale che marca l’ingresso in scena di Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri. Il servizio successivo prevede un’intervista al Ministro alle Politiche Giovanili che, ingabbiato come un cane rabbioso, sproloquia sulla necessità di reprimere le pulsioni giovanili a protestare, convogliandone gli interessi verso argomenti futili e distraendoli come ai tempi dell’asilo con succhini e pisolini. Niccolò, per esempio, si dedica alla casa nuova: ben un metro quadrato di spazio, la sola metratura che si può permettere con il suo lavoro, organizzato tuttavia in maniera efficiente come mostra all’ospite di turno.
Niccolò si deve inoltre rassegnare alla scomparsa della Sinistra, ormai addomesticata dal sistema e incapace di creare una reale opposizione. Gli ideali comunisti sono ora portati avanti solamente da piccoli partiti incapaci di raccogliere un numero sufficiente di voti per fare la differenza e persino un’icona del calibro di Fidel Castro preferisce ritirarsi a Miami per trascorrere la vecchiaia circondato dagli agi offerti dal capitalismo.
Niccolò, avvilito ma non domo, con la complicità di Lorenzo Guerrieri convoglia la propria rabbia in un’azione armata con la speranza di indurre almeno il pubblico in sala a scuotersi di dosso la propria ipocrisia borghese. Riuscirà nel proprio intento o dovrà dar ragione a Roberto “Freak” Antoni che beffardamente canta in sottofondo “Il governo ha ragione, a non darti mai niente / Sei giovane e incosciente e non meriti niente / Sei solo un vagabondo, che non cerca un lavoro, che gira per la strada, con la testa tutta vuota”?
In scena il tandem Niccolò Fettarappa – Lorenzo Guerrieri funziona splendidamente, convince e conquista il pubblico che li segue con trasporto – e molte risate – in questo spettacolo che, prendendo a prestito le parole del suo autore, “è il grido perforante che muore in gola, è la voce di chi non ha voce, è il megafono del ruggito addomesticato”. La sparanoia offre un’istantanea della nostra contemporaneità, ricreando in scena la netta separazione sociale, tra la Destra e una Sinistra sull’orlo dell’estinzione, tra poveri e ricchi, tra vittime e carnefici. I ruoli in scena, come accade sempre nella vita reale, sono nettamente divisi. Il personaggio di Niccolò Fettarappa incarna il timido idealista, titubante nel condividere sogni e desideri, vessato da un sistema volto a frantumargli i progetti per il futuro, a impedirgli di recidere il cordone ombelicale perché privo di reali mezzi economici, a condurlo ai limiti dell’umana sopportazione sino a che, la rabbia troppo a lungo repressa, esplode in un gesto inconsulto. Lorenzo Guerrieri è eccezionale nel dar vita ai tanti personaggi che vessano e travolgono verbalmente Niccolò, facendoli fluire con continuità l’uno nell’altro a trasformarli in un fiume in piena che lungo il suo percorso tutto spazza via o inghiotte.
Le denunce alla base di La sparanoia. Atto unico senza feriti gravi purtroppo sono preoccupanti e relative a fatti reali ma veicolate al pubblico dai due attori protagonisti con straordinaria vis comica, a riderne per non piangere. Protagonisti che hanno un notevole livello di affiatamento nel proporre un continuo scambio di battute, fitto e rapido per un elevato ritmo della rappresentazione finalizzato a tenere concentrata sullo spettacolo l’attenzione della platea. Il pubblico si diverte anche – o forse soprattutto – quando finisce vittima dei personaggi in scena che, abbandonato il gioco al massacro tra loro, si coalizzano per prendere di mira quanti li stanno osservando senza tuttavia, come recita il sottotitolo, lasciare tra le poltrone feriti. Purtroppo.

Silvana Costa

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti – Sala Tre
via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 10 marzo 2024
www.teatrofrancoparenti.it

La sparanoia
Atto unico senza feriti gravi purtroppo
progetto ideato e scritto da Niccolò Fettarappa
regia Niccolò Fettarappa, Lorenzo Guerrieri
con Niccolò Fettarappa, Lorenzo Guerrieri
contributo intellettuale di Christian Raimo
produzione Sardegna Teatro – AGIDI
con il sostegno di Armunia Teatro, Spazio Zut, Circuito Claps, Officine della cultura
durata 1 ora e 15 minuti
parte della rassegna
La nuova scena
a cura di Natalia Di Iorio

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